subcomrix
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lunedì 28 maggio 2007
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splendido
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Ah quanto deve essere rassicurante la professione di critico in Italia. Perché tutto il lavoro si limita a catalogare l'opera in una casellina precostituita. Palombella Rossa è un film sulla crisi del PCI, frase breve, nove parole, cui aggiungere qualche aggettivo ed un paio di frasi sulla trama e il gioco è fatto.
E invece il gioco vero inizia subito dopo, perché la crisi che viene messa in scena (o campo, o piscina, che dir si voglia) è quella di un politico che per un istante si è scordato i facili e vuoti schematismi verbali tramite i quali si protegge. Poi c'è la crisi di un vecchio giocatore che non ha scelto lo sport nel quale compete, del fatto che a molte cose alle quali dedichiamo tante energie nel corso di una vita, ciò che ci lega sono i particolari, magari ritenuti insignificanti: gli insulti dei tifosi o la pizza nello spogliatoio a fine gara.
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Ah quanto deve essere rassicurante la professione di critico in Italia. Perché tutto il lavoro si limita a catalogare l'opera in una casellina precostituita. Palombella Rossa è un film sulla crisi del PCI, frase breve, nove parole, cui aggiungere qualche aggettivo ed un paio di frasi sulla trama e il gioco è fatto.
E invece il gioco vero inizia subito dopo, perché la crisi che viene messa in scena (o campo, o piscina, che dir si voglia) è quella di un politico che per un istante si è scordato i facili e vuoti schematismi verbali tramite i quali si protegge. Poi c'è la crisi di un vecchio giocatore che non ha scelto lo sport nel quale compete, del fatto che a molte cose alle quali dedichiamo tante energie nel corso di una vita, ciò che ci lega sono i particolari, magari ritenuti insignificanti: gli insulti dei tifosi o la pizza nello spogliatoio a fine gara. C'è l'incapacità nel difendersi da un linguaggio banale e spesso avulso dal significato spesso delle parole. C'è una toccante riflessione sul valore del silenzio, di fronte a tutto il resto, c'è una Babele urlante di personaggi fantasmi di una mente allo sbando, c'è il contrasto con in mondo interiore dominato dal ricordo, dalla malinconia per ciò che non tornerà più. C'è chissà quanto altro ancora. C'è, soprattutto, il più bel film mai realizzato attorno ad un evento sportivo, forse l'unico, da Day of Fight di Kubrick.
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vekkiofrank
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giovedì 19 settembre 2002
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abbi dubbi
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e tu, caro McArthur, quanti dubbi hai?Sono convinto che il film ti è piaciuto,convinto con riserva,s'intende! Abbi dubbi, cantava Bennato.Ah,quel certo partito, almeno in Italia ha contribuito, e non poco,a far nascere una Repubblica, che purtroppo sta cadendo nel baratro del ridicolo con un premier che ride, ride, ride...anche le jene lo fanno, ma sempre Repubblica è.Prima andava peggio.
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g. romagna
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venerdì 16 aprile 2010
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palombella rossa
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Michele Apicella (Nanni Moretti), pallanuotista e politico del PCI, diventa specchio surreale, nella cornice di una partita di pallanuoto che non termina mai, del disorientamento storico di un partito in declino. Ogni personaggio ed ogni situazione aliena a qualsiasi rigore logico divengono la metafora di una perdita di orientamento, tanto alla base quanto ai vertici dell’organizzazione. Largo così ai militanti delusi che lamentano una mancanza di contatto con la rappresentanza, al cattolico (probabilmente il personaggio più geniale) che dice ad Apicella di essere, in fin dei conti, come lui, alla giornalista incompetente che lo incalza parlando di “trend negativo” ed all’allenatore (un efficace Silvio Orlando) che urla e strepita invano mentre intorno a lui tutto va a rotoli.
