Solo chi cade può risorgere

Storia, Humprey, femmine ondulate patinate e perverse. Tipi non abbastanza archetipi solo perchè premoderni.
Solida pretestuosa storia di affetti virili eroi riconosciuti e misconosciuti al ritorno in patria, camerieri viscidi od eroicamente onesti nel piccolo spazio a loro riservato dalla sceneggiatura.
Questi racconti, per i cinemaniaci, imperfetti, sono fondanti del genere hardboiled ed hanno segnato una generazione di spettatori.
Film molto più blasonati da critici bigotti devono tutto a queste storie.
L'eroe tornato dalla guerra è protagonista di molti film recenti.
L'immaginario di tutti gli spettatori italiani nati nei 60 si è fondato su questo. [+]

Storia, Humprey, femmine ondulate patinate e perverse. Tipi non abbastanza archetipi solo perchè premoderni.
Solida pretestuosa storia di affetti virili eroi riconosciuti e misconosciuti al ritorno in patria, camerieri viscidi od eroicamente onesti nel piccolo spazio a loro riservato dalla sceneggiatura.
Questi racconti, per i cinemaniaci, imperfetti, sono fondanti del genere hardboiled ed hanno segnato una generazione di spettatori.
Film molto più blasonati da critici bigotti devono tutto a queste storie.
L'eroe tornato dalla guerra è protagonista di molti film recenti.
L'immaginario di tutti gli spettatori italiani nati nei 60 si è fondato su questo.
Qualche Oscar avrà un debito?

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A mio avviso è uno di quei film che hanno bisogno di un supporto di personalità per poterlo ricordare, se a un lavoro del genere togli il grande impatto scenico di HUMPHREY BOGART diventa un film qualunque, e credo che il grande BOGART in quell'epoca, ne abbia salvati diversi di film così. Saluti.

é un bel film,un vero noir,dove i personaggi non sono quello che sembrano,a partire dalla protagonista interpretata dalla splendida Lizabeth Scott,scelta per la somiglianza con la moglie di Humphrey Bogart,l'attrice Lauren Bacall.Il film ha un ottimo finale in quanto scopriamo il tradimento e la falsità di Coral,la protagonista.Da rivedere.

Sessant'anni e sentirli tutti. Verboso noir dalle atmosfere affascinanti giocato intorno a un'algida donna serpente: Bogart fa cosi' tanto Bogart, e' talmente l'essenza di Bogart da apparire, ormai, caricaturale. Ti aspetti che da un momento all'altro spunti Woody e gli chieda come si conquista una donna. Film da studiare. Una volta. Poi si passa alla pagina dopo.

Messosi sulle tracce dell’amico scomparso, un ex combattente si trova tra i piedi una bionda dall’aria innocente e i suoi degni colleghi. Quasi tutta la storia è narrata in flashback, con relativa voce fuori campo. Questa presenza assillante, in concorso con dei dialoghi che paiono non finire mai, affossa ogni qualità in un mare di parole. In tali circostanze Bogart non basta.

Gli sceneggiatori di DEAD RECKONING (Steve Fisher, Allen Rivkin e Oliver Garrett), erano tre bravi artigiani della sceneggiatura, attivi fino agli anni '60, capaci di affrontare tutti i generi cinematografici. Dal western alla commedia, dal poliziesco al noir: E proprio ai racconti noir di Raymond Chandler e Dashiell Hammet i tre si sono ispirati per questo film del 1947, duro e teso, che traccia un indimenticabile ritratto di "Dark Lady" a cui il volto legnoso e i grandi occhi sempre pronti alle lagrime di Lizbeth Scott, conferiscono una ambiguità densa di sfaccettature, non priva di autentica sofferenza. Bogart, consapevole di essere ormai un archetipo, recita se stesso con una gestualità contenuta, affidandosi completamente alla sua faccia dolente e a bettute del tipo "Sei molto bella, piccola, ma devi farti da parte", rivolgendosi ad una immagine dipinta di donna che copre una cassaforte che lui sta per scassinare. [+]

Gli sceneggiatori di DEAD RECKONING (Steve Fisher, Allen Rivkin e Oliver Garrett), erano tre bravi artigiani della sceneggiatura, attivi fino agli anni '60, capaci di affrontare tutti i generi cinematografici. Dal western alla commedia, dal poliziesco al noir: E proprio ai racconti noir di Raymond Chandler e Dashiell Hammet i tre si sono ispirati per questo film del 1947, duro e teso, che traccia un indimenticabile ritratto di "Dark Lady" a cui il volto legnoso e i grandi occhi sempre pronti alle lagrime di Lizbeth Scott, conferiscono una ambiguità densa di sfaccettature, non priva di autentica sofferenza. Bogart, consapevole di essere ormai un archetipo, recita se stesso con una gestualità contenuta, affidandosi completamente alla sua faccia dolente e a bettute del tipo "Sei molto bella, piccola, ma devi farti da parte", rivolgendosi ad una immagine dipinta di donna che copre una cassaforte che lui sta per scassinare. Di sapore "chandleriano" è anche la decisione di bere un whisky che sa essere drogato.Ormai deciso ad andare fino in fondo per svelare il mistero della morte dell'amico con cui era tornato dalla guerra e il ruolo della donna di cui questi era innamorato e di cui egli stesso finisce per innamorarsi. La breve colluttazione tra i due amanti e lo sparo in automobile che conclude la complicata vicenda ricordano molto il finale di OUT OF THE PAST (Le catene della colpa), di Jaques Tourneur, girato nello stesso anno, capolavoro ineguagliato del film noir. I titoli italiani di entrambi i film sono assurdi ed enfatici. [-]