Palombella rossa |
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Un film di Nanni Moretti.
Con Mariella Valentini, Silvio Orlando, Nanni Moretti, Eugenio Masciari, Asia Argento.
continua»
Commedia,
durata 89 min.
- Italia 1989.
MYMONETRO
Palombella rossa
valutazione media:
3,62
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Palombella Rossadi G. RomagnaFeedback: 16232 | altri commenti e recensioni di G. Romagna |
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venerdì 16 aprile 2010 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Michele Apicella (Nanni Moretti), pallanuotista e politico del PCI, diventa specchio surreale, nella cornice di una partita di pallanuoto che non termina mai, del disorientamento storico di un partito in declino. Ogni personaggio ed ogni situazione aliena a qualsiasi rigore logico divengono la metafora di una perdita di orientamento, tanto alla base quanto ai vertici dell’organizzazione. Largo così ai militanti delusi che lamentano una mancanza di contatto con la rappresentanza, al cattolico (probabilmente il personaggio più geniale) che dice ad Apicella di essere, in fin dei conti, come lui, alla giornalista incompetente che lo incalza parlando di “trend negativo” ed all’allenatore (un efficace Silvio Orlando) che urla e strepita invano mentre intorno a lui tutto va a rotoli. La partita si protrae dal pomeriggio fino a notte inoltrata attraversando tutti i più assurdi eventi. Dal 9-2 senza appello la squadra di Apicella ingrana la quarta e a pochi secondi dal termine riesce incredibilmente a portarsi sul 9-8. L’ultima azione della sfida le regala un rigore. Sarà proprio Michele a batterlo, e l’esito dirà tanto della visione finale delle cose… Terribilmente idiosincratico, simbolista, amaro, pungente e surreale come il miglior cinema morettiano sa essere. Sembra, a tratti, di assistere ad un film di Bunuel. Le taglienti critiche alla perdita di contatto da quei principi e da quelle risposte concrete e coerenti capaci di dare un senso, alle porte degli anni ’90, all’esistenza del PCI, vanno tutte a segno, mascherate dalle lunghe discussioni, dalle chiacchiere più o meno vuote di chi sa di aver perso la bussola ma non vuole ammetterlo. Sensazionali le battute finali, con la tribuna politica che termina tra gli stonati versi di Battiato cui segue il mantra “Noi siamo uguali ma diversi, uguali ma diversi” e quell’umile Sol dell’Avvenir che sorge accompagnato, tristemente, da una risata… Amaro apologo che in maniera lungimirante prevede, alcuni anni prima, la fine rovinosa della parabola (palombella, appunto) di un partito che già da tempo non sapeva più (come il Moretti rigorista) dove guardare.
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