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Tratto dall'omonimo libro di G.I.Gurdjieff, il secondo libro di una serie intitolata "Di tutto e del Tutto", questo film è un' opera eccezionale nel panorama dei film biografici. La storia che si vuole raccontare ha una struttura biografica, ma non è una biografia classica nel senso comune del termine in quanto tutti gli episodi raccontati sono un espediente narrativo per accedere ad una dimensione altra del racconto, che trascende i meri fatti per collegarli con un senso superiore che si svela a poco a poco. Trasporre tutto ciò in un film è chiaramente impossibile, e Peter Brook non pretende tanto. Ma riesce a dare credibilità alla sua opera, a creare delle ottime rappresentazioni, e il contributo degli attori in questo caso fa la differenza. Molti non sono attori professionisti, ma ognuno fa la sua parte integrandosi perfettamente al racconto, senza aspirare al protagonismo. Le danze riprodotte nel film sono il risultato di anni di studio e ciò segna un gran margine con le produzioni cinematografiche classiche, dove gli attori si preparano anche duramente ma senza partecipare intimamente all'opera come vorrebbero far credere, e anche in questo sta il gioco della finzione. L'ambizione di quest' opera di nicchia è semplice: dargli un' utilità, renderlo strumento di uno scopo che oltrepassa i confini del "divertissement " in cui spesso è relegato il cinema. Nell'intenzione assomiglia a un documentario, nella realizzazione è un film, ma in fondo c'è molto di più. Alla realizzazione del film ha contribuito l'allora compagna di Peter Brook, Madame Jeanne de Salzmann, l'influenza della quale deve aver inciso molto sulla qualità della realizzazione. A mio giudizio un capolavoro.
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