Scritto da chi ha dietro di se', a parte gli studi di letteratura all'universita', un liceo classico e in primis un ginnasio nel quale"I Promessi Sposi"erano un obbligo, con una profe di lettere"terribile"ma giusta(Carla Faccioli, ho il piacere-.dovere, gradito dovere di ricordarla)che il testo del megaromanzo manzoniano lo sapeva a memoria e non faccio per dire, dove, certo, anche in occasione della clebrazione-150 anni dalla morte-si puo'anche dar ragione a Moravia che parlava di un"realismo cattolico"in Manzoni, ma la grandezza di scrittura irmnae, il fim di Mario Maffei del 1963, di cui ignotavo l'esistenza, anche paragonato all'originale TV omonimo di Sandro Blochi(1967), di cui mi era stata imposta la visione dai miei, appunto in vista della"cavalcata"ginnnasiale sul tema, non sfigura, , in specie tenendo conto del fatto che il linguaggio tleevisico e'diverso da quello filmico, Volendo proprio cercare dei difetti, vedrei solo una certa dominanza della musica(di Carlo Rustichelli, peraltro ottimo compostiore), che talora sopraffa' il"palrato", oltre a una parizlae tendenza apologetica nei confronti del clero cattolico(era nello "spirito del tempo", prima del centro.
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Scritto da chi ha dietro di se', a parte gli studi di letteratura all'universita', un liceo classico e in primis un ginnasio nel quale"I Promessi Sposi"erano un obbligo, con una profe di lettere"terribile"ma giusta(Carla Faccioli, ho il piacere-.dovere, gradito dovere di ricordarla)che il testo del megaromanzo manzoniano lo sapeva a memoria e non faccio per dire, dove, certo, anche in occasione della clebrazione-150 anni dalla morte-si puo'anche dar ragione a Moravia che parlava di un"realismo cattolico"in Manzoni, ma la grandezza di scrittura irmnae, il fim di Mario Maffei del 1963, di cui ignotavo l'esistenza, anche paragonato all'originale TV omonimo di Sandro Blochi(1967), di cui mi era stata imposta la visione dai miei, appunto in vista della"cavalcata"ginnnasiale sul tema, non sfigura, , in specie tenendo conto del fatto che il linguaggio tleevisico e'diverso da quello filmico, Volendo proprio cercare dei difetti, vedrei solo una certa dominanza della musica(di Carlo Rustichelli, peraltro ottimo compostiore), che talora sopraffa' il"palrato", oltre a una parizlae tendenza apologetica nei confronti del clero cattolico(era nello "spirito del tempo", prima del centro.sinistra, se guardiamo la data di realizzazione) mentre per il resto, le sequenze di massa come quelle piu'"intenrne"con pochi perosnaggi risultano tutt'altro che banali., comunque sempre adeguate allla trapsozione piu'che imepgnativa, merito della sceneggiatura d Mario Guerra e Maria Luisa Gatoppo, con un "parco interpreti"meno famoso dello sceneggiato successivo di meno di un lustro, con in evidenza solo Carlo Campanini come Don Abbondi, che rende in maniera quasi"espessionistca", Ivo Garranni , un rigorso"Innominato", Lillla Brignone come Perpetua,ILaria Occhini, una"sconvolgente"Monaca di Monza, UMberto Raho un ecclso Fra'Cristoforo, mentre Gil Vidal e Maria Silva nei panni della coppia Renzo e Lucia erano evidentemente una sorpesa all'epoca, vista anche la loro (scelta necessitata)giovane eta'. Eugen
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