pattie
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mercoledì 24 marzo 2010
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il trionfo dei sensi
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GUSTO: il coinvolgente aroma del cioccolato si impossessa del povero spettatore, che continua a salivare fino alla fine del film quando, in crisi di astinenza isterica, corre a divorare una sacher torte intera.
OLFATTO: il penetrante aroma del cacao amaro avvolge le vostre narici, invade la vostra mente e vi inebria del suo solo ricordo, con un’intensità che lo rende presente e reale.
UDITO: le note del Minor Swing eseguite alla chitarra da Johnny Depp, la melodia che soffia con il vento del nord, il suono del sensualissimo ballo in riva al fiume si fondono all’acciottolio delle stoviglie, ai rumori della masticazione misti ai languidi sospiri di piacere che seguono la degustazione; il tutto confezionato dalle risate e dalle lacrime delle donne che ci accolgono nella cioccolateria “Maya”.
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GUSTO: il coinvolgente aroma del cioccolato si impossessa del povero spettatore, che continua a salivare fino alla fine del film quando, in crisi di astinenza isterica, corre a divorare una sacher torte intera.
OLFATTO: il penetrante aroma del cacao amaro avvolge le vostre narici, invade la vostra mente e vi inebria del suo solo ricordo, con un’intensità che lo rende presente e reale.
UDITO: le note del Minor Swing eseguite alla chitarra da Johnny Depp, la melodia che soffia con il vento del nord, il suono del sensualissimo ballo in riva al fiume si fondono all’acciottolio delle stoviglie, ai rumori della masticazione misti ai languidi sospiri di piacere che seguono la degustazione; il tutto confezionato dalle risate e dalle lacrime delle donne che ci accolgono nella cioccolateria “Maya”.
VISTA: i nostri occhi si tuffano nello sguardo dello zingaro che viene da lontano e scoprono lontani paesi e grandi avventure. Poi ci incantiamo sui dettagli delle rosse scarpe di Vianne, dentro i suoi riccioli scomposti, nell’adorabile piega delle sue labbra. Beviamo i loro sguardi, e i loro baci come acqua nel deserto e ci rinfreschiamo con la bellezza semplice e istintiva della loro storia d’amore.
TATTO: assente ingiustificato! Peccato!!...alla prossima magari?
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[+] complimenti
(di stefox)
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alessiomovie
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venerdì 30 dicembre 2011
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dolce come il suo titolo
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"Chocolat" è una dolcissima commedia che racconta la storia della girovaga Vianne e della sua figlioletta Anouk. Arrivate in un piccolo e disperso paesino della Francia alla fine degli anni cinquanta, Vianne apre una cioccolateria che incanterà tutto il paese facendolo rinascere. Il film affronta tanti temi: dalla violenza sulle donne alla bigotteria della gente, dall'insofferenza verso il "diverso" al coraggio di cambiare. Si rimane incantati dalla sublime interpretazione di Juliette Binoche, nel ruole di Vianne, supportata da un cast con i fiocchi nel quale spiccano i nomi di Judi Dench (Armande), Johnny Depp (Roux), Alfred Molina (Conte De Reynaud) e Carrie-Anne Moss (Caroline). Si può sintetizzare come un inno alla bontà e all’amore (quasi diabetico), ma non si può che apprezzare sia la sceneggiatura che le musiche.
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"Chocolat" è una dolcissima commedia che racconta la storia della girovaga Vianne e della sua figlioletta Anouk. Arrivate in un piccolo e disperso paesino della Francia alla fine degli anni cinquanta, Vianne apre una cioccolateria che incanterà tutto il paese facendolo rinascere. Il film affronta tanti temi: dalla violenza sulle donne alla bigotteria della gente, dall'insofferenza verso il "diverso" al coraggio di cambiare. Si rimane incantati dalla sublime interpretazione di Juliette Binoche, nel ruole di Vianne, supportata da un cast con i fiocchi nel quale spiccano i nomi di Judi Dench (Armande), Johnny Depp (Roux), Alfred Molina (Conte De Reynaud) e Carrie-Anne Moss (Caroline). Si può sintetizzare come un inno alla bontà e all’amore (quasi diabetico), ma non si può che apprezzare sia la sceneggiatura che le musiche. Il giudizio è positivo “Da vedere”.
