andrea
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domenica 15 febbraio 2009
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l'incubo del ritorno dei morti viventi
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Il vecchio Burt, impiegato di una fabbrica di trasporti, sta insegnando al giovane Fred il suo lavoro quando gli viene in mente, dopo avergli raccontato una storia vera, di fargli vedere alcuni contenitori militari in cui si celano dei morti viventi ibernati. Dopo un'incidente, i due liberano involontariamente un gas di si diparte in tutto l'edificio riportando in vita gli zombie e contagiando anche i due impiegati. Esordio di Dan O'Bannon, uno dei due sceneggiatori di 'Alien' e produttore(in seguito) di altre pellicole horror che costruisce il suo film ironizzando sul film di George A. Romero, 'La Notte Dei Morti Viventi'(servendosene come sequel non del tutto ufficiale), sugli stessi zombie e sugli esperimenti del Governo Americano.
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Il vecchio Burt, impiegato di una fabbrica di trasporti, sta insegnando al giovane Fred il suo lavoro quando gli viene in mente, dopo avergli raccontato una storia vera, di fargli vedere alcuni contenitori militari in cui si celano dei morti viventi ibernati. Dopo un'incidente, i due liberano involontariamente un gas di si diparte in tutto l'edificio riportando in vita gli zombie e contagiando anche i due impiegati. Esordio di Dan O'Bannon, uno dei due sceneggiatori di 'Alien' e produttore(in seguito) di altre pellicole horror che costruisce il suo film ironizzando sul film di George A. Romero, 'La Notte Dei Morti Viventi'(servendosene come sequel non del tutto ufficiale), sugli stessi zombie e sugli esperimenti del Governo Americano. Quello che ne viene fuori è una parodia horror degli zombie movie, condita di stereotipi del genere, splatter a buon mercato e tanta fantasia di contorno. E l'idea del contagio(tramite una ciminiera che sta emanando nell'aria le ceneri del morto risvegliato dai due lavoratori) è il lampante esempio di come girare un B Movie 'impossibile' ai livelli di trama ma perfetto e geniale per inaugurare un revival sul genere dei morti viventi che, nella metà degli anni '80, andava alla grande nei cinema degli Stati Uniti. Il film, per quanto possa essere sgangherato ai livelli di montaggio e sceneggiatura, è una macchina del terrore capace di accontentare lo spettatore che, a quei tempi, era abituato a 'Poltergeist', 'Omen', 'La Casa', 'Halloween' e 'Venerdì 13'. IL Ritorno Dei Morti Viventi è anche buono per le ambientazioni(il cimitero, l'obitorio e la fabbrica) e sfrutta pienamente il discreto budget e la sceneggiatura parodistica al fine di creare atmosfera horror e il colpo di scena. Cast di attori per lo più sconosciuti, tranne Don Calfa, James Karen, Clu Gulager e Linnea Quigley. Inevitabili successo cinematografico che ha portato altri sceneggiatori e registi a continuare la serie di O'Bannon con 'IL Ritorno Dei Morti Viventi 2&3', tutti B Movie di cui solo il terzo, di Brian Yuzna, può risultare il migliore. Seguito anche nel 2008 da altri due sequel di Ellory Elkayem, inediti in Italia e negli USA. Un pò scontato e deludente il finale, ma comunque consigliato.
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connor hawk
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lunedì 14 dicembre 2015
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prima di "shaun of the dead"
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Molti anni prima che Edgar Wright partorisse una delle più grandi parodie horror mai realizzate, il genere zombie aveva già vissuto qualcosa di simile: "Il ritorno dei morti viventi" di David O'Bannon (sceneggiatore di robetta come Dark Star, Alien e Atto di forza) film cult del 1985. Nella pellicola si respira un aria fumettosa, non molto dissimile da quella del "Creepshow" di romeriana memoria e sono proprio i film di Romero ad aver ispirato O'Bannon (tant'è che, a quanto pare, il film doveva essere prodotto da Romero stesso e girato addirittura da Tobe Hooper). La scelta dei punk come protagonisti della vicenda (cosa che lo ha reso quasi un film generazionale), lo spogliarello di Linnea Quigley nel cimitero e l'introduzione della parola "Cervello" nel vocabolario zombesco (sì, questa caratteristica dei non morti nasce proprio da qui) hanno reso questa pellicola un vero e proprio cult, per appassionati del genere e non.
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Molti anni prima che Edgar Wright partorisse una delle più grandi parodie horror mai realizzate, il genere zombie aveva già vissuto qualcosa di simile: "Il ritorno dei morti viventi" di David O'Bannon (sceneggiatore di robetta come Dark Star, Alien e Atto di forza) film cult del 1985. Nella pellicola si respira un aria fumettosa, non molto dissimile da quella del "Creepshow" di romeriana memoria e sono proprio i film di Romero ad aver ispirato O'Bannon (tant'è che, a quanto pare, il film doveva essere prodotto da Romero stesso e girato addirittura da Tobe Hooper). La scelta dei punk come protagonisti della vicenda (cosa che lo ha reso quasi un film generazionale), lo spogliarello di Linnea Quigley nel cimitero e l'introduzione della parola "Cervello" nel vocabolario zombesco (sì, questa caratteristica dei non morti nasce proprio da qui) hanno reso questa pellicola un vero e proprio cult, per appassionati del genere e non. Meravigliosi gli effetti speciali, simpatici gli attori e nel complesso una storia assurda e delirante che però intrattiene dal primo all'ultimo minuto.
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gepy7
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sabato 1 novembre 2014
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cine cult
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Zombi horror molto anni 80, dallo stile alla musica, in chiave parodistica e autocitazionistica. Abbastanza divertente comunque, con alcune sequenze riuscite divenute poi di culto : il ballo nudo di Lynnea Quigley sulla tomba, gli zombi che fuoriescono in chiave havy-metal, la camera ardente emblematicamente considerata luogo di rifugio, lo zombi parlante che chiama i rinforzi via radio, l'interrogatorio dello zombi-donna-putrefatta. All'epoca, per noi adolescenti, fu oggetto di culto incondizionato, anche per via del divieto ai minori che lo rese più appetibile. Ebbe un buon successo, e decretò, almeno al box office, il parziale flop del contemporaneo "Il giorno degli zombi", di Romero.
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Zombi horror molto anni 80, dallo stile alla musica, in chiave parodistica e autocitazionistica. Abbastanza divertente comunque, con alcune sequenze riuscite divenute poi di culto : il ballo nudo di Lynnea Quigley sulla tomba, gli zombi che fuoriescono in chiave havy-metal, la camera ardente emblematicamente considerata luogo di rifugio, lo zombi parlante che chiama i rinforzi via radio, l'interrogatorio dello zombi-donna-putrefatta. All'epoca, per noi adolescenti, fu oggetto di culto incondizionato, anche per via del divieto ai minori che lo rese più appetibile. Ebbe un buon successo, e decretò, almeno al box office, il parziale flop del contemporaneo "Il giorno degli zombi", di Romero. Poi la storia ha reso giustizia: quest'ultimo è considerato tutt'ora un capolavoro, il film di O'Bannon, comunque, fa una discreta figura nei pochi film dedicati agli zombi.
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