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Carlo Acutis, una vita straordinaria interrotta troppo presto

In occasione della sua beatificazione, due film su VatiVision raccontano la storia di un giovane come pochi, dalla mente aperta e dal cuore grande, scomparso a soli 15 anni per una leucemia galoppante. SCOPRI I FILM »
di Pino Farinotti

venerdì 9 ottobre 2020 - Focus

Chiesa di San Sebastiano a Campo Grande, Stato brasiliano del Mato Grosso. Un bambino di dieci anni, di cui non si conosce il nome, chiamiamolo Marco, è malato di una malformazione al pancreas. Uno dei sintomi è il vomito continuo, implacabile. La prognosi è infausta. Il destino è morire. Marco è in fila per la benedizione, davanti a una reliquia di Carlo Acutis. Il bambino dice: fammi guarire dal vomito. Da quel momento non vomita più. Ma quello era solo uno dei sintomi. La reliquia perfeziona l’intervento. Nuovi esami mostrano la guarigione totale di Marco.

La voce si sparge, arriva al Vaticano che organizza un tribunale ecclesiastico per verificare la possibilità di un miracolo. Vengono raccolte testimonianze, documenti e prove mediche. Il miracolo viene riconosciuto in prima istanza, ma è ancora “presunto”.

Carlo viene dichiarato “venerabile” da papa Francesco nel 2018. Manca un ultimo avvallo, che arriva nel febbraio del 2020, quando la consulta medica esprime l’ultimo parere positivo. Carlo Acutis ha fatto il miracolo. Si apre la strada alla beatificazione, che avverrà sabato 10 ottobre. Un appuntamento che la piattaforma VatiVision accompagna con una diretta e con due documentari sulla storia di Carlo, LA MIA AUTOSTRADA PER IL CIELO e SEGNI, entrambi già disponibili in streaming.

PROMEMORIA
Carlo Acutis. È legittimo, doveroso, un promemoria. Era un ragazzino morto a 15 anni, in tre giorni, di leucemia galoppante. In così pochi anni ha dunque fatto cose straordinarie. Con segnali di una precocità che appartiene solo a lui. Era pronto per la prima comunione a sette anni, la si fa a dieci. Bambino aveva già percepito il significato dell’eucarestia, che è stato il suo mantra finché ha vissuto. Era già padrone dell’informatica, che ha usato per trasmettere la sua fede attraverso siti web. Ha organizzato la Mostra dei miracoli eucaristici, divulgata, anche online, ospitata in tutti i continenti, in migliaia di chiese e nei santuari più famosi, come Fatima, Lourdes e Guadalupe.

In quei tre giorni della fine espresse il desiderio di essere sepolto in Assisi. Venne esaudito, la sua salma, il 6 aprile del 2019 venne traslata dal cimitero al Santuario della Spogliazione.

Carlo ha lasciato segnali visibili, eco ascoltabili ed eredità spendibili. Lui, così piccolo.

INNAMORAMENTO
Gruppi di giovani si riuniscono, in tutto il mondo, per confrontarsi con le sue scelte. Per approfondire quel suo innamoramento di dio e per comprendere fino in fondo la sua indicazione sull’eucarestia che lui definiva autostrada per il cielo. Non è improprio dire che il ragazzo era già un miracolo di passione, di intelligenza e di inventiva, non solo di fede. Adesso è riconosciuto. Eravamo abituati alla beatificazione di altra gente, cardinali, prelati, eroi mistici... La notizia è bella. Alcune sue parole: «Non so se vi siete mai chiesti che senso abbia la vita. Io sono scappato da questa domanda per parecchio tempo e avrei continuato a farlo se non fosse successo qualcosa che mi ha obbligato a guardarmi in faccia e a cercare una risposta». «Ma come si può trovare il senso della vita? Non esiste una ricetta, non esiste una formula magica c’è però qualcosa che ognuno di noi può fare... spostare lo sguardo dal basso verso l’alto».

INTERROTTO
Una domanda, facile, può essere: ma perché Carlo è stato... interrotto così presto. Con quella sua umanità, e potenzialità. È la risposta, che è difficile. Una fascia può dire che è stato accolto là dove è giusto che debba stare. Non ragazzo, ma angelo. Oppure ci si può riferire a un concetto antico, poetico. Deriva da un frammento di Menandro, ripreso e accreditato da Leopardi come epigrafe del suo Amore e morte. “Muor giovane colui ch’al cielo è caro”. È certo un bel pensiero, consolatorio, laico, ma... non risolve. La soluzione sta nel mistero. Della morte o della vita. È lo stesso. Ma anche ricordare Acutis è una soluzione. È quello che possiamo fare.


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