Titolo originale | Pink Floyd à Pompei |
Anno | 1972 |
Genere | Documentario, |
Produzione | Francia |
Durata | 85 minuti |
Al cinema | 211 sale cinematografiche |
Regia di | Adrian Maben |
Attori | Pink Floyd, David Gilmour, Nick Mason, Roger Waters, Richard Wright (III) . |
Uscita | giovedì 24 aprile 2025 |
Tag | Da vedere 1972 |
Distribuzione | Nexo Studios |
MYmonetro | 3,95 su 5 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 18 aprile 2025
Nel 1971 i Pink Floyd, in rampa di lancio verso la consacrazione mondiale, furono la prima band a suonare a Pompei. Pink Floyd a Pompeii - MCMLXXII è 1° in classifica al Box Office. lunedì 28 aprile ha incassato € 78.946,00 e registrato 36.058 presenze.
ASSOLUTAMENTE SÌ
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Nel 1971 Adrian Maben ha a disposizione le rovine di Pompei per sei giorni, in cui girare le scene di un film-concerto dei Pink Floyd. Una sfida titanica. Nell'anfiteatro della città sepolta e incredibilmente conservata suona l'unica band che ha legittimità di farlo, senza sentirsi fuori posto: i Pink Floyd del 1971, espressione di una musica mai sentita prima, sperimentale e ambiziosa. È l'istantanea di un gruppo all'apice della sua creatività, che unisce il repertorio del periodo susseguente all'abbandono del fondatore Syd Barrett, che attirò le attenzioni di cineasti come Michelangelo Antonioni, con una svolta incipiente, come dimostrano i primi vagiti dell'epocale album "The Dark Side of the Moon", che ascoltiamo tra un'esecuzione live e l'altra.
Live at Pompeii non è solo un film-concerto, con la particolarità di non avere spettatori. È un'esperienza mistica e immersiva, che la versione del cinquantesimo anniversario restituisce nella magnificenza del 4K ricavato dal negativo originale, con l'audio remixato in 5.1 da Steven Wilson.
La brevità del girato tra le rovine da Maben comportò la necessità di integrare con altre scene e questo trasformò il film in un documentario ibrido, che alterna le suggestive riprese dal vivo a interviste a David Gilmour, Roger Waters e soci al lavoro nello studio di registrazione di Abbey Road, carpendo risposte tutt'altro che ovvie da artisti chiaramente consapevoli della propria statura. La nonchalance con cui i musicisti si presentano stride con gli assaggi di un album - "The Dark Side of the Moon" - destinato a vendere milioni di copie e diventare uno dei più famosi di sempre, trasformando quattro studenti di arte freak in star multimilionarie.
Il clou rimane ovviamente l'esibizione live, in cui prevalgono i brani che esasperano la teatralità (come "Careful with That Axe", Eugene e il suo urlo), tra gesti iconici - Waters che suona il gong in controluce, Gilmour che imita il canto dei gabbiani - e intense performance, inframmezzate da inquadrature dei mosaici romani o delle esalazioni vulcaniche di Pompei.
Quando cominciano i rintocchi di Echoes (part 1) e il campo lunghissimo si restringe, mentre la macchina da presa si avvicina sempre più al gruppo, si completano il senso e l'enormità di un progetto ambiziosissimo. Quella che i Floyd hanno proposto musicalmente, d'altronde, è stata una rottura irreparabile dello status quo: niente più ritornelli e assoli secondo schemi predeterminati, bensì l'idea che con una strumentazione rock tradizionale si potessero concepire brani, o più spesso suite, immaginifiche e inafferrabili, con un andamento e dei saliscendi che ambiscono alla complessità di una partitura classica. Un'intuizione avveniristica nel 1971 e variamente imitata ma mai avvicinata nel mezzo secolo seguente.