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Michele Apicella (Nanni Moretti), pallanuotista e politico del PCI, diventa specchio surreale, nella cornice di una partita di pallanuoto che non termina mai, del disorientamento storico di un partito in declino. Ogni personaggio ed ogni situazione aliena a qualsiasi rigore logico divengono la metafora di una perdita di orientamento, tanto alla base quanto ai vertici dell’organizzazione. Largo così ai militanti delusi che lamentano una mancanza di contatto con la rappresentanza, al cattolico (probabilmente il personaggio più geniale) che dice ad Apicella di essere, in fin dei conti, come lui, alla giornalista incompetente che lo incalza parlando di “trend negativo” ed all’allenatore (un efficace Silvio Orlando) che urla e strepita invano mentre intorno a lui tutto va a rotoli. La partita si protrae dal pomeriggio fino a notte inoltrata attraversando tutti i più assurdi eventi. Dal 9-2 senza appello la squadra di Apicella ingrana la quarta e a pochi secondi dal termine riesce incredibilmente a portarsi sul 9-8. L’ultima azione della sfida le regala un rigore. Sarà proprio Michele a batterlo, e l’esito dirà tanto della visione finale delle cose… Terribilmente idiosincratico, simbolista, amaro, pungente e surreale come il miglior cinema morettiano sa essere. Sembra, a tratti, di assistere ad un film di Bunuel. Le taglienti critiche alla perdita di contatto da quei principi e da quelle risposte concrete e coerenti capaci di dare un senso, alle porte degli anni ’90, all’esistenza del PCI, vanno tutte a segno, mascherate dalle lunghe discussioni, dalle chiacchiere più o meno vuote di chi sa di aver perso la bussola ma non vuole ammetterlo. Sensazionali le battute finali, con la tribuna politica che termina tra gli stonati versi di Battiato cui segue il mantra “Noi siamo uguali ma diversi, uguali ma diversi” e quell’umile Sol dell’Avvenir che sorge accompagnato, tristemente, da una risata… Amaro apologo che in maniera lungimirante prevede, alcuni anni prima, la fine rovinosa della parabola (palombella, appunto) di un partito che già da tempo non sapeva più (come il Moretti rigorista) dove guardare.
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sil
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giovedì 2 agosto 2007
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moretti riflette e si riflette in poche battute
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bel film davvero, il plot è estremamente scarno: un esponente del PCI che ripercorre la sua vita durante una partita di pallanuoto; il risultato non è solo un'analisi fredda delle potenzialità e delle contraddizioni del comunismo, ma anche una continua riflessione su varie tematiche e aspetti della vita. Nonostante la franchezza e la decisione con cui si esprime la posizione di Michele Apicella non è quella dell'uomo con esperienza che vuol insegnare qualcosa, semmai è di colui che vuole cercare di capire, una specie di Socrate moderno che cerca una qualche certezza e aborre la superficialità. E' interessante notare che il tutto è concentrato in pochi dialoghi, ricordi, monologhi per un totale di 1 ora e mezza di pellicola.
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bel film davvero, il plot è estremamente scarno: un esponente del PCI che ripercorre la sua vita durante una partita di pallanuoto; il risultato non è solo un'analisi fredda delle potenzialità e delle contraddizioni del comunismo, ma anche una continua riflessione su varie tematiche e aspetti della vita. Nonostante la franchezza e la decisione con cui si esprime la posizione di Michele Apicella non è quella dell'uomo con esperienza che vuol insegnare qualcosa, semmai è di colui che vuole cercare di capire, una specie di Socrate moderno che cerca una qualche certezza e aborre la superficialità. E' interessante notare che il tutto è concentrato in pochi dialoghi, ricordi, monologhi per un totale di 1 ora e mezza di pellicola.
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barmario
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domenica 27 dicembre 2009
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lo smarrimento del pci
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Racconto di un PCI verso lo smarrimento, con tanto di confusione dei suoi elettori e rappresentanti. Molto belle alcune scene, come quella del finale del Dottor Zivago, l'intervista che sfocia nella canzone di Battiato "E ti vengo a cercare" nelle cui parole Michele si rifugia non sapendo più cosa dire ai giornalisti incalzanti che gli chiedono del futuro del PCI, il rigore durante la partita di pallanuoto tirato a destra e quindi sbagliato dopo averlo sempre tirato a sinistra, il finale con Moretti che ripete "noi siamo uguali a voi, ma diversi...".
