On the Road |
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Un film di Walter Salles.
Con Elisabeth Moss, Terrence Howard, Danny Morgan, Alice Braga, Kristen Stewart, Kirsten Dunst.
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Titolo originale On the Road.
Drammatico,
- USA 2012.
- Medusa
uscita giovedì 11 ottobre 2012.
MYMONETRO
On the Road
valutazione media:
2,62
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Un Keroua diligente ma senza magiadi donni romaniFeedback: 23283 | altri commenti e recensioni di donni romani |
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giovedì 18 ottobre 2012 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Le trasposizioni cinematografiche di libri noti sono sempre un rischio, figuriamoci la trasposizione di un libro che è diventato il manifesto di una generazione, il faro di riferimento per chiunque volesse vivere una vita fuori dagli schemi, un'opera che ha superato i confini della letteratura per entrare in quelli del mito, e questo da più di cinquant'anni. La pellicola di Walter Salles ci restituisce un'epoca - la fine degli Anni Quaranta e i primi Anni Cinquanta - un'inquietudine, un processo di crescita e di indipendenza con diligente eleganza, e presenta i personaggi di Sal, voce narrante e di Dean, magico seduttore incapace di tregua emotiva, con pacatezza narrativa regalandoci due figurine tendenti allo stereotipato, il giovane ingenuo scrittore che ha fame di vita e di esperienze ed il bad guy, che poi tanto bad non è, che trascina l'amico in un vortice di avventure. Le trasgressioni di allora risultano risibili se non contestualizzate debitamente e questa magia a Salles ed ai suoi attori non riesce. Nonostante i cameos di Steve Buscemi, di Viggo Mortensen e di Kristen Dunst manca qualcosa che trasformi un dignitoso affresco d'epoca in un ipnotico composto ben amalgamato, in cui non ci sia solo una infinita serie di personaggi strampalati, di discese nei più o meno abissi di droga e sesso, di spire di fumo e stanze disordinate. Manca la magia che fa si che noi si segua lo scorrere del tempo e dei pensieri di Sam con empatia ed emozione, e non si può imputare tutta la colpa al fatto che gli attori siano poco carismatici - dimentichiamoci senza rimpianti l'idea di affidare il ruolo del protagonista a Marlon Brando che per anni ha attraversato la mente di registi e produttori fino al nulla di fatto che poi è stato - questo è un altro mondo, che risulta anacronistico e datato, come forse può apparire anche il romanzo di Kerouak a chi lo leggesse oggi, ma che ha dalla sua lo stile, la potenza della parola cui non corrisponde sullo schermo la potenza delle immagini. Sal viaggia, Dean lo introduce alla vita con amichevoli calci e spintoni, la strada del mondo e delle emozioni si compie e approda sui tasti di una vecchia macchina da scrivere, gli occhi lucidi di Dean in sottofinale sono toccanti, ma avremmo voluto essere trasportati con urgenza e passione, anima e sguardo, in quel mondo lontano, con echi di jazz e di dopoguerra, non trascinati diligentemente per mano come in un piccolo museo della storia americana.
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