renato c.
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domenica 15 novembre 2015
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storie vere!
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E'un po' insolito per me, figlio di madre asiaghese e che conosce molto bene l'altopiano di Asiago,recensire un film girato in quei luoghi con attori non professionisti del posto! Inoltre ho avuto anche dei parenti che hanno fatto i recuperanti anche se "una tantum"! Ermanno Olmi descrive comunque molto bene l'ambiente di quel tempo: guerra appena terminata, grandissima difficoltà nel trovare lavoro, (quei miei parenti che facevano i recuperanti "una tantum" sono poi emigrati in America!), e doversi arrangiare! Il personaggio del "Du" è comunque il tipico vecchietto asiaghese, sia nel modo di parlare, che di comportarsi, e tutto ciò che è fatto vedere corrisponde alla relatà! Compreso il pericolo che correvano i recuperanti che le bombe esplodessero! Il film è del 1970, e purtroppo nel 197
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E'un po' insolito per me, figlio di madre asiaghese e che conosce molto bene l'altopiano di Asiago,recensire un film girato in quei luoghi con attori non professionisti del posto! Inoltre ho avuto anche dei parenti che hanno fatto i recuperanti anche se "una tantum"! Ermanno Olmi descrive comunque molto bene l'ambiente di quel tempo: guerra appena terminata, grandissima difficoltà nel trovare lavoro, (quei miei parenti che facevano i recuperanti "una tantum" sono poi emigrati in America!), e doversi arrangiare! Il personaggio del "Du" è comunque il tipico vecchietto asiaghese, sia nel modo di parlare, che di comportarsi, e tutto ciò che è fatto vedere corrisponde alla relatà! Compreso il pericolo che correvano i recuperanti che le bombe esplodessero! Il film è del 1970, e purtroppo nel 1974, vicino alla zona sciistica del Kaberlaba, sette recuperanti che erano andati a cercare di dissotterrare qualche cosa che avevano percepito col radar, ci hanno rimesso la vita! E per puro caso non ci è andato anche mio conoscente che era stato invitato ad andare con loro e che all'ultimo momento ha avuto un altro impegno! Film che, ovviamente interessa soprattutto a chi conosce la realtà locale, ma che comunque ha molto da insegnare! Purtroppo non si vive di solo amore, e per sposarsi c'è bisogno di denaro, per procurarsi il quale uno è disposto anche a fare mestieri pericolosi! Quando poi uno trova di meglio, fa comunque bene a cambiare! Negli anni'50 ad Asiago è iniziato il boom del turismo e conseguentemente dell'edilizia!
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elgatoloco
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mercoledì 4 marzo 2015
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film controverso ed efficace
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Olmi(regista che non amo moltissimo, salvo per"lunga vita alla signora", il film più intelligentemente" enigmatico" della sua produzione)è comunque uno dei residui, "pezzi da novanta"del cinema italiano, un cinema complessivamente asfittico. Qui, da documentarista-cineasta(partito documentarista, diventato cineasta)indagava su un tema"dimenticato": nella miseria del dopoguerra(il secondo, qui), vista la carenza di lavoro, molti si arrabattavano con la ricerca di metalli presenti in rottami di armi etc. Mestiere pericoloso, certo ma la carica"pedagogica"del film non arriva a negare il fascino del vecchio"anarchico"Du(ottimo Antonio Lunardi, nella parte)che esorta i giovani a lavorare come fa lui, invece che in fabbrica o nelle costruzioni, cioé in lavori"sicuri".
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Olmi(regista che non amo moltissimo, salvo per"lunga vita alla signora", il film più intelligentemente" enigmatico" della sua produzione)è comunque uno dei residui, "pezzi da novanta"del cinema italiano, un cinema complessivamente asfittico. Qui, da documentarista-cineasta(partito documentarista, diventato cineasta)indagava su un tema"dimenticato": nella miseria del dopoguerra(il secondo, qui), vista la carenza di lavoro, molti si arrabattavano con la ricerca di metalli presenti in rottami di armi etc. Mestiere pericoloso, certo ma la carica"pedagogica"del film non arriva a negare il fascino del vecchio"anarchico"Du(ottimo Antonio Lunardi, nella parte)che esorta i giovani a lavorare come fa lui, invece che in fabbrica o nelle costruzioni, cioé in lavori"sicuri". El Gato
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luca scial�
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martedì 16 dicembre 2014
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ingegnarsi per disperazione
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Gianni torna dalla guerra sull'altopiano di Asiago, ma trova una comunità profondamente lacerata e segnata dalle difficoltà economiche. Lui stesso non riesce a trovare lavoro ed è tentato a seguire il fratello fino in Australia. Una sera incontra un uomo che all'apparenza sembra un comune barbone ubriaco, ma che, farneticando, gli mostra molti soldi e lo invita sulle montagne a cercare la grossa fortuna che si trova lì. Trattasi del vecchio Du, molto conosciuto in paese. Dopo lo scetticismo iniziale, Gianni va a vedere cosa combina e nota che scava nelle montagne in cerca di vecchi residui bellici della prima guerra mondiale dai quali ricavarne metalli da vendere.