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filippo catani
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martedì 7 maggio 2013
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palombella nella porta del pci
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Un deputato comunista che soffre di problemi di memoria dopo un incidente, inizia a fare una sorta di bilancio di quella che fino a quel momento è stata la sua vita di militante politico, di sportivo e anche di padre.
Nanni Moretti è una sorta di profeta laico. In questo film preconizzò la fine imminente del PCI, nel Caimano vide il palazzo di giustiza dato alle fiamme e con Habemus papam vaticinò la possibilità che un Papa potesse rinunciare al suo incarico. Detto questo, Palombella rossa è senza dubbio un film che ha fatto epoca e segna un po' la fine dell'illusione del vecchio militante comunista. Il tutto infatti si potrebbe ridurre alla frase pronunciata dal giovane Moretti quando dice ma riusciremo di questo comunismo a vedere almeno una piccola parte della fase di transizione?.
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Un deputato comunista che soffre di problemi di memoria dopo un incidente, inizia a fare una sorta di bilancio di quella che fino a quel momento è stata la sua vita di militante politico, di sportivo e anche di padre.
Nanni Moretti è una sorta di profeta laico. In questo film preconizzò la fine imminente del PCI, nel Caimano vide il palazzo di giustiza dato alle fiamme e con Habemus papam vaticinò la possibilità che un Papa potesse rinunciare al suo incarico. Detto questo, Palombella rossa è senza dubbio un film che ha fatto epoca e segna un po' la fine dell'illusione del vecchio militante comunista. Il tutto infatti si potrebbe ridurre alla frase pronunciata dal giovane Moretti quando dice ma riusciremo di questo comunismo a vedere almeno una piccola parte della fase di transizione?. E poi tutte le altre pesanti critiche a un partito ormai percorso e dilaniato da mille correnti, incapace di fare altro se non l'opposizione, impacciato se rimanere sulle sue posizioni o nuotare verso il centro (bellissima e allegorica la scena di Moretti che si ricorda quando da piccolo aveva paura di buttarsi nell'acqua alta). E poi il peccato più grave di tutti e cioè quello di aver perso ogni contatto con la propria base che anzi viene deliberatamente ignorata dal momento che nessuno risponde alle loro lettere. Insomma un amaro ritratto della sinistra italiana che, specialmente in questi giorni assai amari, è attuale più che mai.
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great steven
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sabato 30 marzo 2019
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satira al tempo stesso quieta e assatanata.
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PALOMBELLA ROSSA (IT/FR, 1989) diretto da NANNI MORETTI. Interpretato da NANNI MORETTI, SILVIO ORLANDO, MARIELLA VALENTINI, ALFONSO SANTAGATA, CLAUDIO MORGANTI, MARCO MESSERI, ASIA ARGENTO, DANIELE LUCHETTI, FABIO TRAVERSA
Michele, funzionario del PCI, fa un incidente automobilistico e perde la memoria. Ritornando a praticare la pallanuoto, lo sport che ha cominciato (controvoglia) da bambino perché incentivatovi dal padre autoritario, l’amnesia passa e l’uomo rimette insieme i pezzi della propria vita e discute sul disagio, la confusione e le contraddizioni della sinistra. Tutto si conclude con un ulteriore incidente in seguito al quale appare un misterioso e, probabilmente, fasullo sole dell’avvenire su cui persone accorse sul luogo per via del sinistro si interrogano.
