Mario Luzi
La famosa commedia di Eduardo De Filippo è stata più che trasposta direttamente portata sullo schermo dal suo stesso autore e interprete. Possiamo tuttavia aggiungere che gli elementi ambientali, i raccordi narrativi di cui la versione cinematografica, per fedele che sia, non può fare a meno di servirsi, rinforzano il colore napoletano di questo celebrato lavoro. Con molta discrezione tuttavia; e del resto ce n’era appena bisogno tanto il suo tema è di per sé tipico e s’inserisce precisamente nell’ispirazione tradizionale della poesia e del teatro napoletano: con quel vivo sentimento degli umili e dei diseredati che possono aver perso tutto e accettato ogni compromesso con la morale e con la legge (la morale e la legge delle repubbliche ben ordinate, beninteso) ma possiedono ancora intatti l’istinto e la logica vitali a quel coraggio e quella decisione disperata di sopravvivere e di arrivare in porto; la pietà e la devozione ai santi non si adombrano di qualche necessario trascorso e danno anzi una più selvaggia fermezza che non è incompatibile con la nobiltà e la grandezza d’animo. [...]
di Mario Luzi, articolo completo (2922 caratteri spazi inclusi) su 1995