elgatoloco
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martedì 7 gennaio 2020
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film celebrativo
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"The Glenn Miller Story"(1954, ANthony Mann)non poteva non essere un film celebrativo: Glenn Miller: un nome, un mito, jazz, musica, composizione, le truppe"gringas"che liberano (bene o male l'hanno fatto, lo si voglia o no, perseguendo quali interessi è un'altra questione)l'Europa dal nazifascismo, l'eroismo(anche qui ci sarebbe molto da dire, ma anche questa componente c'è, è comunque da tenere presente, al di là del discorso su scariche adrenaliniche etc....), la libertà(anche qui,,, ma....), dunque un film come questo non poteva non essere anche in gran parte apologetico, in certo modo doveva esserlo e difatti è tale, con la regia, un po'didasclica, ma anche questo"è nelle premesse"di Anthony Mann, valoroso regista di tanti western anche di buon livello.
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"The Glenn Miller Story"(1954, ANthony Mann)non poteva non essere un film celebrativo: Glenn Miller: un nome, un mito, jazz, musica, composizione, le truppe"gringas"che liberano (bene o male l'hanno fatto, lo si voglia o no, perseguendo quali interessi è un'altra questione)l'Europa dal nazifascismo, l'eroismo(anche qui ci sarebbe molto da dire, ma anche questa componente c'è, è comunque da tenere presente, al di là del discorso su scariche adrenaliniche etc....), la libertà(anche qui,,, ma....), dunque un film come questo non poteva non essere anche in gran parte apologetico, in certo modo doveva esserlo e difatti è tale, con la regia, un po'didasclica, ma anche questo"è nelle premesse"di Anthony Mann, valoroso regista di tanti western anche di buon livello. C'è poi "the good man" James Stewart nella parte di Glenn Miller e che cosa volete di più?June Allison fa la"first lady", ma c'è anche Louis Armstrong che fa se stesso ed è un"cameo"da ricordare. E musica, poi, tanta musica, giustamente e"necessariamente". Di Henry Mancini, allora quasi agli esordi (ancora lontani i tempi di"The Pink Panther")e c'è dell'altro da dire, ma più o meno, direttamente o indirettamente, l'ho detto, credo. Un film celebrativo, patriottico"a stelle e strisce", ma non si poteva fare diversamente, come è ben chiaro e "assodato". Le celbebrazioni si impongono, la storia ha bisogna di imprimersi, anche in pellicola, con targhe ben chiare, ben stabilite e ferme... El Gato
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aligi
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domenica 19 giugno 2011
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ambientazione
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Ho notato acconciature e abiti tipici degli anni Cinquanta (gli anni in cui fu girato il film),
mentre le vicende reali a cui si fa riferimento appartengono al quindicennio prima;
quindi del tutto assente un'ipotizzabile ricostruzione d'epoca. Troppo sbrigativo il racconto,
troppo mielosi i personaggi, assente l'aspetto psicologico dell'attesa del successo:
sarà anche stata "ricca di successo", ma nel film la realtà umana del musicista
è descritta in modo piatto.
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marezia
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venerdì 27 agosto 2010
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Ma come hanno fatto... Una "perla" in più...
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