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PALOMBELLA ROSSA (IT/FR, 1989) diretto da NANNI MORETTI. Interpretato da NANNI MORETTI, SILVIO ORLANDO, MARIELLA VALENTINI, ALFONSO SANTAGATA, CLAUDIO MORGANTI, MARCO MESSERI, ASIA ARGENTO, DANIELE LUCHETTI, FABIO TRAVERSA
Michele, funzionario del PCI, fa un incidente automobilistico e perde la memoria. Ritornando a praticare la pallanuoto, lo sport che ha cominciato (controvoglia) da bambino perché incentivatovi dal padre autoritario, l’amnesia passa e l’uomo rimette insieme i pezzi della propria vita e discute sul disagio, la confusione e le contraddizioni della sinistra. Tutto si conclude con un ulteriore incidente in seguito al quale appare un misterioso e, probabilmente, fasullo sole dell’avvenire su cui persone accorse sul luogo per via del sinistro si interrogano. Sincero come una tegola in testa, è il più radicale, nevrotico, estremo film di Moretti. Contro l’idiozia del potere, la chiacchiera inconcludente, gli stereotipi del giornalismo, le ciance infruttuose dei politici, la perdita della memoria storica. Il protagonista rischia di mandare a picco la sua squadra così come ha affossato la sua carriera politica di onorevole comunista. L’opera avrà poi degli agganci piuttosto evidenti con un successivo film di Moretti, Il caimano: entrambi hanno come perno l’avvento del centrodestra al potere, con la differenza temporale che Palombella rossa parla della crisi devastante della sinistra italiana a fine anni 1980, mentre il secondo affronta un tema più rettilineo e incentrato su una specifica figura dopo la forte affermazione del berlusconismo. Un parallelismo che regge anche pensando ad un’anticipazione che la pellicola in questione opera sul passaggio fra la prima e la seconda repubblica. Oltre ad un personaggio principale ai limiti di una paranoia autodistruttiva, abbiamo anche un Orlando efficace nelle vesti dell’irascibile allenatore della squadra di pallanuotisti e una Argento 14enne sotto le righe perfetta come figlia di Michele Apicella (curiosamente lo stesso nome del carattere che N. Moretti interpretò nel bellissimo Bianca), delusa dai comportamenti sfuggenti del padre. Molte le sequenze memorabili, fra cui il processo, più volte frastagliato e descritto come un’autentica farsa in cui la Magistratura non riveste altro se non la tonaca di un’accusatrice insensata e rabbiosa che nemmeno conosce i diritti del cittadino, prevarica la libertà e svolge nel peggiore dei modi la funzione che le è stata affidata (di rado, nella sua filmografia votata all’impegno civico-sociale, Moretti ha risparmiato qualcuno!), e il rigore che Michele tira contro la porta avversaria, ma che il portiere prevedibilmente para in quanto è un rigore facilissimo da neutralizzare. Entrambe le scene riuscite metafore di valori e ideali andati perduti la cui resurrezione, o per meglio specificare, riesumazione, pare impossibile. Ovvio, pertanto, che il giudizio espresso si riveli implacabile e terrificante dal punto di vista del pessimismo cosmico che ne è il motore. Interessanti i personaggi secondari che di continuo assalgono il funzionario comunista per rimproverargli la sua esecrabile caduta, convinti che da uno come lui non ce la si fosse mai potuta aspettare. Giocano da mezzo di tramite con un passato di speranze di gloria i brevi filmati in cui si assiste alle lotte operaie del partito svoltesi un decennio prima, quando le illusioni apparivano ancora come una realtà afferrabile. Un po’ datato, ma prezioso per comprendere la mentalità giuridica dell’epoca, specie per chi non l’ha vissuta perché nato dopo. Prodotto dalla Sacher Film. Musiche: Nicola Piovani, con l’aggiunta del brano del 1988 di Franco Battiato E ti vengo a cercare.
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brando fioravanti
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lunedì 4 giugno 2012
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palombella rossa
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Un giocatore di pallanuoto che soffre di amnesia non riesce a ricordare che cosa ha fatto qualche giorno prima . Tutti ne parlano. Durante la partita gli rivengono molti ricordi di lui come politico e di quando ha iniziato a giocare a pallanuoto. Moretti interpreta un personaggio nevrotico al punto di arrivare al delirio. Discutibile nel suo eccesso, ma sorprendente in molti tratti. Buone le scene oniriche come un bisogno per evadere dalla realtà
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mik
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lunedì 9 marzo 2009
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moretti e la crisi di un epoca
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Il 1989 è l'anno che segna la caduta del muro di berlino,e la fine dei regimi comunisti nell'europa dell'est. Si può dire che con il crollo non venga giù solo un muro reale e ideale che separava la vecchia europa dalla fine della guerra: a crollare è soprattutto un universo di valori, speranze e idee che avevano influenzato almeno 3 generazioni in Italia come all'estero. In Italia il PCI (il partito comunista più importante d'Europa) fallita la strategia del compromesso storico e morto Berlinguer, il suo leader più rappresentativo ,è entrato con gli anni '80 in una fase di "lunga decadenza", stabilmente marginalizzato all'opposizione e in una profonda crisi d'identità che corre parallela agli accadimenti al di quà della "cortina di ferro", tanto da dover aprire un ripensamento molto sofferto sul proprio universo valoriale umano e politico.
