Londra, 1951. Il piccolo travet Henry Holland (uno strepitoso Alec Guinness) da vent’anni accompagna un carico di lingotti d’oro dalla fonderia ai caveau della banca dove lavora, che lo paga 8 sterline e quale scellino alla settimana. Vive in una camera ammobiliata e di sera legge brani di un romanzetto d’appendice a una vecchia ospite. Si consuma così la sua vita sempre uguale, sempre grigia, fino a quando il pensionato s’arricchisce di un nuovo ospite, tale Mr. Pendlebury, titolare di una fabbrichetta di souvenir assai kitsch. Improvvisamente, il pensiero che da due decenni quotidianamente accompagna Mr. Holland diventa una realtà a portata di mano: rubare l’oro e vivere alla grande.
E infatti il film inizia inquadrando il munifico Mr.
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Londra, 1951. Il piccolo travet Henry Holland (uno strepitoso Alec Guinness) da vent’anni accompagna un carico di lingotti d’oro dalla fonderia ai caveau della banca dove lavora, che lo paga 8 sterline e quale scellino alla settimana. Vive in una camera ammobiliata e di sera legge brani di un romanzetto d’appendice a una vecchia ospite. Si consuma così la sua vita sempre uguale, sempre grigia, fino a quando il pensionato s’arricchisce di un nuovo ospite, tale Mr. Pendlebury, titolare di una fabbrichetta di souvenir assai kitsch. Improvvisamente, il pensiero che da due decenni quotidianamente accompagna Mr. Holland diventa una realtà a portata di mano: rubare l’oro e vivere alla grande.
E infatti il film inizia inquadrando il munifico Mr. Holland in Brasile mentre dispensa denaro a piene mani in mance, regali e beneficenza, e racconta la sua avventura a un compagno di tavola. Il resto della trama si dipana nella descrizione delle vicende che si concludono in un simpatico finale circolarmente ricongiunto alla scena iniziale.
Un godibilissimo bianco e nero d’epoca straripante di humour e diretto con maestria da Charles Crichton, che al tempo si rese famoso al pubblico anglosassone per le sue commedie.
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