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Unico film del regista-sceneggiatore(nipote di Gino Severini),scomparso nel '95,e da qui in poi dedicatosi unicamente al documentario.Un road movie atipico,arrabbiato,e vagamente allucinato.Il protagonista è l'incarnazione di un bel pò di tabù del periodo,quando il boom economico stava per lasciare il posto a un decennio di utopie rivoluzionarie,attentati,cambiamenti drastici,e già si avvertivano certe influenze d'oltreoceano.La presenza della droga è del tutto priva di enfasi o moralismi,e ancora oggi colpisce l'esasperata amoralità e l'ostentata indifferenza nei confronti di tutto e tutti.Insolito anche l'uso di voci fuori campo e di musiche stranianti o sarcastiche.Volutamente scura e confusa la fotografia nelle scene notturne,che rende quasi oniriche le sequenze di viaggio.Finale ambiguo.Anche se del tutto diversi l'uno dall'altro,è difficile non fare un paragone col coevo "Easy Rider"(ma a differenza di quanto scritto in recensione,nel serbatoio si trovano le banconote).Di certo uno dei film più interessanti del cinema nostrano,naturalmente sparito dalla circolazione(all'epoca circolò in Francia e vinse il premio Max Oplhus a Nantes)e recuperato recentemente su "Fuori Orario".
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