Per sempre

Giovanni, avvocato affermato, incontra casualmente Sara, un notaio malizioso e seducente, e si innamora di lei perdutamente. La passione sfrenata lo porta persino a lasciare la moglie, ma Sara sembra sempre poco incline a lasciarsi andare del tutto, preferendo impostare il rapporto come una sorta di gioco amoroso. Si accorgerà dei suoi errori quando Giovanni, pensando di essere respinto da Sara, morirà di depressione: il ricordo dell'amore che avrebbe potuto essere la tormenterà ogni giorno, fino a farle "vedere" Giovanni al suo fianco nonostante la sua morte, e a poco servirà l'aiuto dello psicoterapeuta dell'amante. Forse, anzi, solo mantenendo vivo il ricordo la sua anima graffiata potrà finalmente tornare a rivivere. Maurizio Costanzo torna a scrivere per il cinema dopo molti anni (lo ricordiamo, fra l'altro, co-sceneggiatore di "Una giornata particolare"), con un malinconico dramma psicologico che ripercorre gli stessi temi di cui ama discorrere nei suoi talk-show serali e domenicali: l'importanza di saper cogliere l'attimo, l'incomunicabilità nel rapporto di coppia, la necessità di autoaffermazione. Ma simili argomenti avrebbero bisogno di una mano più incline alla verosimiglianza degli intrecci, e di una regia meno approssimativa; invece Di Robilant (di cui ricordiamo il discreto "Il giudice ragazzino") si limita ad assecondare una sceneggiatura disattenta, e non sfrutta appieno la bravura degli interpreti (una Neri statuaria ed un Giannini appassionato), preferendo appiattire la narrazione in una sorta di melodramma metafisico, poco coinvolgente e a tratti persino imbarazzante. 