michele martelossi
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domenica 17 marzo 2024
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un capolavoro unico da cinquanta natali a oggi
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Quest’anno saranno cinquanta i Natali da che “Black Christmas” fu realizzato in una ghiacciata primavera del 1974 a Toronto eppure nulla potrà mai scalfire il suo impermeabile fascino. Innamoratosi per via dell’imponente scala interiore di una costruzione in stile Tudor alla periferia della città, non lontana da Casa Loma, Bob Clark decise di ambientarvi questo capolavoro che emulsiona in modo incredibile la vicenda investigativa e la verve (qui necessariamente cupa) della festività natalizia. Il cast, nel quale per un pelo non finì anche Bette Davis nel ruolo di Mrs. Mac, è un diamante sfaccettato di star canadesi e americane che erano già entrate nell'Olimpo.
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Quest’anno saranno cinquanta i Natali da che “Black Christmas” fu realizzato in una ghiacciata primavera del 1974 a Toronto eppure nulla potrà mai scalfire il suo impermeabile fascino. Innamoratosi per via dell’imponente scala interiore di una costruzione in stile Tudor alla periferia della città, non lontana da Casa Loma, Bob Clark decise di ambientarvi questo capolavoro che emulsiona in modo incredibile la vicenda investigativa e la verve (qui necessariamente cupa) della festività natalizia. Il cast, nel quale per un pelo non finì anche Bette Davis nel ruolo di Mrs. Mac, è un diamante sfaccettato di star canadesi e americane che erano già entrate nell'Olimpo. Olivia Hussey aveva conquistato la fama mondiale sperimentando i tormenti di Giulietta Capuleti grazie a Zeffirelli. Keir Dullea era stato lanciato nel firmamento cinematografico e spaziale da Stanley Kubrick nella sua odissea. Margot Kidder aveva dato prova della sua mostruosa bravura e complessità psicologica in “Sisters” dell'allora compagno Brian De Palma e a John Saxon, giunto sul set da New York per una sostituzione tempestiva, venne opportunamente cucita addosso l'uniforme del poliziotto che tanto gli porterà fortuna anche in seguito. Il periodo è quello del Watergate dove le intercettazioni telefoniche fanno storia mentre sta facendo giurisprudenza la sentenza rivoluzionaria “Roe vs Wade” sul diritto delle donne di decidere in autonomia sulla maternità. Il film è una straordinaria bolla convessa nella quale si vive un'esperienza onirica fatta di cori natalizi, cani da fiuto, trilli telefonici, chiamate agghiaccianti, cimici per rintracciarle, partenze festive e sparizioni improvvise, humor e drama fotografati negli inconfondibili toni degli anni '70. Ma è anche un film dalla personalità forte, barricato, adulto, maturo, di nicchia e, per questo, ancor più affascinante e con un montaggio sapiente che incastra alla perfezione tutti i personaggi nelle dinamiche del pomeriggio della vigilia trascorso a cercare la prima vittima. I suoni musicali sono ricreati con i rebbi delle forchette sulle corde di uno strumento. Le morti per mano del killer schizoide e babelico avvengono in maniera sobria, la volgarità è solo verbale, le prestazioni degli attori sono sublimi e quelle dei comprimari eccellenti. La Hussey è divina, coraggiosa. La Kidder è indomita, selvaggia e bellissima nel suo menefreghismo ancora orfano di Superman che arriverà nella sua vita solo più tardi, a salvarla. Dullea è bello anche lui, criptico, sospettosamente doppio, bohémien al conservatorio, genio e sregolatezza che rompe il pentagramma, calato nell’aria ovattata della Seeley Hall al Trinity College della quale ci viene regalato un eccellente campo lungo dopo che lui e Olivia Hussey si sono confrontati sul disfacimento del rapporto dei loro personaggi e lei se ne va lasciandolo seduto al pianoforte. E la casa, meta di pellegrinaggio dei fanatici e, come spero, anche del mio, con i suoi caminetti accesi, la botola della soffitta, la scala a pioli per raggiungerla, le balaustre di legno imponenti e il pianerottolo dalle luci perennemente accese ma ugualmente minaccioso è l'altra grande protagonista non accreditata. Inutile dire che amo tutto di questo iconico esperimento che vidi da bambino in una serata memorabile e che ancora oggi sta in cima alle mie preferenze per l'impagabile atmosfera che riesce tuttora a ricreare, complice l'unicità della sua formula. 10/10 (Warner Bros).
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sasao
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venerdì 15 dicembre 2023
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meno male
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A me il film è piaciuto, non un capolavoro, ma un' ora e mezza godibile, ma qui il punto che volevo rimarcare non è questo, ma semplicemente dire meno male che me lo sono visto prima di leggere la scheda, che in 5 righe ammazza la visione spoilerando tutto. Ma santa pazienza, e che diamine.