Il regista Adrian Maben gira un concerto a porte chiuse dei Pink Floyd all'interno della cornice di Pompei, inframmezzandolo con interviste ai membri del gruppo durante momenti di riposo negli studi di registrazione. L'esito complessivo dell'unione tra parte visiva e sonora risulta irresistibile: l'accurata ricerca stilistica delle immagini, unita alla naturale bellezza del sito scelto [...] Vai alla recensione »
Pompei….ed oltre l’infinito “Evocativo”, forse è questo il termine più adatto per decifrare il documentario “Pink Floyd: live at Pompeii”(1972), diretto da Adrian Maben, nelle sale in questi giorni festivi post pasquali, restaurato in 4k e remixato nel sonoro da specialisti del settore.
Pompei….ed oltre l’infinito “Evocativo”, forse è questo il termine più adatto per decifrare il documentario “Pink Floyd: live at Pompeii”(1972), diretto da Adrian Maben, nelle sale in questi giorni festivi post pasquali, restaurato in 4k e remixato nel sonoro da specialisti del settore.
Pare che l'idea sia venuta a Maben in vacanza a Napoli:dimenticando il passaporto a Pompei vi ritornò di notte,e tanto rimase colpito dal luogo che decise di farci suonare i Pink Floyd.I quali insistettero per eseguire dal vivo le musiche.Così dovettero trasportare tonnellate di attrezzature coi camion.E siccome non c'era elettricità sufficiente,venne effettuato un allacciamento al municipio locale.Le [...] Vai alla recensione »
I Pink Floyd sono l'espressione degli umori giovanili della borghesia passata dai sogni psichedelici degli anni '60 gli incubi della alienazione dei decenni successivi. Il film simboleggia la fine del primo ciclo del gruppo. I resti pompeiani accentuano le sensazioni suggerite dai suoni: ipnotica, solenne o estasiata la musica della band in alcuni dei loro classici (con due anteprime registrate [...] Vai alla recensione »
nella storia del Rock e della documentazione della musica Rock. Sarà anche un po' agèe, ma non ne sono tanto sicuro, considerato il desrto sahariano degli ultimi decenni.
Film capolavoro. Non si può dire che non sia così. La ricerca, sia della regia, che dei protagonisti, i leggendari, superlativi Pink Floyd, è il "progressive", vale a dire rendere la musica, molto più che un derivato di un agglomerato di accordi e melodie, ma una vera e propria opera d'arte. Per alcuni, ed anche per me, )così come per Maben che appena [...] Vai alla recensione »
Per quattro giorni, nell'ottobre del 1971, i Pink Floyd sono a a Pompei per girare un flm-concerto destinato a entrare nella storia della musica. Il progetto è del regista scozzese Adrian Maben che riuscì a convincere il manager del gruppo, Steve O'Rourke della bontà dell'operazione. Il film venne girato nell'imminenza dell'uscita di Meddle (5 novembre 1971) e dell'inizio del lavoro per Dark Side Of [...] Vai alla recensione »
Pink Floyd at Pompei, leggendario concerto "tra i fantasmi" nelle parole di Nick Mason, non ha avuto immediatamente successo. Il film diretto da Adrian Maben, inizialmente della lunghezza di un'ora, viene allungato a quasi 90 minuti in una seconda versione nel 1973, che include anche riprese delle registrazioni di The Dark Side of the Moon negli studi di Abbey Road.
Pink Floyd, viaggio verso l'eternità. Potrebbe sembrare evento nostalgico padre/figli (e un po' nipotini, data la geniale classicità dei quattro). Il magnifico restauro di questa sfida, ambientare nel potere del tempo cristallizzato, Pompei, una rivoluzione musicale è invece un nuovo incontro con l'intuizione dei «ragazzi»: che il costume lisergico contenesse, a livello artistico, un potenziale creativo [...] Vai alla recensione »
Sullo schermo completamente nero che trasmette la sensazione di un ignoto spazio profondo, si scorge un puntino rosso che pulsa in lontananza e che focalizza, sulla nota ripetuta e riprodotta nell'amniotico e ipnotico effetto di un sonar, l'attenzione su una parte di quella voragine dentro la quale si resta già catturati, avvolti, meravigliosamente persi come direbbe David Lynch.