Trainspotting

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Un film di Danny Boyle. Con Ewan McGregor, Robert Carlyle, Ewen Bremner, Kelly MacDonald.
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Titolo originale Trainspotting. Drammatico, durata 115 min. - Gran Bretagna 1996. - Medusa uscita lunedì 19 agosto 2024. MYMONETRO Trainspotting * * * * - valutazione media: 4,22 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

farinotti... Valutazione 4 stelle su cinque

di monolith


Feedback:
giovedì 21 agosto 2008

ma il signor Farinotti viene pagato per NON capire i film? un film può piacere o no, ma la scarsa comprensione del sig. Farinotti, che dovrebbe essere un "esperto", nei confronti di certo cinema mi lascia basito, anche perchè le sue conseguenti recensioni non sono argomentate a dovere. leggendo in giro, mi pare che farinotti, appena sente odore -anche leggero- di politicamente scorretto, stronca, senza fornire reali informazioni sul film in questione. non credo sia professionale su trainspotting, niente da dire che non sia stato detto. un film specchio/caratterizzazione degli anni 90, di una generazione (disillusa, disfattista). la velocità, la spigliatezza, la sfrontatezza di un ventenne della ecstasy-generation; l'autocritica, la riflessione (che farinotti proprio non vuole cogliere) su argomenti tabù. tragicommedia nerissima, non solo sulla droga; sull'assenza di valori etici, sulla deriva pratica, sull'estinzione -della- morale. forse non è un capolavoro, ma è a suo modo un film-manifesto. dire che "qua la soluzione è l'eroina" è francamente ridicolo

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pep82 giovedì 21 agosto 2008
in questo caso grido:viva farinotti!
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La recensione di Farinotti a mio avviso è, a tratti, un po' bigotta, ma condivido la sua opinione secondo la quale Boyle abbia tentato di "esaltare" il fenomeno droga piuttosto che svilirlo. Non lo reputo affatto un film politicamente scorretto, se lo fosse stato avrebbe incontrato molte difficoltà nella distribuzione e con la censura. La realtà è che, come espongo nella mia recensione, il sistema accetta di buon grado questi fumetti pseudo-ribelli, perchè alla fine non mettono per niente in discussione lo stile di vita consumistico, anzi lo portano agli eccessi ed al pardosso della morte(il paradosso del consumo!). Poi quali sarebbero gli argomenti tabù che questo film mette in evidenza e che film degli anni 60-70-80 non avevano già preso in considerazione??? Opere esclusivamente commerciali, come questa, spacciandosi per dei capolavori, nuocciono al vero cinema di qualità, quindi ben venga in tal caso(di solito non condivido i suoi giudizi), la stroncatura di Farinotti.

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monolith martedì 26 agosto 2008
behh
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io davvero non capisco come si possa credere che boyle volesse esaltare il consumo di droga. il portare all'eccesso il "consumo" in generale mi sembra un modo molto intelligente di metterlo in discussione, non il tentativo di sviare la riflessione su mode "pseudo-ribelli". Trainspotting è un film che vive di eccessi (ipperrealisti, iperbolici); attraverso una serie di personaggi ognuno a suo modo cattivo (ma che di ribelle, alla fine non hanno proprio nulla, come nelle intenzioni di welsh prima e di boyle dopo) va avanti per accumulo episodico, e tratteggia uno scenario apparentemente surreale, ma profondamente sincero; scavalcando a piè pari il difetto di molti drug-movie (o generation-movie) più mainstream: trattare un dato argomento X pregiudizialmente, senza cognizione di causa. [+]

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pep82 mercoledì 27 agosto 2008
per monolith
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Io invece credo che quella di Boyle sia una iniziativa tutt'altro che sincera, ma molto studiata e soppesata. Sapeva che girare in un certo modo (stile spot pubblicitario), inviare certi messaggi pseudo-ribelli (non puoi negare che il monologo di McGregor parlasse di ribellione nei confronti del sistema borghese) e creare personaggi ripugnanti ma, tutto sommato, tanto trendy e simpatici, avrebbe fruttato, soprattutto grazie a certo pubblico inesperto, "adolescente". Per me poi, portare all'eccesso il consumo non significa criticare il sistema, ma un disperato tentativo di farvi parte. Oggi risulterebbero, paradossalmente, più ribelli un uomo o una donna che non facessero uso di droghe, che rifiutassero qualsiasi tipo di consumo alla moda(alcool, sigarette ecc. [+]

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pep82 mercoledì 27 agosto 2008
p.s.
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Per quel che riguarda Welsh, credo, avendolo letto, sia uno scrittore mediocre, un epigono dei beat e di bukowsky, che, come tutti i mediocri non ha una visione critica del mondo, non ha una propria idea, ma si affida al caos con piacere. Seppur non esaltando esplicitamente il fenomeno droga, Welsh lo narra, non lo si può negare, con un certo compiacimento e sicuramente interpretandolo, da ignorante qual è, come fattore di disturbo per il sistema. Insomma un personaggio tanto alla moda, lo scrittore del "momento" per gli alternativi di turno, ma di lui, come di Boyle, tra una ventina d'anni non si ricorderà più nessuno e certamente non i libri di letteratura.

