Araf

Film 2012 | Drammatico 124 min.

Regia di Yesim Ustaoglu. Un film con Neslihan Atagül, Baris Hacihan, Özcan Deniz, Nihal Yalcin, Yasemin Çonka. Genere Drammatico - Turchia, Francia, Germania, 2012, durata 124 minuti. - MYmonetro 2,75 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento lunedì 21 giugno 2021

Zehra e Olgun lavorano in una stazione di servizio e sognano una vita migliore. L'arrivo di Mahur stravolge i loro piani e manda in frantuni le illusioni su cui avevano costruito le loro aspettative.

Consigliato sì!
2,75/5
MYMOVIES 2,50
CRITICA
PUBBLICO 3,00
CONSIGLIATO SÌ
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Uno spaccato della provincia turca raccontato con realismo crudo.
Recensione di Roberto Manassero
lunedì 19 luglio 2021
Recensione di Roberto Manassero
lunedì 19 luglio 2021

Zehra e Olgun sono due giovani inservienti in una grande stazione di servizio nel centro della Turchia. Le loro giornate sono scandite dai ritmi del lavoro, dagli incontri con i clienti e dalla noia della vita in un luogo di passaggio appena appena ravvivata dalla reciproca amicizia. Entrambi condividono il sogno di andarsene e trovare una vita migliore, ma se Olgun sogna di farlo con Zehra, di cui è da sempre innamorato, Zehra preferisce la compagnia di un maturo camionista che si ferma di tanto in tanto. L'uomo mette incinta Zehra, scatenando così la gelosia di Olgun...

Uno spaccato della provincia turca raccontato con realismo crudo e con uno sguardo che coglie lo smarrimento delle giovani generazioni in una terra desolata e senza futuro.

Il mondo rappresentato in Araf - Somewhere in between, diretto da Yeşim Ustaoğlu e presentato nella sezione Orizzonti della Mostra di Venezia del 2012, è il classico ambiente che siamo abituati ad associare al cinema turco: una provincia brulla, rurale ma attraversata da diversi elementi di modernità, che inchioda i suoi abitanti a un presente immobile e senza prospettive. Un purgatorio, come dice il titolo originale o, meno metaforicamente, "un luogo da qualche parte nel mezzo", come dice il titolo internazionale. Qui si consumano le vite dei due protagonisti, Olgun e Zehra (interpretati dai convincenti Baris Hacihan e Neslihan Atagül), diciottenni uniti dal lavoro e divisi dai desideri. Lui sogna di vincere una grossa somma a un gioco televisivo per potersene andare insieme a lei; mentre lei, che mantiene un rapporto amichevole ma distante, cerca lavoro su internet con un altro collega e appena può si rifugia in bagno a piangere silenziosamente.

Il rude camionista che seduce la ragazza e la mette incinta (interpretato dalla star televisiva Ozcan Deniz) è la classica figura dell'intruso che scompagina i fragili equilibri del melodramma; se non fosse che in Araf la sospensione greve dell'azione soffoca sia gli istinti dei personaggi, sia lo spirito del film. Al suo amante Zehra chiede una cosa soltanto, di portarla con sé, ma il bambino che l'uomo le lascia in grembo diventa una sorta di condanna; e la violenza con cui il padre di Olgun tratta la moglie sotto gli occhi del figlio cala come un'ombra sul sogno d'amore del ragazzo, come se nel mondo da cui proviene non esistesse altra forma di rapporto fra uomo e donna.

Araf procede in maniera monocorde, con la regia semplice di Ustaoğlu le immagini cupe del direttore della fotografia Michael Hammon che restituiscono il tempo indistinto di un non-luogo (la stazione di servizio, certo, ma per estensione la stessa provincia turca...). A forza di accumulare rabbia e frustrazione, però, il film arriva inevitabilmente a un'esplosione inattesa e sconvolgente, raccontata in piano fisso e senza dialoghi. Un momento disturbante e difficile da dimenticare, che ha però il difetto di lasciare i suoi personaggi in una immobilità un po' morbosa. Il ritratto di Olgun e Zehra diventa gratuito per via della crudele secchezza, lasciando allo spettatore la sensazione di aver osservato la vita desolata di due individui a cui non è concesso il diritto di liberarsi dalle rispettive prigioni.

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lunedì 19 luglio 2021
Roberto Manassero

Lo smarrimento delle giovani generazioni in una terra senza futuro. In streaming su Biennale Cinema Channel. Vai all'articolo »

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