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antrace
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lunedì 1 marzo 2010
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una dolce redenzione
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Effluvi di cacao tra il piano e le cime : un minuto, candido villaggio dei Pirenei , stretto attorno al campanile , si ritrova stordito . Qui arriva Vian, una ragazza madre , con la sua bimba ed un cucciolo di canguro , ed apre una fabbrica culinaria , stile liberty , durante la Quaresima . La donna è sospinta da un misterioso vento più che dal fiuto degli affari , utiliz-
za la cucina per costruire dolci totem color testa di moro , conforta i clienti offrendo loro cioccolatini come amuleti . Il suo negozio incantato diviene presto la sentina di avventori inquieti , e meta di un amante nomade , mentre freme l'austero sindaco baciapile , garante dell'integrità morale collettiva . Nasce un conflitto insidioso tra il potere del primo cittadino , saldo nell'osservanza severa di ogni norma ecclesiale , e la seduzione del luogo di piacevoli ingordigie .
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Effluvi di cacao tra il piano e le cime : un minuto, candido villaggio dei Pirenei , stretto attorno al campanile , si ritrova stordito . Qui arriva Vian, una ragazza madre , con la sua bimba ed un cucciolo di canguro , ed apre una fabbrica culinaria , stile liberty , durante la Quaresima . La donna è sospinta da un misterioso vento più che dal fiuto degli affari , utiliz-
za la cucina per costruire dolci totem color testa di moro , conforta i clienti offrendo loro cioccolatini come amuleti . Il suo negozio incantato diviene presto la sentina di avventori inquieti , e meta di un amante nomade , mentre freme l'austero sindaco baciapile , garante dell'integrità morale collettiva . Nasce un conflitto insidioso tra il potere del primo cittadino , saldo nell'osservanza severa di ogni norma ecclesiale , e la seduzione del luogo di piacevoli ingordigie . Il film è l'apologo dell'imposizione dei costumi, dietro la maschera della fede e della devozione , e del bisogno istintivo , umano di ricorrere a liberatori schizzi di cioccolata . Il cibo dei golosi resta la metafora delle scorpacciate gustose e schiette, dei sentimenti fra gli uomini che non obbediscono a convenzioni o stilemi . La cioccolata di Vian non è corriva , e la sua bonaria invadenza non dovrebbe arrecare disturbo alcuno , ma l'ordine granitico, tranquillo del paesino subisce ugualmente scossoni . Il racconto è sapido come la materia prima , l'indole anticlericale è solo nei cenni , perchè l'indice viene puntato piuttosto sull'uso maldestro oppure infido della religione . Gli abitanti del villaggio , oggetti di suggestioni verbali o punizioni per ogni atto impudico,
vivono come fanciulli ignari della vita reale .Lo stesso sindaco, abbandonato dalla moglie, segretamente ferito negli affetti e nell'onore , è vittima del sortilegio . Finirà anch'egli
sommerso dalla cioccolata . E' un film fantasioso, godibile, raffinato , ben interpretato,
pure se esile nella struttura e nella trama , ripresa con sagacia da un'opera narrativa .
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[+] giudizio poco calibrato
(di iuravit)
[ - ] giudizio poco calibrato
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emidio serbelloni
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mercoledì 8 febbraio 2012
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il diavolo veste di rosso
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Vianna (Giulietta Binoche) è una girovaga meticcia che approda sull’onda del vento in un tranquillo paese della Francia, sul finire degli anni Cinquanta. Qui porterà lo scompiglio e l’immoralità, mettendo a dura prova la pazienza del Sindaco, nobiluomo integerrimo di specchiati princìpi morali. La sciagurata cioccolataia profonde nefandezze e sozzure a piene mani: vende dolci nel periodo di Quaresima, disprezzando la Messa e i Sacramenti, propina intrugli afrodisiaci per risvegliare gl’istinti lascivi e peccaminosi di anziani morigerati dai sensi sopiti, distrugge un matrimonio e cagiona la dipartita di una povera vecchia diabetica a cui somministra dolciumi e leccornie. Non paga, la svergognata amoreggia con un capo zingaro inviso alla collettività, horresco referens, sotto gli occhi innocenti di una figlia naturalmente illegittima, frutto di un peccato al di fuori del matrimonio.
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Vianna (Giulietta Binoche) è una girovaga meticcia che approda sull’onda del vento in un tranquillo paese della Francia, sul finire degli anni Cinquanta. Qui porterà lo scompiglio e l’immoralità, mettendo a dura prova la pazienza del Sindaco, nobiluomo integerrimo di specchiati princìpi morali. La sciagurata cioccolataia profonde nefandezze e sozzure a piene mani: vende dolci nel periodo di Quaresima, disprezzando la Messa e i Sacramenti, propina intrugli afrodisiaci per risvegliare gl’istinti lascivi e peccaminosi di anziani morigerati dai sensi sopiti, distrugge un matrimonio e cagiona la dipartita di una povera vecchia diabetica a cui somministra dolciumi e leccornie. Non paga, la svergognata amoreggia con un capo zingaro inviso alla collettività, horresco referens, sotto gli occhi innocenti di una figlia naturalmente illegittima, frutto di un peccato al di fuori del matrimonio.
