Cose dell'altro mondo

un concentrato di stereotipi, certo, ma consideriamo che l'italia non è un paese ma E' uno stereotipo. il battage pubblicitario, inutile negarlo, c'è stato. i veneti, giustamente, sono risentitissimi per come vengono dipinti dal lavoro di Patierno. ma qui si parla di veneti per dire "italiani" (anche se, avendo lavorato in veneto per anni, mi sentirei di essere persino più esplicito nei giudizi...). in definitiva questo film merita di essere visto? sì, assolutamente sì. il film ha un primo tempo decisamente dinamico e ben girato, sono arrivato all'intervallo stupito dalla velocità delle inquadrature, delle riprese e dal crescendo escatologico di profezie urlate in "monese". sullo sfondo di questa rapida carrellata, le anime dei protagonisti si presentano ognuna con il loro personale bagaglio di difetti e caratterizzazioni, tutti vittime e carnefici in tempi e modalità diverse. il dipinto che appare di questa italia sull'orlo di una crisi di nervi è freddo, quasi distaccato ed in forma di elenco della spesa, ricco di stereotipi, estremamente realistico, e in tale rutilante carrellata di macchiette è facile ridere perchè ci riconosciamo, o perchè ritroviamo un nostro conoscente. un paese superstizioso che brucia le streghe (di cartone), non potendo bruciare gli extracomunitari, ma in cui ognuno ha cellulari a gogo. il senso di fine ineluttabile, di spaesamento, di rabbia che non può essere espressa perchè, in definitiva, sono gli stessi italiani ad essere colpevoli di tale fine. tutto molto interessante e condivisibile. altra cosa che ho personalmente gradito molto è l'assenza di finali melensi o "educativi", anzi la rimbombante "cose dell'altro mondo" di simone cristicchi con il suo incipit "Appropinquante fine mundi!" serve quasi a chiarire un eventuale epilogo, anche se esistono segnali contrari. un film godibile, estremamente divertente e amaro quel tanto che basta per far pensare, posto che pensare possa servire quando la fine si avvicina.