giorpost
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domenica 25 aprile 2010
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il treno giusto, guidato dal duo boyle-mcgregor
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Edimburgo, Scozia, anni ‘90. Siamo nell’ epoca della noia, il benessere è quasi ovunque, il lavoro ce n’è in abbondanza e nell’ Occidente americanizzato ci sono pochi hobby e poche cose per cui vale la pena spendere del tempo.
Tutto questo sembra il preludio ad una vita tranquilla, fatta di 8 ore di lavoro, la sera a casa in famiglia, il venerdì fuori con gli amici per una sana sbronza e il week-end speso in un hotel fuori città a base di sesso con il proprio partner, visite guidate e una capatina dai nonni in montagna. E invece la cricca di Mark Renton sceglie tutta un’altra strada, fatta (è proprio il caso di dire) di giornate dedicate interamente all’ eroina, oppure al modo per procurarsela.
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Edimburgo, Scozia, anni ‘90. Siamo nell’ epoca della noia, il benessere è quasi ovunque, il lavoro ce n’è in abbondanza e nell’ Occidente americanizzato ci sono pochi hobby e poche cose per cui vale la pena spendere del tempo.
Tutto questo sembra il preludio ad una vita tranquilla, fatta di 8 ore di lavoro, la sera a casa in famiglia, il venerdì fuori con gli amici per una sana sbronza e il week-end speso in un hotel fuori città a base di sesso con il proprio partner, visite guidate e una capatina dai nonni in montagna. E invece la cricca di Mark Renton sceglie tutta un’altra strada, fatta (è proprio il caso di dire) di giornate dedicate interamente all’ eroina, oppure al modo per procurarsela.
Renton è costantemente fuori, gli amici anche, e a nessuno sembra importare veramente di cercare una svolta, una vita normale. Neanche il sesso fa breccia nel protagonista creato da Welsh. Lo pratica, infatti, per la prima volta passati i 18 anni con una minorenne conosciuta in discoteca e, seppure estasiato per quella esperienza, non avrà modo di impegnarsi seriamente con nessuna.
Il resto del branco non ne azzecca una, tentativi di disintossicazione a go-go, per cui l’ unica strada è quella di cambiare aria e Mark ci prova andandosene a Londra a vender case.
L’amicizia, si sa, a volte è dura a morire e allora Begbie, il più anziano del gruppo (un ottimo Carlyle), lo raggiunge nella capitale, ma solo per trascinarlo di nuovo nei guai. E così tra un funerale e l’ altro (muoiono la neonata figlia di Sick Boy per indigenza e Tommy per l’ AIDS) e tra un furto e una rapina i nostri si ritrovano con un discreto bottino tra le mani…E’ dura, a questo punto, non avere strane tentazioni, ma il comportamento irresponsabile di Begbie che attira poliziotti come pochi al mondo, spinge Renton a prendere la borsa e scappare coi soldi, lasciandone una parte per l’ unico vero amico rimastogli, Spud.
E qui si assiste ad uno dei monologhi più famosi della storia del Cinema, un pensiero raccontato in prima persona (come lungo tutto il film) da quel Ewan McGregor che ha indissolubilmente legato la sua carriera a questo personaggio, duro ma dolce, svogliato e al contempo determinato, con una faccia da schiaffi ma terribilmente attraente che, alla fine, “sceglie” il treno giusto, ci sale sopra, e si appresta a vivere quella vita normale alla quale tutti dovrebbero ambire, con una maledetta lavatrice, uno stupido divano, il mega-televisore col gioco a quiz, giorni che passano sempre uguali, e ti ritrovi a 60 anni in una casa di riposo a guardarti indietro a rimpiangere quello che non hai mai fatto e a ricordare quello che di buono sei riuscito a fare. Una morale banale ma efficace: a volte è più saggio scegliere la noia che una vita sparata al massimo senza esserne coscienti.
Ottima regia per Boyle e bella prova per il suo pupiilo McGregor che non si ripeterà più a questi livelli.
Voto: 7+
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batman77
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venerdì 26 marzo 2010
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non è un drammatico!
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io la definisco una commedia grottesca.
è un film di cattivo gusto, specialmente perchè banalizza una realtà (l'eroina) che è un gravissimo problema sociale.
in genere gli altri film su questo argomento sono molto più realistici ed eccessivamente drammatici mentre
trainspotting è leggero, scorrevole , grottesco.. e questo lo rende una specie di cult apprezzato dal pubblico.
dialoghi gia sentiti e scene scoppiazzate un po qui o un po la.. mi ha ricordato pulp fiction per certe cose.