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pep82 mercoledì 27 agosto 2008
un'ultima cosa...
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solo per precisare: se un argomento è tabù, nel momento in cui viene toccato, e nel caso della droga è avvenuto più volte in passato, non lo è più, lo dice la parola stessa...In realtà trainspotting è solo un film modaiolo commerciale e assolutamente mainstream(come direbbero gli americani), proprio perchè non critica(critica in senso di analisi) il fenomeno droga, ma non fornisce nemmeno una rappresentazione imparziale, "realista" e cruda, ma partecipa con "simpatia" alle vicende dei personaggi. Cosa rimane perciò di un film del genere se non uno spasso momentaneo, in cui molti giovani possono rivedersi, ma senza "analizzarsi", nè porsi troppi problemi? Un film tabù deve essere in qualche modo scomodo e deve far riflettere e Trainspotting non adempie nemmeno lontanamente a tali presupposti.

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monolith giovedì 28 agosto 2008
punti di vista
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prima di tutto mi complimento, perchè sei uno dei pochi su mymovies che espone le proprie ragioni senza insultare l'interlocutore.detto questo: questione di punti di vista. io, nel monologo (iniziale e finale) di renton vedo la chiave di volta di tutto il film, il suo nodo gordiano, l'attimo in cui tutto si scioglie: trainspotting parla di "eccesso di consumo" a 360 gradi. non solo dunque di anti-consumismo ribelle e adolescienziale. con cinismo, quasi non offre soluzioni. Tutti consumiamo (che sia droga, tv, farmaci, cibo, musica) piccole pillole di piacere temporaneo, il che ci rende tutti dipendenti. la tecnica che boyle applica è la più azzeccata; il tanto criticato stile-videoclip: non poteva essere che quello perchè la regia di boyle, così come il film stesso, in modo ancora più accentuato del libro, è figlio del suo tempo: un tempo di transizione e nuove mode e tendenze, di nuove icone alla ribalata e vecchi miti che tramontano. [+]

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monolith giovedì 28 agosto 2008
....
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....trainspotting affronta questi passaggi "formalmente" traumatici a mio avviso in modo non furbescamente modaiolo ma inevitabilmente contaminato. assorbe e rigetta miti e tendenze di cui sopra (l'ascesa di mtv, il passaggio di consegne fra eroina ed ecstasy, la nascente musica techno...) perchè altrimenti non avrebbe potuto fare. dal lato "scelte stilistiche" apprezzo inoltre moltissimo la decisione (di welsh e di boyle) di non fare di un simile soggetto una tragedia lacrimosa, mostrando aspetti differenti -ma non meno reali- della tossicodipendenza e dei junkies di quelli a cui il cinema ci ha abituati, a partire dall'"amore tossico" di caligari. inserire lo stereotipo del tossico cinematografico avrebbe appesantito il risultato, trasformando una pellicola diretta e a suo modo cruda in un drammone sociale, di APPARENTE maggior impatto, ma sicuramente più ipocrita. [+]

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monolith giovedì 28 agosto 2008
ancora..
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molti hanno storto il naso perchè viene detto, ad un certo punto del film, che farsi d'eroina e piacevole, è bello e divertente. perchè negare l'evidenza? questo mi piace di trainspotting. è capace di rappresentare le due facce della medaglia con un equilibrio unico. là dove di solito il cinema dipinge solo gli aspetti tragicamente e tremendamente negativi del fenomeno droga, trainspotting (senza cantarne le lodi) ne affronta anche l'altro lato quello "piacevole". in questo è un film sincero e diretto; perchè NON si fa portatore di una condanna morale e assoluta, ma espone equilibratamente gesto e conseguenze, sballo e post-sballo, droga e vita "al di là", senza inciampare in pesanti moralismi censori e castranti. [+]

