Il bene mio

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Un film di Pippo Mezzapesa. Con Sergio Rubini, Sonya Mellah, Dino Abbrescia, Francesco De Vito.
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Drammatico, Ratings: Kids+13, durata 94 min. - Italia 2018. - Altre Storie uscita giovedì 4 ottobre 2018. MYMONETRO Il bene mio * * * - - valutazione media: 3,18 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

Elia, l'ultimo granello della clessidra di Yarince Valutazione 3 stelle su cinque

di yarince


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mercoledì 17 ottobre 2018

“Forse Adelma è la città cui si arriva morendo e in cui ognuno ritrova persone che ha conosciuto. E’ segno che sono morto anch’io. E’ segno che l’Aldilà non è felice”. Italo Calvino.
Provvidenza è un paese fantasma, dopo il terremoto i suoi abitanti si sono trasferiti a valle, a Nuova Provvidenza.
Provvidenza vecchia è abitata da un unico, irremovibile e testardo abitante, Elia, che nel terremoto ha perso la moglie, la maestra, e si rifiuta di abbandonare il paese, la sua casa e di lasciare andare i ricordi d’amore che le sue mura racchiudono. Lui ha un grande rimorso; il giorno del terremoto non c’era in paese, era in viaggio con l’amico.
C’è un ponte che collega e separa Provvidenza vecchia e nuova, le collega nello spazio e le separa nel tempo del prima e del dopo. I due paesi sono come le due ampolle di una clessidra, funzionali l'una all'altra. La comunità di Provvidenza nuova vuole andare avanti, dimenticare, lasciarsi il dolore alla spalle. Elia, un grandioso Sergio Rubini, invece, è il paladino del passato, custode degli oggetti dispersi e sepolti dalle macerie, delle voci dei morti, dei luoghi della comunità. Lui continua a frequentare il bar, la chiesa, recupera oggetti sommersi dalla polvere, li aggiusta e li costudisce nel museo. C’è un solo posto a cui non accede più, la scuola in cui sua moglie morì.
Il film è ambientato ad Apice vecchia, evacuata dopo il terremoto del 1962 e dove l’orologio è fermo a quella data. Ci sono ancora le insegna delle botteghe, del telefono pubblico, le architetture del dopoguerra. Io ci sono stata di sera e, come nel film, si avvertono presenze, forse animali notturni, presenze umane o forse suggestioni.
E’ una storia che noi irpini conosciamo bene, anche Conza venne evacuata dopo il terremoto dell’80 e il nuovo nucleo abitativo fu ricostruito ai suoi piedi.
Elia che fruga nei cumuli di pietre mi ha fatto ricordare di quando, da bambini, dopo il terremoto, ci inoltravamo nelle “caselle”, i vicoli di Lioni abbandonati, nelle case fatiscenti con i calendari fermi sulla pagina del mese di novembre, e i giocattoli, i mobili, gli oggetti tra le macerie. Per noi bambini era solo un gioco.
La comunità del film si trasferisce e vuole dimenticare, Elia, invece, vuole ricordare e vuole restare. Le due reazioni, apparentemente opposte, rappresentano le due fasi necessarie della coscienza collettiva, di elaborazione del lutto e del trauma subito. Ricordo che nella nostra comunità, il decennio successivo al terremoto, è stato segnato dal silenzio. Il grande torto e il dolore erano troppo forti per poterne parlare, per poter ricordare e nominare i morti. Il terremoto divenne un tabù, un fagotto che tutti ci portavamo dietro, ma in cui non si andava più a guardare dentro. La reazione della comunità di Provvidenza è la reazione immediata di una comunità sotto shock, è l’istinto di sopravvivenza, è il richiamo alla vita, il rifiuto del dolore. Tante persone, negli anni successivi al terremoto, si sono sposate, hanno messo al mondo bambini, perché la vita ha bisogno di vincere sulla morte. Elia rappresenta la fase successiva, il recupero della memoria; per poter vivere in pace, per poter liberarci dagli incubi e dalll’ansia delle notti insonni, bisogna frugare nelle macerie, salvare le persone e gli oggetti cari dalla dispersione, recuperare, custodire e trasmettere la memoria attraverso la parola, il racconto, il dialogo collettivo. Elia da solo non oltrepassa mai il cancello della scuola, lo farà solo quando verrà raggiunto dalla comunità, è solo con la comunità, con il suo supporto, che potrà affrontare il suo limite, far pace col passato e andare avanti.
Provvidenza vecchia è abitata anche da una clandestina, Elia le dirà che sono entrambi illegali in quel posto e aiuterà la donna a lasciare l’Italia e raggiungere la sorella gemella in Francia. Elia è quindi un fuorilegge? Elia è il simbolo vero della società, intesa come “consortium”, che significa “partecipare alla stessa sorte”.

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