subcrow
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lunedì 1 dicembre 2008
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scegliete la vita, scegliete trainspotting!
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Ormai entrato nella "mitolgia"; film "status symbol" di una generazione moderna i cui valori si sono persi, affogati dall'alcool e dalla droga; avvenieristico, illusionista, trasformista e visionario: a mio avviso risulta essere uno dei film più interessanti degli ultimi 10 anni.
Potente, forte e trasgressivo, TRAINSPOTTING non può e non vuole PASSARE INOSSERVATO!!!
Un film sulla NON vita per poter redimersi e tornare finalmente ALLA VITA!
poi, se la critica/dizionari non lo hanno capito dandogli 1,5 stelle poco importa! (se seguite le loro votazioni è meglio andare a vedere NATALE IN INDIA!!!)
Bello Bello e ancora Bello, CONSIGLIATISSIMO!!!
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beppe
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venerdì 7 novembre 2008
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da vedere
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stella
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mercoledì 8 ottobre 2008
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traispotting
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molto bello e educativo...
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bevete la grappa di pino
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sabato 4 ottobre 2008
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un film difficile ma non amorale
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trainspotting è sicuramente uno dei film più controversi degli ultimi dieci anni, ed è sicuramente per molti versi sconcertante: tuttavia sarebbe assurdo definirlo amorale come fa il sempre incompetente farinotti, poichè il ritratto dei protagonisti, come è privo di pregiudizi a priori, è anche privo di giustificazioni alla loro inerzia verso cui si autodistruggono. in definitiva, sarebbe senz'altro più corretto cogliere il ritratto sociale che Boyle e lo sceneggiatore John Hodge hanno voluto offrire (una generazioni senza miti ribellistici che cerca di sfruttare la società borghese, pronta nel caso a reintegrarsi), il che in qualche modo giustifica gli eccessi scatologici, sessuali e alcolici, invece di inchiodarlo come fa il Farinotti e definirlo amorale e incitante alla droga.
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trainspotting è sicuramente uno dei film più controversi degli ultimi dieci anni, ed è sicuramente per molti versi sconcertante: tuttavia sarebbe assurdo definirlo amorale come fa il sempre incompetente farinotti, poichè il ritratto dei protagonisti, come è privo di pregiudizi a priori, è anche privo di giustificazioni alla loro inerzia verso cui si autodistruggono. in definitiva, sarebbe senz'altro più corretto cogliere il ritratto sociale che Boyle e lo sceneggiatore John Hodge hanno voluto offrire (una generazioni senza miti ribellistici che cerca di sfruttare la società borghese, pronta nel caso a reintegrarsi), il che in qualche modo giustifica gli eccessi scatologici, sessuali e alcolici, invece di inchiodarlo come fa il Farinotti e definirlo amorale e incitante alla droga. Ottima la fotografia di Brian Tufano e le scenografie di Kave Queen.
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paride86
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lunedì 29 settembre 2008
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drammatico e surreale
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Il fim è molto bello, sia per come è costruito che per i personaggi. Bisogna ammettere, però, che è molto scorretto nei confronti dell'eroina, nonostante sia chiaro che il punto di vista è quello di un tossico.
Ottime interpretazioni.
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eli
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giovedì 25 settembre 2008
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io amooooooooo trainspotting
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io amo questo film... lo giuro in tutto l'ho visto 17 volte... gran bel numero tra l'altro... se non l'avete visto guardatelo... magari non è proprio un film leggero ma ne vale la pena!!!!!!!!!!!!!!!!
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roberto
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giovedì 11 settembre 2008
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ma fatemi il piacere
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INVECE DI AIUTARE QUESTI DROGATI DI MERDA E METTERLI ANCHE NELLE COMUNITà,PERCHè TUTTI QUANTI NON AIUTATE I DISABILI CHE AVREBBERO VERAMENTE BISOGNO DI ESSERE AIUTATI E AMATI?
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monolith
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giovedì 21 agosto 2008
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farinotti...
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ma il signor Farinotti viene pagato per NON capire i film? un film può piacere o no, ma la scarsa comprensione del sig. Farinotti, che dovrebbe essere un "esperto", nei confronti di certo cinema mi lascia basito, anche perchè le sue conseguenti recensioni non sono argomentate a dovere. leggendo in giro, mi pare che farinotti, appena sente odore -anche leggero- di politicamente scorretto, stronca, senza fornire reali informazioni sul film in questione. non credo sia professionale
su trainspotting, niente da dire che non sia stato detto. un film specchio/caratterizzazione degli anni 90, di una generazione (disillusa, disfattista). la velocità, la spigliatezza, la sfrontatezza di un ventenne della ecstasy-generation; l'autocritica, la riflessione (che farinotti proprio non vuole cogliere) su argomenti tabù.