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Gianni torna dalla guerra sull'altopiano di Asiago, ma trova una comunità profondamente lacerata e segnata dalle difficoltà economiche. Lui stesso non riesce a trovare lavoro ed è tentato a seguire il fratello fino in Australia. Una sera incontra un uomo che all'apparenza sembra un comune barbone ubriaco, ma che, farneticando, gli mostra molti soldi e lo invita sulle montagne a cercare la grossa fortuna che si trova lì. Trattasi del vecchio Du, molto conosciuto in paese. Dopo lo scetticismo iniziale, Gianni va a vedere cosa combina e nota che scava nelle montagne in cerca di vecchi residui bellici della prima guerra mondiale dai quali ricavarne metalli da vendere. Inizia così un'attività rischiosa nello scetticismo della donna che vuole sposare.
Ermanno Olmi torna sui temi alla base di Il tempo si è fermato, ossia solidarietà tra due lavoratori e persone che si trovano nella stessa situazione. Per i due protagonisti utilizza persone comuni, soprattutto Toni Lunardi che interpreta in modo naturale e spontaneo il vecchio Du. Riflessione solo apparentemente marginale sull'atrocità della guerra ma anche sulle condizioni degli operai, i nuovi schiavi.
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vertigine
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sabato 21 giugno 2008
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recuperanti
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Bellissima la fotografia: la natura è accarezzata dalla macchina da presa senza retorica (non c’è l’immagine patinata da cartolina turistica, ma quella che trasmette un ambiente duro in cui l’uomo si inserisce a fatica, ma che va anche contemplato nelle luci azzurre della sera).
Bellissima la messinscena: la ricostruzione dell’ambiente del dopoguerra è perfetta negli arredi e nella riscostruzione anche degli esterni.
Belli i dialoghi , carichi di umanità.
Belli i significati metaforici: il recuperante è anche il regista che va alla ricerca di memoria ed è salvifico perchè disinnesca bombe, ma il recuperante è anche metafora della condizione umana, della sua difficoltà di camminare in un sentiero di guerra (guerra è sempre, dice il vecchio recuperante, come un personaggio della Tregua, forse il greco).
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Bellissima la fotografia: la natura è accarezzata dalla macchina da presa senza retorica (non c’è l’immagine patinata da cartolina turistica, ma quella che trasmette un ambiente duro in cui l’uomo si inserisce a fatica, ma che va anche contemplato nelle luci azzurre della sera).
Bellissima la messinscena: la ricostruzione dell’ambiente del dopoguerra è perfetta negli arredi e nella riscostruzione anche degli esterni.
Belli i dialoghi , carichi di umanità.
Belli i significati metaforici: il recuperante è anche il regista che va alla ricerca di memoria ed è salvifico perchè disinnesca bombe, ma il recuperante è anche metafora della condizione umana, della sua difficoltà di camminare in un sentiero di guerra (guerra è sempre, dice il vecchio recuperante, come un personaggio della Tregua, forse il greco).
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sabato 21 giugno 2008
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recuperanti
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Bellissima la fotografia: la natura è accarezzata dalla macchina da presa senza retorica (non c’è l’immagine patinata da cartolina turistica, ma quella che trasmette un ambiente duro in cui l’uomo si inserisce a fatica, ma che va anche contemplato nelle luci azzurre della sera).
Bellissima la messinscena: la ricostruzione dell’ambiente del dopoguerra è perfetta negli arredi e nella riscostruzione anche degli esterni.
Belli i dialoghi , carichi di umanità.
Belli i significati metaforici: il recuperante è anche il regista che va alla ricerca di memoria ed è salvifico perchè disinnesca bombe, ma il recuperante è anche metafora della condizione umana, della sua difficoltà di camminare in un sentiero di guerra (guerra è sempre, dice il vecchio recuperante, come un personaggio della Tregua, forse il greco).
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Bellissima la fotografia: la natura è accarezzata dalla macchina da presa senza retorica (non c’è l’immagine patinata da cartolina turistica, ma quella che trasmette un ambiente duro in cui l’uomo si inserisce a fatica, ma che va anche contemplato nelle luci azzurre della sera).
Bellissima la messinscena: la ricostruzione dell’ambiente del dopoguerra è perfetta negli arredi e nella riscostruzione anche degli esterni.
Belli i dialoghi , carichi di umanità.
Belli i significati metaforici: il recuperante è anche il regista che va alla ricerca di memoria ed è salvifico perchè disinnesca bombe, ma il recuperante è anche metafora della condizione umana, della sua difficoltà di camminare in un sentiero di guerra (guerra è sempre, dice il vecchio recuperante, come un personaggio della Tregua, forse il greco). Certo il lavoro del recuperante è un lavoro libero, ma c’è libertà quando c’è il bisogno di mangiare?
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sergio pensato
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domenica 1 giugno 2008
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grande olmi
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C'è il migliore Olmi e un attore straordinario... un vino prezioso e d'annata, invecchia bene. Con tutto il gran battage per pur bello Cento Chiodi (sul dvd c'è una tavola rotonda che reputo sconveniente), vale la pena di continuare a vedere i suoi primi film: poesia e realismo si coniugavano in questo grande cineasta con una semplicità che ha del miracolo. Grande.
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