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sasao
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venerdì 15 dicembre 2023
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meno male
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A me il film è piaciuto, non un capolavoro, ma un' ora e mezza godibile, ma qui il punto che volevo rimarcare non è questo, ma semplicemente dire meno male che me lo sono visto prima di leggere la scheda, che in 5 righe ammazza la visione spoilerando tutto. Ma santa pazienza, e che diamine.
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emanuelemarchetto
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sabato 18 marzo 2017
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un assassino per natale
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Theodore Robert Bundy (Burlington, 24 novembre 1946 – Starke, 24 gennaio 1989) è stato un serial killer statunitense, autore di almeno 30-35 omicidi ai danni di giovani donne negli Stati Uniti tra il 1974 e il 1978.
Sembra assurdo, ma questo spietato assassino ha ispirato un film di natale: Black Christmas di Bob Clark.
Trama: alla vigilia di natale,un pazzo omicida si introduce nella soffitta di una villa abitata da studentesse e le uccide una per una.
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Theodore Robert Bundy (Burlington, 24 novembre 1946 – Starke, 24 gennaio 1989) è stato un serial killer statunitense, autore di almeno 30-35 omicidi ai danni di giovani donne negli Stati Uniti tra il 1974 e il 1978.
Sembra assurdo, ma questo spietato assassino ha ispirato un film di natale: Black Christmas di Bob Clark.
Trama: alla vigilia di natale,un pazzo omicida si introduce nella soffitta di una villa abitata da studentesse e le uccide una per una. La polizia indaga.
Con questo film si fa coincidere la nascita dello slasher movie, in quanto incorpora tutte le caratteristiche di questo sottogenere: ragazze sessualmente attive, body coun e un'assassino senza volto. La formula raggiungerà la perfezione tre anni dopo con l' Halloween di John Carpenter, ma nonostante qualche lungaggine, Black Christmas mantiene ancora oggi un suo fascino. L'utilizzo di lunghe soggettive fanno coincidere lo sguardo dello spettatore con quello del killer, senza però conoscerne ne' il volto ne' il movente. Questo crea un effetto di spaesamento davvero efficace, in quanto non viene data alcuna certezza a cui aggrapparsi. L'inquietante finale è perfettamente coerente con questa logica.
Insomma un filmetto tranquillo, da vedere in attesa del 25 dicembre.
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ghostface82
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domenica 31 luglio 2016
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Un filmetto thriller un po'lento tranne l'inizio ma chi è il killer, un pazzo a caso o il fidanzato della protagonista?...BILLY.BILLY.BILLY ma chi è Billy che non compare mai nel film!
Comprate il DVD che costa poco e tenetelo perché è da collezione (costo 3-4€)
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molinari marco
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martedì 26 luglio 2011
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e così tutto ebbe inizio...
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Ritrovarsi tra le mani quest’opera di Bob Clarke può essere considerata una vera fortuna per tutti i cinefili in generale, e per gli amanti del genere horror in particolare. Infatti, si potrebbe asserire, che è proprio grazie a questa pellicola che lo slasher ha attecchito negli Stati Uniti, a dieci anni esatti di distanza da Sei donne per l’assassino del nostro Mario Bava che aveva dato i natali al genere. E il lavoro svolto con una certa maestria da Clarke darà tutti i suoi frutti, se solo si pensa a quanta fortuna avrà in seguito questo sottogenere nel cinema americano. Basti pensare al primo, e ormai mitico, Halloween di John Carpenter che darà ufficialmente il via a tutta una prosperosa genia di assassini, mascherati o mostruosi a seconda dei casi, che si divertiranno ad infilzare le loro vittime.