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ma il signor Farinotti viene pagato per NON capire i film? un film può piacere o no, ma la scarsa comprensione del sig. Farinotti, che dovrebbe essere un "esperto", nei confronti di certo cinema mi lascia basito, anche perchè le sue conseguenti recensioni non sono argomentate a dovere. leggendo in giro, mi pare che farinotti, appena sente odore -anche leggero- di politicamente scorretto, stronca, senza fornire reali informazioni sul film in questione. non credo sia professionale
su trainspotting, niente da dire che non sia stato detto. un film specchio/caratterizzazione degli anni 90, di una generazione (disillusa, disfattista). la velocità, la spigliatezza, la sfrontatezza di un ventenne della ecstasy-generation; l'autocritica, la riflessione (che farinotti proprio non vuole cogliere) su argomenti tabù. tragicommedia nerissima, non solo sulla droga; sull'assenza di valori etici, sulla deriva pratica, sull'estinzione -della- morale. forse non è un capolavoro, ma è a suo modo un film-manifesto. dire che "qua la soluzione è l'eroina" è francamente ridicolo
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[+] in questo caso grido:viva farinotti!
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pep82
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lunedì 18 agosto 2008
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la droga è conformismo
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Boyle dirige bene, sceglie bene gli attori,la sceneggiatura, la colonna sonora ecc... Forse però sta proprio qui il problema. La "perfezione" formale del film lo fa apparire quasi uno spot, il che, visto l'argomento trattato, non mi sembra una cosa positiva. Un po' come in Fight Club di Fincher, anche in Trainspotting il regista, per puro conformismo, sembrerebbe condannare il fenomeno droga (così come il fenomeno violenza-capitalismo nel film di Fincher), ma in effetti attraverso le immagini ed i dialoghi rende questi personaggi piacevoli e divertenti. Il celebre monologo di Mc Gregor ci presenta questi drogati come dei ribelli che rifiutano lo stile di vita "borghese", quando invece sono il massimo del conformismo.
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Boyle dirige bene, sceglie bene gli attori,la sceneggiatura, la colonna sonora ecc... Forse però sta proprio qui il problema. La "perfezione" formale del film lo fa apparire quasi uno spot, il che, visto l'argomento trattato, non mi sembra una cosa positiva. Un po' come in Fight Club di Fincher, anche in Trainspotting il regista, per puro conformismo, sembrerebbe condannare il fenomeno droga (così come il fenomeno violenza-capitalismo nel film di Fincher), ma in effetti attraverso le immagini ed i dialoghi rende questi personaggi piacevoli e divertenti. Il celebre monologo di Mc Gregor ci presenta questi drogati come dei ribelli che rifiutano lo stile di vita "borghese", quando invece sono il massimo del conformismo. Nella maggior parte dei casi si comincia a drogarsi per pura moda, per semplice desiderio di integrazione, non per una ribellione nei confronti della società, ma esattamente per il motivo opposto. Il consumismo vuole liberare l'uomo da qualsiasi inibizione, ma non per renderlo libero, ma per renderlo schiavo del consumo, privo d'altri valori. La droga, perciò, è una forma di consumo, un consumo atroce che porta all'autodistruzione(al consumo di se stessi), ma ciò non importa al sistema che accetta volentieri e incentiva il circolo vizioso. Vedrete, il modello olandese tra qualche anno verrà accettato anche in altri paesi, i cui governanti si accorgeranno finalmente del grande guadagno economico che la legalizzazione delle droghe potrebbe portare. L'errore di Boyle quindi sta nel mostrare questi ragazzi come dei ribelli, il cui stile di vita, tutto sommato e al di là di qualsiasi dichiarzione buonista, risulta terribilmente e subdolamente affascinante. Meglio allora un film non eccezionale come "Ritorno dal nulla" in cui, però, grazie ad un'interpretazione straordinaria ed onesta di Di Caprio, il drogato ci appare in tutto il suo squallore, piuttosto che Trainspotting, ben girato ed interpretato, con una buona fotografia e un'ottima colonna sonora, ma assolutamente "falso". Un fumettone, un videoclip di quasi due ore, piacevole e divertente come i fumetti e i videoclip devono essere, ma il cinema è un'altra cosa e soprattutto il fenomeno droga è ben più drammatico e triste di come il regista ce lo rappresenta.
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[+] mah
(di f.a.)
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(di pep82)
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anna
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mercoledì 9 luglio 2008
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da vedere
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Non sarà un capolavoro, ma questo film a differenza di tanti altri ha il merito di non volersi porre come denuncia nei confronti della società che assilla il giovane costringendolo a trovar svago nella droga o nella violenza; diverte perchè l'esperienza della tossicodipendenza viene raccontata sotto forma di commedia, ma le allucinazioni descritte non inducono all'emulazione di protagonisti anti-eroi. Un film che ho trovato educativo e leggero, che sono contenta di aver visto.
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