Palombella rossa |
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Un film di Nanni Moretti.
Con Mariella Valentini, Silvio Orlando, Nanni Moretti, Eugenio Masciari, Asia Argento.
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Commedia,
durata 89 min.
- Italia 1989.
MYMONETRO
Palombella rossa
valutazione media:
3,62
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Moretti e la crisi di un epocadi mikFeedback: 0 |
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lunedì 9 marzo 2009 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Il 1989 è l'anno che segna la caduta del muro di berlino,e la fine dei regimi comunisti nell'europa dell'est. Si può dire che con il crollo non venga giù solo un muro reale e ideale che separava la vecchia europa dalla fine della guerra: a crollare è soprattutto un universo di valori, speranze e idee che avevano influenzato almeno 3 generazioni in Italia come all'estero. In Italia il PCI (il partito comunista più importante d'Europa) fallita la strategia del compromesso storico e morto Berlinguer, il suo leader più rappresentativo ,è entrato con gli anni '80 in una fase di "lunga decadenza", stabilmente marginalizzato all'opposizione e in una profonda crisi d'identità che corre parallela agli accadimenti al di quà della "cortina di ferro", tanto da dover aprire un ripensamento molto sofferto sul proprio universo valoriale umano e politico. E'in questo preciso contesto storico che si deve valutare questo "palombella rossa"... e già dal titolo si deduce molto: un colpo della pallanuoto "fantasioso" che ha in se l'idea di ascesa e decadenza, "rossa" perchè proprio su questa crisi poltico-ideale Moretti vuole interrogarsi. La crisi politica non è però l'unico tema che attraversa e pervade questo lungometraggio: a fianco a questa si trova in misura addirittura maggiore la crisi personale del protagonista-regista (ma in fondo bisogna credere che la crisi politico-ideale del comunismo sia stata per i più ovviamente anche una crisi personale)e questa è l'intuizione Morettiana:la crisi d'identità politico-personale che diventa amnesia, smarrimento, difficoltà nel ricordare, nel ricordarsi. E' appunto un universo di valori che sembra improvvisamente venir meno e aprire inquietanti voragini sotto i piedi. In questo senso il film è un documento per certi versi sconvolgente, pienamente rappresentativo di un'epoca (o sarebbe meglio dire di un'epopea) che si avvia drammaticamente e fragorosamente alla fine..e la rappresentazione morettiana di questo crollo è intensamente e inelluttabilmente pessimista, fatalista e pervasa totalmente da un senso di fallimento e morte, con la partita finale di pallanuoto persa che si trasforma in metafora esistenziale di una sconfitta storica. Fortemente simboliche e rappresentative in tal senso sono le scene tratte dal "dottor Zivago", dove si consuma quell'incontro mancato con la "donna", a mandare un ulteriore senso di fallimento anche nell'incontro con l'altro sesso, con la diversità e l'appagamento in un rapporto uomo-donna. Ciò che mi porta a dare un giudizio negativo del film è proprio tutto quello he fin qui ho elencato: la fine del comunismo e dei suoi valori o più semplicemente della sua forma applicata in terra rappresenta necessariamente la fine della possibilità di un'idea di uomo e di società diversa e più giusta? la "partita persa" è davvero l'ultimo atto personale per quanti in quell'ordine di idee avevano creduto e lottato,Moretti confonde i propri fallimenti personali fino a trasformarli in un fallimento universale che non c'è stato? è difficile (a tratti insopportabile) assecondare questo suo eccessivo personalismo fatalista portato fino al'esasperazione in una pellicola che riflette certamente anche una frammentazione (fino a che punto voluta?) logica e personale. Ma tutto questo fa parte di un personaggio Moretti che non ha mai fatto mistero delle proprie idee ed emozioni, dividendo il pubblico (soprattutto di sinistra) tra chi lo ama e chi lo odia, o chi come me lo guarda e non lo condivide.
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