Il tempo della nostra vita

Commedia di chiaro impianto teatrale, ben diretta dall‘ottimo Henry C. Potter, navigatissimo veterano di pellicole di questo genere.
Più che un’opera cinematografica sembra di assistere ad uno spettacolo di cabaret dove si alternano artisti di vario genere (ballerini, musicisti, comici ecc.), ognuno dei quali propone il suo numero agli spettatori. Il risultato ottenuto è in realtà molto gradevole, grazie alla sapiente direzione di Potter, autore di una direzione tecnicamente ineccepibile, ma lo spettatore non viene comunque appagato, in quanto lo spettacolo che gli viene proposto ha ben poco del cinematografico.
Pressoché tutte le sequenze della pellicola sono girate in un unico ambiente, i cui spazi sono sapientemente sfruttati e valorizzati da Potter; inoltre la storia viene concentrata in un’unica giornata. [+]

Commedia di chiaro impianto teatrale, ben diretta dall‘ottimo Henry C. Potter, navigatissimo veterano di pellicole di questo genere.
Più che un’opera cinematografica sembra di assistere ad uno spettacolo di cabaret dove si alternano artisti di vario genere (ballerini, musicisti, comici ecc.), ognuno dei quali propone il suo numero agli spettatori. Il risultato ottenuto è in realtà molto gradevole, grazie alla sapiente direzione di Potter, autore di una direzione tecnicamente ineccepibile, ma lo spettatore non viene comunque appagato, in quanto lo spettacolo che gli viene proposto ha ben poco del cinematografico.
Pressoché tutte le sequenze della pellicola sono girate in un unico ambiente, i cui spazi sono sapientemente sfruttati e valorizzati da Potter; inoltre la storia viene concentrata in un’unica giornata. Questi due elementi contribuiscono a rendere ancora più esplicita la natura teatrale dell’opera.
Protagonista della pellicola è James Cagney, che nonostante la presenza di tanti altri interpreti ed artisti, riesce a fare la parte del leone, rubando la scena da par suo. L’unico degli altri che lascia il segno è il vecchio James Barton che recita truccato come una specie di Buffalo Bill straccione ed è autore di un divertente monologo in cui è proprio Cagney a fargli da spalla-spettatore. Nel resto del cast si ricordano William Bendix, che è quello che sta in scena di più dopo Cagney; Jeanne Cagney, sorella minore di James (il terzo fratello William partecipò anch’egli alla realizzazione dell’opera, come produttore); e poi ancora Wayne Morris, a cui è affidata una parte di rilievo, mentre sono impiegati in due particine minuscole il caratterista Ward Bond e soprattutto il grande Broderick Crawford, che di lì a poco avrebbe vinto l’Oscar grazie alla sua straordinaria performance in “Tutti gli uomini del re” di Robert Rossen.
La durata della pellicola pare francamente eccessiva e la scelta di non limitare la lunghezza dell’opera non è molto comprensibile, tanto più che varie scene potevano essere eliminate senza comportare alcuna conseguenza negativa sulla comprensibilità della storia e sulla sua completezza; sul punto infatti si deve far notare che la gran parte delle scene proposte sono slegate con le altre, sicché era sicuramente possibile rinunciare ad alcune di esse senza intaccare l’impianto generale.
Spettacolari i numeri di tip-tap. [-]