bohemiã©n
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giovedì 21 luglio 2011
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un' endovena di realtà
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Credo, come alcuni qui su mymovies, che molte persone non abbiano davvero capito questo film, credendolo un'inno alla droga e alla vita sregolata (basta fare un giro su forum o gruppi FB per capire cosa intendo).
Trainspotting è uno di quei film che ti arrivano dritti allo stomaco, se trovi una qualche affinità con la linea di pensiero che accompagna tutte le vicende, dall'inizio alla fine.
E' un film che, universalmente, non può non colpire chi non ha scelto lo stile di vita imperante e per questo si sente un eterno outsider.
E' un film sulla sofferenza, sull'indifferenza delle persone, sui conflitti silenziosi tra genitori e figli, le finte amicizie, il modo di vivere superficiale che ormai impera e lascia un senso di vuoto immenso in chi non lo sente come suo.
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Credo, come alcuni qui su mymovies, che molte persone non abbiano davvero capito questo film, credendolo un'inno alla droga e alla vita sregolata (basta fare un giro su forum o gruppi FB per capire cosa intendo).
Trainspotting è uno di quei film che ti arrivano dritti allo stomaco, se trovi una qualche affinità con la linea di pensiero che accompagna tutte le vicende, dall'inizio alla fine.
E' un film che, universalmente, non può non colpire chi non ha scelto lo stile di vita imperante e per questo si sente un eterno outsider.
E' un film sulla sofferenza, sull'indifferenza delle persone, sui conflitti silenziosi tra genitori e figli, le finte amicizie, il modo di vivere superficiale che ormai impera e lascia un senso di vuoto immenso in chi non lo sente come suo. Un film degli anni novanta sempre attuale e per questo un vero capolavoro.
La droga, pur essendo il filo conduttore, è solo la via di fuga dei protagonisti, i quali, chi più chi meno, ne sono assolutamente consci. Per questo la vita da eroinomani è mostrata così com'è, priva di qualsiasi condanna moralistica. In realtà non ce n'è bisogno: il film propone Mark Renton come l'anti-eroe per eccellenza, eppure, si intravede in lui una personalità complessa, profonda e sensibile...troppo diversa per integrarsi nella società. La droga non è fine a se stessa ma un divertissement da un disagio esistenziale incompreso e spesso preso alla leggera. I protagonisti sono completamente soli di fronte ai loro problemi e non hanno alcun punto di riferimento. I genitori, quando ci sono, come nel caso di Mark, si comportano con preoccupazione per le cose di superficie (Mark si droga) senza andare molto oltre (ma PERCHE' si droga?), causando un senso di alienazione e solitudine senza via d'uscita.. La scena in cui portano Mark in braccio nella sua cameretta dopo l'overdose e la scena al bingo rendono bene l'idea dell'assenza di comunicazione e della distanza che c'è tra genitori e figli.
Ma dopo la discesa agli inferi e la disintossicazione, scegliere la vita sarà davvero la soluzione finale per Mark? Omologarsi, anche se consciamente....quanto può durare per una persona con una sensibilità così diversa?
Il lavoro di Boyle è davvero uno dei migliori sul senso della vita, un vero film "generazionale", e credo che molti dei nati tra fine '70 e inizi '80 non possano che amarlo e sentirlo proprio. Testimone il fatto che dopo 15 anni se ne continua a parlare.
Il libro ha un tono un po' diverso, più "corale" (compaiono molti più personaggi), meno grottesco ma più crudo. Credo che Boyle, nel film, abbia voluto sottolineare maggiormente l'aspetto di denuncia e di disagio. Nel libro è certamente presente, ma si perde un po' nei mille personaggi e nei mille fatti raccontati.
Un'ultima considerazione: Ewan McGregor in questa interpretazione è davvero eccezionale. Penso sia tra i suoi lavori migliori. (Ewan stesso ha dichiarato che Trainspotting è il film a cui è più legato).
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bamanuel26
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lunedì 27 giugno 2011
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perfetto, ma non troppo...
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Intanto vorrei cominciare dicendo che un film non debba per forza lasciare un messaggio positivo, vediamo tutte le sere in TV delle serie televisive che di educativo non hanno niente, eppure sono in prima serata col bollino giallo...