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m4rcus
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martedì 16 marzo 2010
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stupefacente
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Grandissimo film, dall'inizio alla fine.. mai banale, con una grande trama, grande significato, e sopratutto con una grande colonna sonora.
Da vedere e rivedere. L'unico film che riesce a far capire il mondo della droga in tutte le sua sfaccettature.
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francescol82
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giovedì 11 marzo 2010
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veramente bello
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Ottimo, mostra allo spettatore l'eroina com'è realmente. Inizia con una presentazione affascinante di questo "schifo", è bellissima, regala sensazioni inimmaginabili, man mano che il film prosegue tra scene divertenti e altre più serie ci si rende bene conto che dietro l'apparenza di un paradiso iniettabile si nasconde un vortice di atroce sofferenza. Alcune scene come quella della bambina dimenticata nella culla le ho trovate un pò forti ma azzeccate per far capire quanto lontano dal mondo reale possa portare l'eroina.
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g. romagna
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giovedì 21 gennaio 2010
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trainspotting
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Trainspotting è terribile, crudo, cinico, non offre spiragli di redenzione, così come l'eroina, o come il segno che, indelebile, ti lascia se riesci ad uscirne. La droga nei protagonisti non si limita a divenire una momentanea via di fuga, ma la realtà costante in cui vivere, l'unica cosa che sappia dare una parvenza di senso all'esistenza (attenzione: solo una parvenza), in questo "scegliere di non scegliere la vita". L'eroina diviene l'esistenza (terrificante in tal senso, la scena in cui la madre, alla morte della propria figlioletta, riesca a pronunciare come prima e sola frase di senso compiuto un allucinante ma, forse, entrando nell'ottica dei personaggi -e questo film ti permette di farlo in maniera mirabile-, comprensibile "Devo farmi") e tutto il resto, l'esistenza canonica degli uomini medi, un lungo, tedioso ed insignificante cammino verso il marcire.
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Trainspotting è terribile, crudo, cinico, non offre spiragli di redenzione, così come l'eroina, o come il segno che, indelebile, ti lascia se riesci ad uscirne. La droga nei protagonisti non si limita a divenire una momentanea via di fuga, ma la realtà costante in cui vivere, l'unica cosa che sappia dare una parvenza di senso all'esistenza (attenzione: solo una parvenza), in questo "scegliere di non scegliere la vita". L'eroina diviene l'esistenza (terrificante in tal senso, la scena in cui la madre, alla morte della propria figlioletta, riesca a pronunciare come prima e sola frase di senso compiuto un allucinante ma, forse, entrando nell'ottica dei personaggi -e questo film ti permette di farlo in maniera mirabile-, comprensibile "Devo farmi") e tutto il resto, l'esistenza canonica degli uomini medi, un lungo, tedioso ed insignificante cammino verso il marcire. Tuttavia, nessuna delle due vie, quella della droga o quella del "colesterolo basso e del fai da te della domenica mattina" riescono ad offrire un senso pieno, tangibile, un qualcosa per cui concretamente vivere. Anche l'amicizia tra i tossicomani ha come unico collante la droga: non può esservi fiducia reciproca, correttezza, lealtà, ed i fatti stanno lì, concreti, a dimostrarlo: quando Mark va in overdose la "madre superiora", per non essere coinvolto, lo carica su un taxi diretto verso l'ospedale e se ne torna a casa; quando Tommy viene mollato dalla ragazza perchè la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la sparizione della vhs pornografica amatoriale che li vedeva ritratti assieme, egli decide di cominciare a farsi di eroina -sino ad allora non lo aveva mai fatto- e se la procura grazie a Mark, lo stesso che gli aveva rubato il filmato e che non prova, davanti a ciò, il benchè minimo senso di colpa, neppure quando, di lì a poco, Tommy morirà, solo e tossicomane; quando Mark tenta di rifarsi una vita divenendo un mediocre agente immobiliare (attività che, non per niente, lo rende "quasi soddisfatto, per la prima volta nella vita"), saranno i suoi amici a venirlo a prendere ed a ricondurlo nel turbinio fatto di droga ed inganni, che non ci lasciano fino al termine del film. Se un barlume di redenzione e di uscita definitiva dal giro della disperazione (per abbracciarne, comunque, un altro fatto di mediocrità ed insignificanza, pur potendo sembrare migliore perchè meno autodistruttivo) sembra farsi largo nel finale, esso appare ad ogni modo non si sa quanto credibile