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Il 1989 è l'anno che segna la caduta del muro di berlino,e la fine dei regimi comunisti nell'europa dell'est. Si può dire che con il crollo non venga giù solo un muro reale e ideale che separava la vecchia europa dalla fine della guerra: a crollare è soprattutto un universo di valori, speranze e idee che avevano influenzato almeno 3 generazioni in Italia come all'estero. In Italia il PCI (il partito comunista più importante d'Europa) fallita la strategia del compromesso storico e morto Berlinguer, il suo leader più rappresentativo ,è entrato con gli anni '80 in una fase di "lunga decadenza", stabilmente marginalizzato all'opposizione e in una profonda crisi d'identità che corre parallela agli accadimenti al di quà della "cortina di ferro", tanto da dover aprire un ripensamento molto sofferto sul proprio universo valoriale umano e politico.
E'in questo preciso contesto storico che si deve valutare questo "palombella rossa"... e già dal titolo si deduce molto: un colpo della pallanuoto "fantasioso" che ha in se l'idea di ascesa e decadenza, "rossa" perchè proprio su questa crisi poltico-ideale Moretti vuole interrogarsi. La crisi politica non è però l'unico tema che attraversa e pervade questo lungometraggio: a fianco a questa si trova in misura addirittura maggiore la crisi personale del protagonista-regista (ma in fondo bisogna credere che la crisi politico-ideale del comunismo sia stata per i più ovviamente anche una crisi personale)e questa è l'intuizione Morettiana:la crisi d'identità politico-personale che diventa amnesia, smarrimento, difficoltà nel ricordare, nel ricordarsi. E' appunto un universo di valori che sembra improvvisamente venir meno e aprire inquietanti voragini sotto i piedi.
In questo senso il film è un documento per certi versi sconvolgente, pienamente rappresentativo di un'epoca (o sarebbe meglio dire di un'epopea) che si avvia drammaticamente e fragorosamente alla fine..e la rappresentazione morettiana di questo crollo è intensamente e inelluttabilmente pessimista, fatalista e pervasa totalmente da un senso di fallimento e morte, con la partita finale di pallanuoto persa che si trasforma in metafora esistenziale di una sconfitta storica.
Fortemente simboliche e rappresentative in tal senso sono le scene tratte dal "dottor Zivago", dove si consuma quell'incontro mancato con la "donna", a mandare un ulteriore senso di fallimento anche nell'incontro con l'altro sesso, con la diversità e l'appagamento in un rapporto uomo-donna. Ciò che mi porta a dare un giudizio negativo del film è proprio tutto quello he fin qui ho elencato: la fine del comunismo e dei suoi valori o più semplicemente della sua forma applicata in terra rappresenta necessariamente la fine della possibilità di un'idea di uomo e di società diversa e più giusta? la "partita persa" è davvero l'ultimo atto personale per quanti in quell'ordine di idee avevano creduto e lottato,Moretti confonde i propri fallimenti personali fino a trasformarli in un fallimento universale che non c'è stato? è difficile (a tratti insopportabile) assecondare questo suo eccessivo personalismo fatalista portato fino al'esasperazione in una pellicola che riflette certamente anche una frammentazione (fino a che punto voluta?) logica e personale.
Ma tutto questo fa parte di un personaggio Moretti che non ha mai fatto mistero delle proprie idee ed emozioni, dividendo il pubblico (soprattutto di sinistra) tra chi lo ama e chi lo odia, o chi come me lo guarda e non lo condivide.
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