C'era una volta in Anatolia |
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Un film di Nuri Bilge Ceylan.
Con Yilmaz Erdogan, Taner Birsel, Ahmet Mümtaz Taylan, Muhammet Uzuner, Firat Tanis
Titolo originale Bir zamanlar Anadolu'da.
Drammatico,
durata 150 min.
- Turchia 2011.
- Parthénos
uscita venerdì 15 giugno 2012.
MYMONETRO
C'era una volta in Anatolia
valutazione media:
3,55
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Lontani dall'Europa...di Writer58Feedback: 53218 | altri commenti e recensioni di Writer58 |
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sabato 23 giugno 2012 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
"C'era una volta in Anatolia" è un capolavoro a metà. Lo è sicuramente da un punto di vista visivo, con una grandiosa fotografia che pare illuminare anche le sequenze notturne sulla splendida campagna turca e che mette in risalto anche i dettagli più minuti (la barba ispida dei protagonisti, gli alberi scossi dalle folate del vento, l'espressione dei volti, una roccia con graffiti antichi, l'architettura casuale delle cittadine dell'Anatolia); lo è nella preparazione del plot narrativo (tre automobili vagano al crepuscolo alla ricerca del corpo di un uomo assassinato e sepolto da un assassino disposto a rivelare il luogo del suo crimine) che, con ritmi dilatati, segue gli andirivieni del gruppo, composto da un procuratore, un commissario di polizia, un medico, alcuni poliziotti, l'omicida e suo fratello, lungo una geografia notturna fatta di campi di grano, ponti, stradine a stento asfaltate, fari di macchine che proiettano fasci di luce su una memoria ottenebrata dalla colpa e dall'alcool. Anche i dialoghi tra i protagonisti mi sono parsi "giusti": miscelano ansie quotidiane, interrogativi esistenziali, fatiche del vivere; rivelano aspetti dei personaggi tramite un lavoro di scavo e di cesello che rifugge dalle accelerazioni e dalle spettacolarizzazioni proprie dei film di azione. Contrariamente ad alcune valutazioni del forum, non ho trovato la pellicola noiosa, anche se il ritmo narrativo è lento e indugia sui particolari. Perché, allora, parlo di "capolavoro a metà"? Perché, nella seconda parte del film (dal ritrovamento del cadavere in poi) la tensione narrativa diminuisce e le premesse non vengono sostenute da un adeguato scioglimento. Il film si "sgonfia" e il finale, più che aperto, è monco, come se il regista avesse interrotto l' opera in un punto casuale del suo sviluppo. Al di là delle interpretazioni poco condivisibili sulla valenza metaforica della pellicola (che rappresenterebbe uno spaccato della Turchia di oggi sospesa tra un passato tradizionale e un presente di modernità e sviluppo), "C'era una volta in Anatolia" appare come un'opera che assembla in modo imperfetto un inizio folgorante con uno scoglimento deludente. E questo non è un limite da poco, considerando le aspettative che (almeno in me)il film aveva generato.
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