La pellicola rappresenta con efficacia il dualismo tra i due personaggi antitetici, raffigurando i vizi dell’una contrapposti alle virtù dell’altro: da un lato l’ateismo iconoclasta della sconcia corruttrice, dall’altro la probità del Conte Sindaco, chino perennemente sulle sue carte di lavoro, dedito al bene comune e alla Chiesa: un paladino della Moralità e un modello per i suoi concittadini. Le vistose scarpe rosse della protagonista, simbolo iconico di volgarità e inverecondia, e di un’esistenza condotta all’insegna del vizio e della lussuria, si contrappongono alla sobrietà dei completi grigi del Primo Cittadino, che ha fatto del senso del dovere una missione di vita. Una dicotomia tra Male e Bene che rappresenta la chiave di lettura di questa educativa narrazione, che ci vuole far comprendere quanto sottili e subdole possano essere le armi del maligno, e come esso possa manifestarsi sotto le aggraziate sembianze di una cioccolataia dall’apparenza innocua.
L’appalesarsi e il disparire improvviso della protagonista in occasione del vento del nord, nonché l’atmosfera favolistica, ci fa inevitabilmente tornare alla mente la vicenda di Maria Poppìn, narrata nel film della Disney. Finanche la comune capacità di corrompere e distruggere comunità ordinate e laboriose con scientifica determinazione e la propensione per diaboliche pratiche di stregoneria, rappresentano un’interessante analogia che accomuna le due empie femmine e le rende somiglianti. Opera cinematografica istruttiva e complessivamente ben realizzata soprattutto nella fotografia e nelle ambientazioni, criticabile però per alcune sequenze spinte. Consigliata ad un pubblico adulto.
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[+] quanto mi diverti
(di frunci)
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tiamaster
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domenica 10 giugno 2012
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dolce commedia con un cast straordinario
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Chocolat, insieme a "le regole della casa del sidro", è senza dubbio il miglior film di Lasse Hallstrom (nella sua cariera non ha fatto film memorabili,a parte questi due).La trama è semplice,la sceneggiatura dolce come il titolo......Il grande cast fà il resto: grazie a ottime interpretazioni (juliette binoche e judi dench su tutti) il film prende ritmo e anima.La visione e gradevole, coinvolgente e divertente, un film piacevolissimo, il massimo se si vuole passare una serata tranquilla.Merita di essere menzionata la fotografia, veramente bella.
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aristoteles
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martedì 27 ottobre 2015
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dolce e sincero
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Davvero un bel film.
Tutte quelle immagini di cioccolata e le derivanti creazioni ingentiliscono la pellicola.
Fortunatamente non si eccede in momenti diabetici,infatti i sentimenti espressi non sono inclini solo alla bontà o alla dolcezza piuttosto sono mescolati a bigottismo e ottusità.
Il tutto funziona piuttosto bene,grazie a personaggi davvero simpatici,a un cast di livello piuttosto alto e a una trama semplice e affascinante condita da un pizzico di surreale come il vento che soffia in maniera fiabesca.
L'amore,sia esso per i figli, per le persone o per i dolci,è il fulcro principale della storia.
Mi è piaciuto molto e ne consiglio la visione.
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Davvero un bel film.
Tutte quelle immagini di cioccolata e le derivanti creazioni ingentiliscono la pellicola.
Fortunatamente non si eccede in momenti diabetici,infatti i sentimenti espressi non sono inclini solo alla bontà o alla dolcezza piuttosto sono mescolati a bigottismo e ottusità.
Il tutto funziona piuttosto bene,grazie a personaggi davvero simpatici,a un cast di livello piuttosto alto e a una trama semplice e affascinante condita da un pizzico di surreale come il vento che soffia in maniera fiabesca.
L'amore,sia esso per i figli, per le persone o per i dolci,è il fulcro principale della storia.
Mi è piaciuto molto e ne consiglio la visione.
Non per fare pubblicità, ma al termine del film,ho sentito l'esigenza di dovermi accompagnare a mezzo chilo di nutella.
Non fa bene,lo so.