e, soprattutto, ricolmo di nullità, tanto nel suo realizzarsi quanto nel suo fallimento. Nichilismo passivo in senso assoluto. Terribile e, proprio per questo, efficace. La miseria in cui vivono i protagonisti (la medesima che essi stessi vedono intrisa nelle persone che non sono come loro) è tale per cui, nonostante le loro malefatte, non si può odiarli, bensì provare al massimo un senso di pena e compassione per quello di cui sono vittime. Da sottolineare infine, tra le scene, quella che raffigura la fase di delirio da astinenza che coglie Mark nel letto: magnifica, inquietante e di sorprendente forza comunicativa, così come le precedenti, quando, tuffandoci in pieno surrealismo simbolista, vediamo lo stesso, appena fattosi, sprofondare nel tappeto su cui giace per essere poi così, da questa prospettiva, portato via e mostrato nei momenti successivi, sino all'arrivo in ospedale, a simboleggiare la profondità di quel tunnel che mai come in quel momento è stato ad un passo dall'inghiottirselo per sempre.
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barmario
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martedì 29 dicembre 2009
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ti sbatte in faccia cos'è l'eroina
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Film cult degli anni '90, ti sbatte in faccia cos'è davvero l'eroina attraverso la storia di alcuni amici in una Scozzia degradata, che quasi sembra non ti offra grosse alternative. Ognuno ha il suo carattere e con il medesimo si pone nei confronti della droga in modo diverso: dall'eroinomane più convinto, a quello consapevole e che si colpevolizza, a quello sportivo che finisce anch'egli per cadere nel giro per emulare i compagni, fino al recidivo che però alla fine ce l'ha fa ad uscirne.
Memorabili alcune scene, come la nuotata all'interno del wc, la visione del neonato appeso al soffitto che gira la testa all'interno, le lensuola piene di feci scagliate contro i suoceri. Crudezza ed ironia condite da una colonna sonora tipicamente anni '90, veloce e dura.
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Film cult degli anni '90, ti sbatte in faccia cos'è davvero l'eroina attraverso la storia di alcuni amici in una Scozzia degradata, che quasi sembra non ti offra grosse alternative. Ognuno ha il suo carattere e con il medesimo si pone nei confronti della droga in modo diverso: dall'eroinomane più convinto, a quello consapevole e che si colpevolizza, a quello sportivo che finisce anch'egli per cadere nel giro per emulare i compagni, fino al recidivo che però alla fine ce l'ha fa ad uscirne.
Memorabili alcune scene, come la nuotata all'interno del wc, la visione del neonato appeso al soffitto che gira la testa all'interno, le lensuola piene di feci scagliate contro i suoceri. Crudezza ed ironia condite da una colonna sonora tipicamente anni '90, veloce e dura.
Visto in età adolescenziale ti resta impresso anzichennò e forse ti fa passare anche la voglia di drogarti...
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framel
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mercoledì 16 dicembre 2009
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impegnativo
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Film impegnativo da guardare, disturbante. Alcune scene sono davvero forti a livello espressivo e per i contenuti. Il monologo iniziale di Renton è fondamentale per capire il film. Bravissimo Ewan McGregor.
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noxaro
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giovedì 15 ottobre 2009
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grande film
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Bel film che riesce a mostrare il mondo che non vediamo o non vogliamo vedere, un mondo cattivo per quelli che ne sono fuori, un mondo caldo e confortevole per quelli che vi si rifugiano. Ottimo film 4 stelle
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(di noxaro)
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mojitofk
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lunedì 20 luglio 2009
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la verità estrema
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La verità estrema di questo film rende in modo impeccabile l'idea di quel mondo che per molti è sconosciuto e da molti ignorato.
Assolutamente da vedere.
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anny
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martedì 17 marzo 2009
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grande
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uno dei film più belli che abbia mai visto, scene sconcertanti si alternano a momenti di riflessione.. è divertente crudo e duro come la vita dei protagonisti. finalmente un film che si mette dal punto di vista dei tossici e che racconta la realtà dei fatti..
grande Ewan McGregor
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