Argomento:
Nel Sudan occcidentale (oggi Mali) dei militari coloniali ricevono in visita una personalità parigina che viene accompagnato dalla giovane figlia e segretaria. Il comandante e il militare ultimo arrivato si innamorano della giovane; essa però sceglie il comandante. Questi è pure un ingegnere che ha in mente di edificare una ciclopica diga sul fiume Niger per servire all'irrigazione e all'arricchimento degli indigeni. Il suo amico, un dottore militare fondatore di un lebbrosario, lo trova infetto del morbo. Il comandante abbandona la fidanzata e questa si sposa con il giovane militare. La coppia si stabilisce a Parigi. In Africa il comandante si nasconde tra i tuareg e con l'aiuto del medico comicia la costruzione della diga e dei lavori d'irrigazione sul Niger e si cura.
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Argomento:
Nel Sudan occcidentale (oggi Mali) dei militari coloniali ricevono in visita una personalità parigina che viene accompagnato dalla giovane figlia e segretaria. Il comandante e il militare ultimo arrivato si innamorano della giovane; essa però sceglie il comandante. Questi è pure un ingegnere che ha in mente di edificare una ciclopica diga sul fiume Niger per servire all'irrigazione e all'arricchimento degli indigeni. Il suo amico, un dottore militare fondatore di un lebbrosario, lo trova infetto del morbo. Il comandante abbandona la fidanzata e questa si sposa con il giovane militare. La coppia si stabilisce a Parigi. In Africa il comandante si nasconde tra i tuareg e con l'aiuto del medico comicia la costruzione della diga e dei lavori d'irrigazione sul Niger e si cura. Dopo quattro anni, la coppia parigina desidera rivedere l'Africa e si reca dal loro amico, il medico. Grandi movimenti si sviluppano: accoglienza tiepida, la giovane donna scopre il suo antico amore, il marito la lascia libera, il medico non vorrebbe che si scoprisse l'identità del suo paziente e del costruttore della diga. Una rivolta degli africani sul fiume risolve questo nodo. Il comandante rientra bruscamente in azione e cerca di calmare i rivoltosi ma è ucciso dal loro capo.
Vi è lo spirito coloniale, il senso di superiorità dei bianchi nella tecnica, nella medicina e nella religione, e il desiderio sincero d'aiutare gli africani. Belle scene africane, una trama complessa e quasi credibile, una inspirazione da un argomento e da un progetto di lavori in parte veramente esistenti e che in Francia furono molto discussi. Il film doveva essere di plublicità ma non lo fu per la personalità di Baroncelli, un prolifico regista e una personalità dedita tutta a fare cinema. Questo non è il suo migliore film, ma è il più conosciuto, il più criticato; apprezzato per delle magnifiche scene e per l'interpretazione o condannato come quint'essenza colonialista, paternalista, ecc.
Si veda, in francese, V. MORABITO, "'L'Homme di Niger' et ses sources d'inspiratiion", in MALI - FRANCE REGARDS SUR UNE HISTOIRE PARTAGèE, Ed. Karthala, Parigi, 2005, pag. 219-242
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