Ma parliamo del film... Il film si avvicina al capolavoro, ha raccontato con una sottile ironia (che poi alla fine è la stessa ironia che applicano i ragazzi alla loro vita, pur sapendo di andare allo sfascio ogni giorno di più), ha raccontato di come è facile entrare nel mondo della droga quando ti senti vuoto e senza alternative, ha raccontato la filosofia del drogato e cioè che tutto nella vita è relativo, che non è detto che scegliere la vita sia più giusto rispetto a non scegliere la vita, ha anche raccontato un pò di Gran Bretagna degli anni 90.
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Intanto vorrei cominciare dicendo che un film non debba per forza lasciare un messaggio positivo, vediamo tutte le sere in TV delle serie televisive che di educativo non hanno niente, eppure sono in prima serata col bollino giallo...
Ma parliamo del film... Il film si avvicina al capolavoro, ha raccontato con una sottile ironia (che poi alla fine è la stessa ironia che applicano i ragazzi alla loro vita, pur sapendo di andare allo sfascio ogni giorno di più), ha raccontato di come è facile entrare nel mondo della droga quando ti senti vuoto e senza alternative, ha raccontato la filosofia del drogato e cioè che tutto nella vita è relativo, che non è detto che scegliere la vita sia più giusto rispetto a non scegliere la vita, ha anche raccontato un pò di Gran Bretagna degli anni 90... L'unica cosa che manca è la rappresentazione della difficoltà di uscire seriamente dall'eroina... non si può fare un paio di mesi in una clinica che ti somministra tre dosi di metadone, che ti lascia libero di andare dove vuoi e di prendere ciò che vuoi, nè tanto meno si può smettere facendoti chiudere nella tua stanza dai tuoi genitori, o andando in un'altra città... non si può neanche "scegliere la vita" così improvvisamente da un giorno all'altro, infatti immaginando un futuro di Mark, io non credo a ciò che dice alla fine... questa è l'unica pecca di un film che rappresenta un mondo in un modo originale!
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simona proietti
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giovedì 9 giugno 2011
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colonna sonora di un'overdose
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Questo film è una colonna sonora di un'overdose. Coglie assolutamente nel segno. Ebbene, mi ritrovo qui a scrivere la mia opinione su questo film, dopo 15 anni che è uscito, ma lo faccio con estremo rigore e vigore. Non ho problemi a confessare di aver avuto a che fare con la droga: per questo dico che le atmosfere ricreate dal regista Danny Boyle, sono ASSOLUTAMENTE azzeccatissime. Perfetta la scena in cui il protagonista in crisi di astinenza si ritrova nel suo letto e vede camminare sul soffitto il bambino morto della sua amica . In quella scena c'è tutta la disperazione ed il mondo di chi si fa: di chi è vittima di una crisi di astinenza. Era difficile saper riportare in immagini delle sensazioni fisiche e mentali.
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Questo film è una colonna sonora di un'overdose. Coglie assolutamente nel segno. Ebbene, mi ritrovo qui a scrivere la mia opinione su questo film, dopo 15 anni che è uscito, ma lo faccio con estremo rigore e vigore. Non ho problemi a confessare di aver avuto a che fare con la droga: per questo dico che le atmosfere ricreate dal regista Danny Boyle, sono ASSOLUTAMENTE azzeccatissime. Perfetta la scena in cui il protagonista in crisi di astinenza si ritrova nel suo letto e vede camminare sul soffitto il bambino morto della sua amica . In quella scena c'è tutta la disperazione ed il mondo di chi si fa: di chi è vittima di una crisi di astinenza. Era difficile saper riportare in immagini delle sensazioni fisiche e mentali. Ottima anche la scena in cui il protagonista viene raccolto in mezzo alla strada per essere buttato davanti ad un pronto soccorso, poichè vittima (questa volta) di una dose tagliata male, che rischiava di farlo passare a miglior vita. La dose di adrenalina che in ospedale gli salva la vita, diventa un simbolo per tutti i ragazzi che hanno tristemente avuto modo di vedere la morte da vicino. La colonna sonora è incredibile: ritmata, aggressiva, discotecara... come è l'esistenza di ogni tossicodipendente. Film immortale.
