maxs
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domenica 27 ottobre 2002
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film realista
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Senza morale, film di pura rappresentazione, ottimo per capire cosa passa veramente nella testa degli stupefatti. Per inciso, il dizionario di farinotti è stupefacente anch'esso: per farsi due risate (certe volte) è meglio del gas esilarante
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ozio
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venerdì 22 febbraio 2002
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pino,pino birichino...
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Ancora c'è qualcuno che scambia lucciole per lanterne!Perchè se Trainspotting è un'apologia della droga, allora Arancia Meccanica lo è della violenza...Quante risate si starà facendo Danny Boyle nel veder critici tempestare un bicchier d'acqua !
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fuccio
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mercoledì 6 febbraio 2002
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un capolavoro...
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ulisse
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giovedì 22 novembre 2001
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l'esperienza, la realtà vera è
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La fine del film "scelgo la vita", riportano il protagonista lontano dal mondo della droga che aveva vissuto fino a quel momento. Sceglie la vita, è importante, non l'accettà come fanno gli "altri" per la tediosa normalità borghese. L'importante è questo. E il regista ci fa vedere, veridicamenete, anche la realtà, cruda, decisamente, della vita del tossico. Un'apologia della droga ?! Credo un consiglio a scegliere da soli, perchè, poi, ognuno sia pienamente responsabile delle sue scelte. E' questo l'importante.
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claudia
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domenica 7 ottobre 2001
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qualcosa di buono davvero
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Ho visto il film di recente e non condivido l'opinione del critico; che mi sembra oltretutto aver frainteso la "morale": non è certo la droga che viene presentata positivamente o come unica soluzione, semmai è una forte critica al nostro modo di vivere "normali", da medioborghesi.
La frase con cui il film termina- scegli la vita- il fatto che Mc Gregor non si lasci affondare dalla droga e scelga la normalità, con tutte le ipocrisie, la monotonia che essa comporta, ma d'altra parte anche le piccole gioie che vi sono insite, lascia uno spiraglio, anche se lieve, per l'ottimismo e un pò di speranza a noi giovani...
("la normalità è la vera rivoluzione" come viene detto in un altro film...)
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dunhill965
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mercoledì 3 ottobre 2001
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lasciate perdere
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questo è uno dei film migliori degli ultimi anni. Lo sostengo io che non sono interessato alle droghe. Chiedetevi che cosa spinge una persona a commettere un gesto socialmente sbagliato o ad avere un comportamento antisociale.
E' la logica!
Una logica forse aberrante e personale ma che orienta le azioni di tutti.
Boyle ha proprio descritto questa logica che non "normali" non riusciamo pienamente a comprendere. Vedendo il film ci si accorge che le azioni di questi ragazzi sono comunque caratterizzate da una speciale coerenza.
Questo è il primo film sulla droga visto dalla parte del drogato e non attraverso il solito e melenso filtro narrativo della persona normale
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dux
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mercoledì 12 settembre 2001
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drogati di normalità.
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A 20 anni non si desidera raggiungere i 30. A 29 si cambia idea. Così se nella prima parte del film la componente dichiaratamente auto distruttiva è evidente, nella seconda parte c'è un po' di sano istinto di autoconservazione. Cosa sia poi meglio fra la droga e la monotonia del tram tram quotidiano spetta a ciascuno di noi deciderlo. Il regista sembra aver preferito rimanere giovane per sempre, per lo meno il messaggio che traspare dal film è questo. Poi certo c'è il tossico visto come una persona e non più come l'uomo nero. Così scopriamo che anche lui può avere una morale, una dignità esistenziale.
Da segnalare una colonna sonora di raro impatto e riprese davvero particolari.
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nico
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venerdì 17 agosto 2001
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un agrodolce disincanto giovanile moderno
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Non credo che "Trainspotting" sia un'apologia della droga,ma semplicemente un film che cerca di entrare nella mente di un giovane per farne assaporare al pubblico la totale perdita di entusiasmo.Una perdita di entusismo dovuta ad una serie di aspettative decadute,illusioni deluse: deluse dalla mediocrità di un'amicizia,da una famiglia melensa, felicemente monotona e tediata,incapace di capire,e dallo squallido futuro che si profila agli occhi di chi non accetta il vuoto esistenziale che si accompagna ineluttabilmente ai canoni propri della famiglia della medioborghesia.Una medioborghesia che qui viene vista come negazione della vita individuale,della dignità quasi.Il film vuole rendere evidente come un drogato abbia ancora una propria individualità,una personale(seppure autodistruttiva)consapevolezza che muove il suo agire.
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Non credo che "Trainspotting" sia un'apologia della droga,ma semplicemente un film che cerca di entrare nella mente di un giovane per farne assaporare al pubblico la totale perdita di entusiasmo.Una perdita di entusismo dovuta ad una serie di aspettative decadute,illusioni deluse: deluse dalla mediocrità di un'amicizia,da una famiglia melensa, felicemente monotona e tediata,incapace di capire,e dallo squallido futuro che si profila agli occhi di chi non accetta il vuoto esistenziale che si accompagna ineluttabilmente ai canoni propri della famiglia della medioborghesia.Una medioborghesia che qui viene vista come negazione della vita individuale,della dignità quasi.Il film vuole rendere evidente come un drogato abbia ancora una propria individualità,una personale(seppure autodistruttiva)consapevolezza che muove il suo agire.La scelta finale,da parte del protagonista,della conversione alla vita medioborghese è solo la mera conseguenza della presa di coscienza che forse fra i due danni all'individuo,quello di un avvenire standard è meno deleterio perchè consentirebbe a Mark la vita in senso biologico,l'attivismo,amicizie più selezionate,sincere,uno spiraglio di ottimismo dopo tante esperienze,tutte quante deludenti.Uno dei cardini di questo film é proprio l'amicizia:é forse lo stimolo più importante nella vita giovanile;è quest'amicizia felice che é venuta a mancare al protagonista, insieme con qualsiasi attrazione per il futuro in una società forse troppo omologata e arrivista,monotona,tollernte ma paradossalmente troppo egualitaria(per dirla con Pasolini).Questo è un film pessimista,persino il suo finale lo è,ma non si può dire che non rispecchi in pieno le aspettative,i sentimenti e il disincanto che sono propri di gran parte dei giovani di quest'epoca,posso esserne testimone.
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merit
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martedì 12 giugno 2001
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reale
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Non sono un tossico.
Ma trainspotting è un capolavoro.Mostra la realtà della droga per quello che è,senza cadere nella "palla" de"I ragazzi dello zoo di berlino",ne nell'eccesso goliardico di "Paura e delirio a las vegas".E pura verità.
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