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alejazz
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giovedì 14 marzo 2019
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la cioccolata come medicina per l’anima e il corpo
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E’ la storia di un villaggio francese dove vive una comunità molto cattolica e praticante. Tutti sono molto devoti al precetto domenicale (sopratutto il sindaco - Alfred Molina - che è sempre in prima linea e funge quasi da guru) dando particolarmente importanza ai gesti liturgici piuttosto che applicare i principi dell’insegnamento di Gesù Cristo. Un giorno, però, a rompere questo impeccabile equilibrio dottrinale arriva Vianne (Juliette Binoche), con la figlioletta, che decide di aprire una pasticceria in pieno periodo quaresimale e di fronte alla chiesa del villaggio.
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E’ la storia di un villaggio francese dove vive una comunità molto cattolica e praticante. Tutti sono molto devoti al precetto domenicale (sopratutto il sindaco - Alfred Molina - che è sempre in prima linea e funge quasi da guru) dando particolarmente importanza ai gesti liturgici piuttosto che applicare i principi dell’insegnamento di Gesù Cristo. Un giorno, però, a rompere questo impeccabile equilibrio dottrinale arriva Vianne (Juliette Binoche), con la figlioletta, che decide di aprire una pasticceria in pieno periodo quaresimale e di fronte alla chiesa del villaggio. La coppia, madre e figlia, si mostra essere scostante dalla vita cristiana del villaggio; ciò provato anche dal modo di vestire completamente diverso e di vedere le cose con spirito libero. Per questo motivo i due nuovi membri del villaggio non sono ben visti e presto boicottati dal sindaco; quest’ultimo, infatti, non accetta alcun cambiamento. A dare, però, un aiuto a Vianne c'è Roux (Johnny Depp), un nomade, che trova subito sintonia con la viandante di cui presto s’innamora. Quest’ultimo evento incide sulla vita di Vianne: la pasticcera smette di essere nomade decidendo di restare nel villaggio per la gioia e felicità anche della figlia.
Da un punto di vista concettuale si evince che il regista, Lasse Hallström, ha voluto porre all’attenzione dello spettatore l’esasperazione del culto (spesso) forzato e meccanico del cattolicesimo, in termini di ottemperanze e riti, che mette in secondo piano i principi etico-morali dell'uomo. Da un lato vediamo il digiuno completo e quotidiano da parte del sindaco in tempo quaresimale ma lo stesso boicotta Vianne e coinvolge gli altri a creare danni alla donna. Inoltre il sindaco si sovrappone addirittura alle funzioni del parroco scrivendo per lui le omelie così da far passare il proprio messaggio alla comunità. Ovviamente ciò è una prova di come la politica può interferire con la religione e la utilizza come strumento veicolare delle proprie ideologie. Il villaggio dunque sembra essere un covo perfetto di timorati di Dio.
Vianne, attraverso la cioccolata preparata secondo l’antica tradizione dei Maya, intuisce lo stato d’animo e le necessità del prossimo e ne conquista la simpatia con la sua semplicità e allegria. Ella è come uno spirito libero; si sposta ripetutamente e dove passa lascia il segno; agli occhi di uno spettatore esperto di cinema, può evocare la figura di Mart Poppins, per la sua magia e l’anticonformismo rispetto alla popolazione di turno che la ospita. Difatti, come la tata londinese, anche Vianne porta scompiglio positivo cambiando (in bene) la realtà sociale che l’ha accolta.
L’interpretazioni degli attori sono gestite discretamente. Tra queste spicca quella di un giovane Johnny Depp. Tra i personaggi ve n’è uno speciale che a occhio nudo può sfuggire: il vento. Esso decide per Vianne il momento per cambiare e comunica alla donna certi pensieri utili per lei.
Gli ambienti interni ed esterni del villaggio rendono una buona scenografia; infine risulta positiva anche la colonna sonora.
Consigliato: Sì
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paolp78
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domenica 23 gennaio 2022
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favola in chiave progressista e moderna
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Ottima pellicola del regista svedese Lasse Hallström, che adotta una direzione incentrata sulla felice idea di presentare l’opera come se si trattasse di una favola. Sono diversi gli elementi adoperati da Hallström per realizzare quest’operazione: le deliziose musiche, che sin dall’inizio della pellicola calano lo spettatore in una realtà semi-fantastica; la bella ambientazione in una provincia francese di fine anni 50’, molto caratteristica; la narrazione leggera, estremamente piacevole e godibile, nonché caratterizzata dal riuscito espediente della voce fuori campo, che contribuisce in modo decisivo a confezionare un’atmosfera fiabesca, avendo precisamente tale intento.