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alexlaby
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giovedì 2 giugno 2011
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un capolavoro
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Non un colossal di 4 ore, bensì un capolavoro di 80 minuti.
E' tra i tre film più belli che abbia mai visto.
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nerazzurro
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sabato 30 aprile 2011
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lo stile danny boyle
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Visivamente magnifico! soffre solo un il ritmo frenetico (in 80 minuti racchiude di tutto!). Di certo e la migliore interpretazione di Ewan Mcgregor (dopo Big Fish). Contenuti pesanti: è meglio indicare la visione ad un pubblico più maturo. Danny Boyle ha realizzato un film magnifico!
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pjmix
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sabato 12 febbraio 2011
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la droga vista tragicomicamente.
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Un film comico o drammatico? Tutte e 2; questo film è un mix di emozioni contrastanti e di scene psichedeliche. Inizia e finisce con un monologo; inizia con il rifiuto della vita, dei canoni, delle idee del tempo e il rifugio nella droga come scappatoia; finisce con la consapevolezza che nella vita devi farcela da solo, con furbizia, accettando la società per quello che è, conformandosi al resto della gente.. un'evoluzione quindi, passata tra qualche risata e un po' di tristezza.
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giòòòòò
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sabato 12 febbraio 2011
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fila via come l'eroina. delirante.
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Fantastico. Ritmo incalzante che immedesima alla perfezione nel contesto della Droga. Delirante!
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fra007
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lunedì 8 novembre 2010
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imperdibile
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trainspotting tiene incollati allo schermo! grazie alla regia e un montaggio scorrevole come un treno.
mai noioso, intrigante, divertente e interessante. un capolavoro di regia e tecnica cinematografica!
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chriss
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martedì 6 luglio 2010
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io scelto la vita...
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" Io ho scelto di non scegliera la vita...Ho scelto qualcosaltro. Le ragioni? Non cisono ragioni! Chi ha bisogno di ragioni quando hai l' eroina? E ancora: " Sono nel limbo dei tossici...Ho bisogno di un altro schizzo! " "Trainspotting", di Danny Boyle, è un film presentato fuori concorso nel 1996 al Festival di Cannes. Il film narra le vicende di quattro ragazzi scozzesi alle prese con la droga: Renton, il protagonista, Spud, Sick Boy e Tommy. Un discorso a parte va fatto per Begbie: è un altro bel tipetto che ama menare le mani, ma non si droga per sua fortuna. Per sua sfortuna sarà costretto a rubare e a spacciare per vivere, proprio come Sick Boy! A chi non avesse visto Trainspotting, dico di prepararsi a tutto, perché questo è un film molto forte, che ti rimane dentro proprio come una droga! Ma qui non si parla soltanto di eroina.
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" Io ho scelto di non scegliera la vita...Ho scelto qualcosaltro. Le ragioni? Non cisono ragioni! Chi ha bisogno di ragioni quando hai l' eroina? E ancora: " Sono nel limbo dei tossici...Ho bisogno di un altro schizzo! " "Trainspotting", di Danny Boyle, è un film presentato fuori concorso nel 1996 al Festival di Cannes. Il film narra le vicende di quattro ragazzi scozzesi alle prese con la droga: Renton, il protagonista, Spud, Sick Boy e Tommy. Un discorso a parte va fatto per Begbie: è un altro bel tipetto che ama menare le mani, ma non si droga per sua fortuna. Per sua sfortuna sarà costretto a rubare e a spacciare per vivere, proprio come Sick Boy! A chi non avesse visto Trainspotting, dico di prepararsi a tutto, perché questo è un film molto forte, che ti rimane dentro proprio come una droga! Ma qui non si parla soltanto di eroina. In questo film vengono trattati altri argomenti derivanti dal forte uso di droghe pesanti: solitudine, emarginazione, a volte violenza gratuita, incapacità di reazione da parte dei genitori e della società, malattie e chi più ne ha, più ne metta! Insomma, a mio parere,
Trainspotting è un film completo e per tutti e, nonostante il tema della droga, molto educativo( contrariamente a quanto si potrebbe pensare ). Perché se la società è malata, allora avvelena anche i più giovani, i più derelitti, i più annoiati, i più deboli e fragili! Reagire, rialzarsi e riprendersi la vita dopo è ancora peggio. Ci sono almeno due scene molto forti in questo film: Quella del bagno, quando Renton si immerge per riprendersi le supposte e quella del bambino morto, forse per essersi punto con un ago pieno di droga. L' unica scena veramente divertente è quella in cui si vede Spud che, in un tira e molla con la madre della sua ragazza, rovescia le lenzuola su cui aveva precedentemente defecato.Bellissima la colonna sonora. Bravissimo Ewan McGregor nella parte di Marc Renton. Molto ben riusciti gli altri personaggi, spece Spud e Begbie. La frase finale è anche molto incoraggiante per il nostro narratore-protagonista: " Io scelgo la vita...Tirando avanti, lontano dai guai, in attesa del giorno in cui morirai..."
