Vicende umane e sentimentali del sedicenne Petr nella Cecoslovacchia socialista dei primi anni 60, tra le severe aspettative del genitore e le insicurezze dell'età di passaggio. Ritratto ironico e delicato di una generazione incerta e svagata, tra gli obblighi e i doveri civici della pianificazione sociale ed i nuovi fermenti culturali degli anni '60, tra liberazione sessuale e le smanie del twist. Forman si muove con sguardo attento e divertito, privilegiando primi piani di toccante ingenuità e inquadrature fisse sullo sfondo di una società che lentamente sembra svegliarsi dal suo torpore attraverso la spontaneità di adolescenti smarriti e irresoluti per i quali "è più facile dire ciò che non vogliono" piuttosto che manifestare la benchè minima certezza di intenti; schiacciati come sono dalle istanze di una operosa cultura del lavoro che li vorrebbe già adulti e consapevoli delle loro scelte, rifiutando ottusamente di concedere loro strumenti minimi di formazione e di giudizio (esilarante la discussione sul valore artitistico da attribuire ad una stampa della 'Venere' del Giorgione tra le contraddizioni della mentalità paterna impregnata di confusi dogmi socialisti e la gretta moralità religiosa della madre; ovvero il goffo tentativo di impartire utili nozioni di educazione sessuale attraverso la lettura di un libro che Petr dichiara di conoscere da tempo).
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Vicende umane e sentimentali del sedicenne Petr nella Cecoslovacchia socialista dei primi anni 60, tra le severe aspettative del genitore e le insicurezze dell'età di passaggio. Ritratto ironico e delicato di una generazione incerta e svagata, tra gli obblighi e i doveri civici della pianificazione sociale ed i nuovi fermenti culturali degli anni '60, tra liberazione sessuale e le smanie del twist. Forman si muove con sguardo attento e divertito, privilegiando primi piani di toccante ingenuità e inquadrature fisse sullo sfondo di una società che lentamente sembra svegliarsi dal suo torpore attraverso la spontaneità di adolescenti smarriti e irresoluti per i quali "è più facile dire ciò che non vogliono" piuttosto che manifestare la benchè minima certezza di intenti; schiacciati come sono dalle istanze di una operosa cultura del lavoro che li vorrebbe già adulti e consapevoli delle loro scelte, rifiutando ottusamente di concedere loro strumenti minimi di formazione e di giudizio (esilarante la discussione sul valore artitistico da attribuire ad una stampa della 'Venere' del Giorgione tra le contraddizioni della mentalità paterna impregnata di confusi dogmi socialisti e la gretta moralità religiosa della madre; ovvero il goffo tentativo di impartire utili nozioni di educazione sessuale attraverso la lettura di un libro che Petr dichiara di conoscere da tempo).Quadretto familiare che ricorda tanto (con le dovute differenze del costesto sociale e culturale) quello già analizzato dal 'Il Posto' di E.Olmi quale ritratto sensibile e autentico di una gioventù incerta e smarrita, sacrificata agli obblighi di un lavoro che li inserisca economicamente senza far loro alcuna concessione ad istanze di crescita umana e sentimentale. Struttura di 'realismo situazionista' della trama, ottenuta dall'accumulo di vicende diverse in un divenire che si accosta più alla vita reale che allo sviluppo programmatico di una direttrice narrativa definita, nel solco già tracciato del 'cinema verità' di quegli anni,tra il 16 mm e libertà produttiva. Aiuto regista quel Passer che come il suo conterraneo, ma con meno fortuna, emigrerà oltreoceano di lì a breve. Raffinata sensibilità artistica in bianco e nero.
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