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monolith giovedì 28 agosto 2008
.....
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....dall'altro lato l'approccio con cui il tabù viene affrontato ne cambia radicalmente la concezione. io non me la sentirei di affermare che la droga non sia più argomento tabù (in società quanto al cinema), proprio perchè un tema così articolato va trattato con i guanti di velluto, e presenta molti aspetti diversi e per certi versi distanti. quello che welsh, da ex-tossico, ha fatto con trainspotting non è stato dipingere personaggi "trendy" e simpatici, ma semplicemente affrontare il problema con cognizione di causa in tutti i suoi aspetti, tabù compresi (l'affermazione che farsi d'eroina sia piacevole. che -attenzione!- non è un elogio nè una promozione inopportuna e opportunista). e la trasposizione di boyle ha seguito, in forma ristretta, queste orme, soddisfando una necessità di com [+]

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pep82 giovedì 28 agosto 2008
non sono d'accordo
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Resto del mio parere sul concetto di tabù, soprattutto riguardo al tema della droga, la cui trattazione potrà al massimo scandalizzare (perciò si può parlare di film scandaloso, ma non di tabù)i pochi che ancora ignorano la diffusione del fenomeno. Sugli altri, sui giovani in particolare, opere del genere, specie se non "analitiche" come nel nostro caso, favoriranno un processo di autoindulgenza o non avranno alcun effetto rilevante. Ti posso assicurare che dieci anni fa, quando vidi per la prima volta il film (che tra l'altro all'epoca mi piacque non poco), i miei amici,per niente estranei all'uso di droghe, sghignazzarono per tutto il tempo e Trainspotting divenne il loro cult...Argomenti tabù sono altri, come quello dell'incesto, trattato, ad esempio, da Louis Malle in "Soffio al cuore", ma non certo quello della droga. [+]

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pep82 giovedì 28 agosto 2008
parte 2
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Trainspotting invece sembra un videoclip di quasi due ore che non aggiunge nulla rispetto a film del genere del passato(dal sottovalutato ma ottimo "More" di Schroeder, il quale non dirige certo con "pregiudizi", ma in stile cinema verità,a "Trash" di Morrissey, fino a "Panico a Needle Park" di Shatzberg o al più mediocre e lacrimoso "Ritorno dal nulla"...)e che proprio per lo stile videoclip non può essere più attendibile, proprio per la scelta stilistica "sintetica" e non realista, ma, come ho già scritto, simpatizzante e "ammiccante" alle mode del momento. Qualche mese fa sfogliando un giornale di moda di mia sorella mi è balzato agli occhi "lo stile drogato"(definito proprio così dal giornale) di Renton, con tanto di modello con magliettina attillata. [+]

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monolith giovedì 28 agosto 2008
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lungi da me l'intenzione di farti cambiare opinione. a mio avviso il film di boyle è personale, particolare/particolareggiato non nell'argomento in sè, ma nella trattazione dell'argomento, nelle modalità dell'enunciazione. porre nel substrato filmico il concetto base della vicenda è una scelta a par mio molto più funzionale e funzionante piuttosto che "sbattere il mostro in prima pagina". la stratificazione del piano narrativo e di quello concettuale si legittima per rendere effettivi i diversi piani e le diverse chiavi di lettura della pellicola che, eludendo facili conformismi, concretizza il "messaggio" (il secondo livello, quello concettuale) proprio nell'antitesi del "gesto" (il primo livello, quello più visibile, quello narrativo); una sorta di balletto o di nascondino, dove quello [+]

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pep82 giovedì 28 agosto 2008
parte3
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...figurati, quella dichiarazione sull'eroina nemmeno la ricordavo. Poi, è verissimo che l'essere umano è sempre dipendente da qualcosa(anche il cinema e l'arte possono considerarsi dipendenze), ma la dipendenza dalla droga è alienante e, come scriveva Pasolini, deriva sempre da una mancanza di cultura e dall'incapacità di reagire alle avversità, risultando perciò una resa al sistema più che una reale ribellione. Infine, per quel che riguarda Welsh ribadisco: i beat e Bukowsky lo hanno anticipato di molto, andando ben oltre. Anche se non sei riuscito a convincermi,complimenti per la tua dialettica !

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monolith giovedì 28 agosto 2008
bella
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condivido in parte le opinioni pasoliniane sulla droga, ma una distinzione fra "prima" e "dopo" è d'obbligo. l'arrendevolezza, la debolezza è (spesso. a volte è invece causa) conseguenza di un "prima" quasi -pericolosamente- giocoso, che trainspotting ben descrive, e che pochi altri film di genere trattano con la giusta prospettiva e col giusto metro di giudizio. comunque, critiche legittime e ben argomentate. bello scambio di opinioni

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pep82 giovedì 28 agosto 2008
a presto
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Mi ha fatto piacere discutere civilmente con te sul forum di mymovies, anche perchè, come tu stesso hai potuto notare, è cosa rara da queste parti.

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