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antonykal
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lunedì 5 luglio 2010
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la cura anestetica alla realtà
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Esiste un'alternativa alla vita?Un qualcosa che esuli dalla vita normale?La risposta è nella droga,forse. Avere una famiglia,un lavoro,degli hobby sani,una cazzo di tv, così Renton definisce tutto quello a cui rinuncia.Perchè?Perchè ha scelto una non-vita. La realtà è troppo dura, ogni giorno passa solo per distribuire dell'insensatezza e così Renton e i suoi amici decidono di fuggire da tutto questo. Per compiere tale fuga non basta semplicemente non fare nulla o divertirsi e basta. Ci vuole infatti qualcosa che ti faccia completamente dimenticare la nullità che sei, che ti faccia sentir di meno, in pratica che ti anestetizzi. La droga,la siringa,il laccio emostatico e intanto il cucchiaio che surriscalda il preparato,quel liquido che si va a miscelare col tuo sangue,entrando così come un intruso nel tuo corpo fino a prenderne il sopravvento.
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Esiste un'alternativa alla vita?Un qualcosa che esuli dalla vita normale?La risposta è nella droga,forse. Avere una famiglia,un lavoro,degli hobby sani,una cazzo di tv, così Renton definisce tutto quello a cui rinuncia.Perchè?Perchè ha scelto una non-vita. La realtà è troppo dura, ogni giorno passa solo per distribuire dell'insensatezza e così Renton e i suoi amici decidono di fuggire da tutto questo. Per compiere tale fuga non basta semplicemente non fare nulla o divertirsi e basta. Ci vuole infatti qualcosa che ti faccia completamente dimenticare la nullità che sei, che ti faccia sentir di meno, in pratica che ti anestetizzi. La droga,la siringa,il laccio emostatico e intanto il cucchiaio che surriscalda il preparato,quel liquido che si va a miscelare col tuo sangue,entrando così come un intruso nel tuo corpo fino a prenderne il sopravvento.Questa è la risposta,nella quale il mondo non fa più paura perchè non vi partecipi più,ma sei traportato in un trip accogliente, dove non provi dolore, ridi, saltelli per i prati vivendo come in un paese dei balocchi o un luna park.
Purtoppo per ogni giostra c'è da pagare un prezzo e tale prezzo è molto alto. Renton e i suoi amici vengono risucchiati da questo potere anestetizzante della droga e non sempre trovano i soldi per permetterselo. Così quando ritornano alla realtà si trovano spaesati,alienati,non più autosufficienti, sino ad arrivare a eipisodi come quello del neonate lasciato morire di fame o di Tommy, l'amico morto annegato nel proprio vomito.
Per uscirne non servono solo tenacia e convinzione, ma vera e propria astinenza, ottenuta soltanto rimanendo chiusi come in una prigione, o in camera come succede a Renton.
Questo film ritengo che sia un capolavoro proprio perchè illustra, seppur con dettagli molto impressionanti ciò che può portare alla droga e i suoi effetti e come alla fine dipenda solo ed esclusivamente da te la condotta della tua vita. Renton così pian piano scopre che si può vivere in questo mondo,che c'è posto anche per lui e che in definitiva ha compreso, scappando con i soldi, chesi può star bene anche in questo modo, senza per forza allontanarsi con la droga.
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