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Ottima pellicola del regista svedese Lasse Hallström, che adotta una direzione incentrata sulla felice idea di presentare l’opera come se si trattasse di una favola. Sono diversi gli elementi adoperati da Hallström per realizzare quest’operazione: le deliziose musiche, che sin dall’inizio della pellicola calano lo spettatore in una realtà semi-fantastica; la bella ambientazione in una provincia francese di fine anni 50’, molto caratteristica; la narrazione leggera, estremamente piacevole e godibile, nonché caratterizzata dal riuscito espediente della voce fuori campo, che contribuisce in modo decisivo a confezionare un’atmosfera fiabesca, avendo precisamente tale intento.
Ogni fiaba impartisce lezioni etico-morali, ben confezionate; in questo caso il messaggio che viene veicolato ha una chiara impronta progressista e colpisce in modo molto diretto ed esplicito l’ortodossia religiosa più bigotta ed arretrata, che ormai è ampiamente superata nella società moderna, ma che all’epoca in cui è ambientata la storia ancora era ben viva, soprattutto nelle realtà di provincia.
La storia è molto articolata e conta su un’eccellente sceneggiatura ricca di situazioni e capace di concedere spazio a vari personaggi tutti ben delineati e molto interessanti.
Benchè ci sia una protagonista ben riconoscibile, interpretata dalla brava Juliette Binoche, può comunque parlarsi di cast corale, con una decina di grandi interpreti a ciascuno dei quali viene riservato un più che discreto spazio. Le parti di maggior rilievo, dopo quella della Binoche, sono affidate a Alfred Molina, il cui ruolo è praticamente quello del principale antagonista; Johnny Depp nei panni a lui congeniali del giramondo di cui si innamora la protagonista; Lena Olin, moglie del regista, che è protagonista di una delle storie secondarie più interessanti; ed infine Judi Dench e Carrie-Anne Moss impegnate in un tormentato rapporto madre-figlia. Il cast è completato da altri ottimi interpreti come Peter Stormare, l’ormai attempato John Wood e la grande Leslie Caron che fa sempre piacere vedere seppur in una piccola parte ed ovviamente non più in grado di esibirsi in danze e balletti come un tempo.
Apprezzabilissimi costumi e scenografia.
Il gusto per la cioccolata è trasmesso così efficacemente che anche lo spettatore ne assapora quasi l’aroma ed il gusto.
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nick distefano
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mercoledì 8 aprile 2009
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un film che di statunitense ha ben poco...
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Sicuramente un film piacevole che sicuramente non rovina una serata. Chocolat è uno di quei film che non ci si aspetta da una produzione statunitense, un bel cast internazionale(Judi Dench(inghilterra), Juliette Binoche(francia), Peter Stormare(Svezia), Alfred Molina, Carrie Ann Moss e Johnny Depp(stati uniti)), un regista svedese che utilizza gli schemi del cinema francese(inquadrature, sprazzi di dialoghi senza musica, anche se la musica distoglie il film dalla commedia francese, proprio per via della troppa musica in alcune scene) per mettere in piedi una commedia che tende più alla produzione francese che a quella statunitense(anche se comunque le fondementa americane si sentono). Finale strappalacrime, che libera gli abitanti della cittadina dal bigottismo esasperante, che comunque non affligge i più giovani abitanti e non solo(bambini, il giovane parroco, la casalinga che fa rinscere gli ardori del marito, il giovane nomade che prova amore per la bella proprietaria della cioccolateria.
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Sicuramente un film piacevole che sicuramente non rovina una serata. Chocolat è uno di quei film che non ci si aspetta da una produzione statunitense, un bel cast internazionale(Judi Dench(inghilterra), Juliette Binoche(francia), Peter Stormare(Svezia), Alfred Molina, Carrie Ann Moss e Johnny Depp(stati uniti)), un regista svedese che utilizza gli schemi del cinema francese(inquadrature, sprazzi di dialoghi senza musica, anche se la musica distoglie il film dalla commedia francese, proprio per via della troppa musica in alcune scene) per mettere in piedi una commedia che tende più alla produzione francese che a quella statunitense(anche se comunque le fondementa americane si sentono). Finale strappalacrime, che libera gli abitanti della cittadina dal bigottismo esasperante, che comunque non affligge i più giovani abitanti e non solo(bambini, il giovane parroco, la casalinga che fa rinscere gli ardori del marito, il giovane nomade che prova amore per la bella proprietaria della cioccolateria. Sicuramente gli usi e costumi del 1959 sono rappresentati con molta accuratezza, è questo conferisce al film un punto in più. Discreto, ma pur sempre non originale(malattia che affliggera quasi tutta la produzione statunitense del terzo millennio(tra sequel, prequel, newquel, spin-off, remake, adattamenti da romanzi, fumetti e racconti di sceneggiature originali c'è ne sono ben poche)), perchè tratto dal libro omonimo del 1998.
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