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Ritrovarsi tra le mani quest’opera di Bob Clarke può essere considerata una vera fortuna per tutti i cinefili in generale, e per gli amanti del genere horror in particolare. Infatti, si potrebbe asserire, che è proprio grazie a questa pellicola che lo slasher ha attecchito negli Stati Uniti, a dieci anni esatti di distanza da Sei donne per l’assassino del nostro Mario Bava che aveva dato i natali al genere. E il lavoro svolto con una certa maestria da Clarke darà tutti i suoi frutti, se solo si pensa a quanta fortuna avrà in seguito questo sottogenere nel cinema americano. Basti pensare al primo, e ormai mitico, Halloween di John Carpenter che darà ufficialmente il via a tutta una prosperosa genia di assassini, mascherati o mostruosi a seconda dei casi, che si divertiranno ad infilzare le loro vittime. E l’inquietante soggettiva di Michael Meyers che si appresta ad uccidere la sua sorellina, e che fa parte ormai della storia del cinema mondiale, è già presente in germi in questa pellicola di Clarke. Ma anche le tematiche che in seguito diverranno quasi una costante dello slasher sono già quasi tutte presenti in questo film: la provincia americana, la disinibizione sessuale delle ragazze come presunto movente dei crimini, l’irrazionalità dei delitti, il finale aperto che lascia presagire un sequel, la constatazione che i crimini più efferati soventemente si svolgano all’interno delle mura domestiche, l’inettitudine delle forze dell’ordine di fronte al male (qui sbeffeggiata alla grande dal momento che le ricerche condotte dalla polizia non si concentrano neanche per un momento sul luogo in cui vivevano le vittime). A tutti i cineasti che amano avventurarsi con l’horror consiglio vivamente la visione di questa pellicola, dal momento che si ha come l’impressione che vi siano al suo interno ancora numerosi spunti che possono servire da ispirazione per progetti futuri da realizzare (lo stesso Wes Craven presumo abbia attinto da questo film nel momento in cui ha dato alla luce il suo Scream). Il regista, in seguito, si perderà nel vorticoso labirinto dell’industria cinematografica hollywoodiana, provando tutti i generi possibili, ma senza mai trovare la propria strada (il film che forse più lo rappresenta resta Porkys, completamente agli antipodi se messo a confronto con l’opera qui presa in esame). È stato un peccato, dal momento che forse continuando per la via intrapresa ad inizio carriera avrebbe avuto qualcosa di indubbiamente più interessante da dire al suo pubblico. Ultimamente è stato proposto nelle sale un remake di questo Natale rosso sangue, che pare andato in scena senza lasciare alcuna traccia di sé. A tutti coloro che sono rimasti delusi da esso, consiglio vivamente la visione dell’originale.
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pablothecat
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martedì 30 ottobre 2007
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c'è un regalo in soffitta....
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Prendete uno club studentesco popolato da belle ragazze, dei bizzarri e inquietanti fidanzati, una governante alcolizzata, un gatto bianco, un maniaco che fa squillare in continuazione il telefono. Ponete questi personaggi in una grande casa di legno canadese attorniato solo dalla neve, con decine di stanze, soffitta, scantinato e tante porte. Il giorno della vigilia di natale. Ovviamente l'assassino non è quello che voi credete... un horror d'altri tempi che invecchia con classe, come un buon vino.
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henry
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giovedì 30 agosto 2007
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che delusione!avrei dovuto dar retta al mereghetti
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Se non fosse per alcune trovate visive e certi lampi di umorismo ghignante il film sarebbe un totale colabrodo: non solo la suspense è inesistente, ma la sceneggiatura non fa nulla per far sembrare credibile un intreccio giallo che, tra l'altro, potrebbe concludersi dopo 10 minuti. Il finale poi è di una stupidità incredibile. Comunque, alcune soggettive verranno riproposte pari pari nel bellissimo Halloween di Carpenter. Micidiale la messa in scena.
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s2art
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venerdì 29 giugno 2007
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ke oo gli spoiler...
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nn è giusto...la recensione del farinotti fa troppo spoiler...uffa adesso nn c sarà gusto a vederlo!
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(di luca2012)
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marco
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venerdì 1 dicembre 2006
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'agnes... sono io, billy...' un natale di morte
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Una sorellanza viene disturbata da chiamate oscene nel periodo di Natale, e il peggio è che il maniaco non si ferma lì... passa all'azione con ogni mezzo; arpioni, buste di plastica, unicorni di cristallo... E per le ragazze (Jess-Olivia Hussey, Barb-Margot Kidder, Phyllis-Andrea Martin, Mrs. Mac-Marion Waldman, Claire-Lynne Griffin) della sorellanza Pi Kappa Sig sarà un Natale rosso... di sangue.
Un thriller terrificante ed intenso, con ottimi attori (oltre alle summenzionate indico Peter-Keir Dullea, Chris-Art Hindle e il Tenente Fuller-John Saxon (dopo 'La Ragazza Che Sapeva Troppo' e prima di 'Nightmare-Dal Profondo Della Notte', un altro poliziotto) e un deciso precursore di 'HalloweeN'.
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Una sorellanza viene disturbata da chiamate oscene nel periodo di Natale, e il peggio è che il maniaco non si ferma lì... passa all'azione con ogni mezzo; arpioni, buste di plastica, unicorni di cristallo... E per le ragazze (Jess-Olivia Hussey, Barb-Margot Kidder, Phyllis-Andrea Martin, Mrs. Mac-Marion Waldman, Claire-Lynne Griffin) della sorellanza Pi Kappa Sig sarà un Natale rosso... di sangue.
Un thriller terrificante ed intenso, con ottimi attori (oltre alle summenzionate indico Peter-Keir Dullea, Chris-Art Hindle e il Tenente Fuller-John Saxon (dopo 'La Ragazza Che Sapeva Troppo' e prima di 'Nightmare-Dal Profondo Della Notte', un altro poliziotto) e un deciso precursore di 'HalloweeN'.
Se questo film non vi fa accapponare la pelle, l'avete addosso troppo stretta.
DVD in uscita il 5 Dicembre. Peccato che non è l'edizione speciale che esce in America...
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