mondolariano
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lunedì 25 aprile 2011
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lo spirito di edgar allan poe
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Un memorabile saggio di recitazione, un giallo da leccarsi le dita, un liquore in agrodolce dall’aroma sopraffino. Tutto è centrato sulle sottigliezze analitiche dei due protagonisti, Caine e Olivier gareggiando in bravura quali mostri sacri del cinema britannico. Forse si eccede un po’ nel macchinoso ma l’originalissima ambientazione cattura subito la fantasia dello spettatore. Dove si è mai vista una villa arredata in quel modo? Lo spirito gotico di Edgar Allan Poe aleggia in ogni angolo (più che negli horror di Roger Corman), non soltanto nella statuetta posta sopra il camino: lo si ritrova nella mascherata, nel buffonesco, nell’incoerenza del nascondere le prove sparpagliandole ovunque, nella soluzione per deduzione.
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Un memorabile saggio di recitazione, un giallo da leccarsi le dita, un liquore in agrodolce dall’aroma sopraffino. Tutto è centrato sulle sottigliezze analitiche dei due protagonisti, Caine e Olivier gareggiando in bravura quali mostri sacri del cinema britannico. Forse si eccede un po’ nel macchinoso ma l’originalissima ambientazione cattura subito la fantasia dello spettatore. Dove si è mai vista una villa arredata in quel modo? Lo spirito gotico di Edgar Allan Poe aleggia in ogni angolo (più che negli horror di Roger Corman), non soltanto nella statuetta posta sopra il camino: lo si ritrova nella mascherata, nel buffonesco, nell’incoerenza del nascondere le prove sparpagliandole ovunque, nella soluzione per deduzione.
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peter wilson
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mercoledì 19 gennaio 2011
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e' qui che a matassa si imbroglia
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Un maginifico film che dura tanto ma riesce ad avere un ottimo ritmo e diverte, coinvolge e confonde. Ricco di colpi di scena e molto originale. Ben interpretato da due grandi attori come laurence Olivier e MIchael Caine. Menzione speciale per i burattini, simpatici ed inquietanti al tempo stesso
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shiningeyes
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mercoledì 20 febbraio 2013
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divertente ed intricato
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Tratto da una pièce teatrale,”Gli Insospettabili” è un giallo ben fatto, che illude alla grande lo spettatore ed è ricco di colpi di scena magistrali.
Nonostante siano due ore di film con gli stessi due attori (Laurence Olivier e Michael Caine) e sugli stessi ambienti (la sfarzosa villa di Olivier), il film, possessore di un ritmo incalzante, più una bella sceneggiatura, non annoia minimamente; anzi, ti tiene per bene incollato sullo sviluppo della storia.
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Tratto da una pièce teatrale,”Gli Insospettabili” è un giallo ben fatto, che illude alla grande lo spettatore ed è ricco di colpi di scena magistrali.
Nonostante siano due ore di film con gli stessi due attori (Laurence Olivier e Michael Caine) e sugli stessi ambienti (la sfarzosa villa di Olivier), il film, possessore di un ritmo incalzante, più una bella sceneggiatura, non annoia minimamente; anzi, ti tiene per bene incollato sullo sviluppo della storia.
La storia gira attorno su giochi e scherzi che si fanno a vicenda i due protagonisti, i quali richiamano costantemente il giallo inglese di stile Agatha Christie. Ma "Gli insospettabili" è anche un ritratto della lotta di classe in territorio inglese, che, anche se ambientata in tempi contemporanei della pellicola (anni 70) è ancor sentita e non risulta anacronistica; in più il film fa vedere il gioco della vita come un bluff; tutto con buona dose di British humuor.
Gli interpreti sono grandiosi, non fanno sentire minimamente la mancanza di altri attori, nel cast: Olivier si dimostra eccezionale nella sua maestria di attore teatrale giunto alla maturità, riuscendo a mostrarci più lati emotivi di un qualsiasi affermato attore dei giorni nostri; Micheal Caine, già molto quotato, non si dimostra molto da meno, anche se ad un confronto con Olivier perderebbe, ma rimane comunque ottimo nella parte (nominati entrambi all'oscar e Globe ax equo). Il film è piacevole anche per le belle musiche, ma soprattutto nelle bellissime scenografie del castello, pieno di oggetti interessanti e strani, che catturano l'attenzione dei più attenti e ti divertono nel gioco "nota il dettaglio". Ultima regia di Mankievicz, che ci lascia con un gran film, degno di un professionista del cinema come lui.
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fabal
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domenica 17 novembre 2013
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gli oscar mancati
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I nomi del cast sono garanzia di interpretazioni di alto, altissimo livello. Olivier e Caine, entrambi nominati per l'Oscar del '73, ebbero la sfortuna di compartecipare nell'anno del pluridecorato padrino di Coppola, vedendosi così superati dal solo Marlon Brando.
Sleuth, termine informale per designare un detective, significa anche "segugio": misteriosamente tradotto con Gli insospettabili, il film è una sorta di caccia perversa all'umiliazione, in cui stanare l'avversario, battendolo in genialità, è l'unico scopo. Persino il motivo dello scontro tra Olivier e Caine, l'amore di una donna, non sembra che il pretesto per innescare l'ego di Andrew Wyke, interessato unicamente a fare di Milo un trofeo della sua superiorità.
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I nomi del cast sono garanzia di interpretazioni di alto, altissimo livello. Olivier e Caine, entrambi nominati per l'Oscar del '73, ebbero la sfortuna di compartecipare nell'anno del pluridecorato padrino di Coppola, vedendosi così superati dal solo Marlon Brando.
Sleuth, termine informale per designare un detective, significa anche "segugio": misteriosamente tradotto con Gli insospettabili, il film è una sorta di caccia perversa all'umiliazione, in cui stanare l'avversario, battendolo in genialità, è l'unico scopo. Persino il motivo dello scontro tra Olivier e Caine, l'amore di una donna, non sembra che il pretesto per innescare l'ego di Andrew Wyke, interessato unicamente a fare di Milo un trofeo della sua superiorità. Lungo nella durata, agile nella sceneggiatura (opera dello stesso Anthony Shaffer), Sleuth ha una doppia forza trainante, uguale e contraria, esercitata dai due attori. Prima da Olivier, la cui anima istrionica surclassa in arguzia il giovane Milo, poi da Caine, protagonista di una metamorfosi da applausi. Da giovane bellimbusto a clown terrorizzato, fino a diventare un sadico enigmista in grado di rovesciare il rapporto di forza.
Un po' shakesperiana tra le labbra di Olivier, un tantino prolissa, la verve dialogica di Sleuth ne potenzia la natura teatrale. Ma la geniale scenografia, fatta di pupazzi animati e labirinti vegetali, espande lo spazio scenico che diventa ben più cinematografico e interattivo di una semplice cornice per gli interpreti.
Da vedere. Possibilmente in lingua originale.
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