Barbarossa

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Un film di Renzo Martinelli. Con Rutger Hauer, Raz Degan, Kasia Smutniak, Hristo Shopov, Cécile Cassel.
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Drammatico, Ratings: Kids+13, durata 139 min. - Italia 2008. - 01 Distribution uscita venerdì 9 ottobre 2009. MYMONETRO Barbarossa * 1/2 - - - valutazione media: 1,72 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

mediocrità imbarazzante Valutazione 1 stelle su cinque

di marco romani


Feedback: 236 | altri commenti e recensioni di marco romani
venerdì 7 gennaio 2011

devo dirlo, ho visto questo Barbarossa con tutte le buone intenzioni, senza alcun pregiudizio l'ho visionato con l'aspettativa di gustrami un film ben realizzato, nonostante la brutta fama di essere infarcito di retorica leghista spicciola (ma in realtà è molto peggio di così). La pellicola inizia subito male proponendoci sequenze lente, confuse e pacchiane nel tentativo (mal riuscito) di rappresentare lo stato di "terrore" prodotto dai feudatari di Federico I a Milano, sequenze in cui si avvicendano personaggi stereotipati e inverosimili come il nobile "Siniscalco Barozzi", tra l'altro interpretato malissimo. Tutto ciò è mescolato a scene di esaltazione della superstizione popolare: una improbabile veggente che predice a Barbarossa il suo destino, una strega che strilla fastidiosamente il futuro direttamente nei timpani del povero spettatore per tutto il film, arrivando al vescovo di Milano che rinviene nientemeno che la Vera tomba dei Re Magi alla vigilia della battaglia (della serie, Dio è con noi!) suscitando tra le comparse espressini di devozione che vanno ben oltre il limite del ridicolo. Su questo patetico solco il film si trascina noioso per più di un ora, fino ad arrivare alla calata di Federico I in Italia e alle scene di battaglia vera e propria, dove innumerevoli si contano le frasi retoriche e prive di spessore da ambo le parti. I costosi effetti speciali tanto sbandierati si risolvono in poche sequenze, realizzate pure maluccio e visibilmente ritoccate al computer (le esplosioni, le fiamme e i fumi non sono realistici). Gli effetti visivi sono, forse, a livello Telefilm, per non parlare della colonna sonora, una lagna initterrotta e scopiazzata penosamente da quella di kolossal come il Gladiatore. Da qui il film prosegue ancora con una sceneggiatura confusa dove abbondano le banalità più insulse, come l'infatuazione amorosa di Siniscalco Barozzi con una milanese che pur di non cedere alle pretese di questo nobile "traditore" della Lombardia arriverà a compiere i gesti più insani. Del resto il personaggio che dovrebbe essere il gran protagonista della vicenda, ossia Alberto da Giussano (quello, per capirci, raffigurato nello stemma elettorale della lega nord), risulta assai penalizzato dalla sceneggiatura che lo ritrae da prima come l'umile e scapestrato figlio di un fabbro, poi senza un preciso perché lo ritroviamo a fare un pistolotto ideologico ai governanti di Milano (che si fanno zittire come fossero bambini all'asilo), quindi generale di una invincibile brigata denominata "della morte" formata da contadini reclutati facendo leva su un sentimento nazionale lombardo del tutto anacronistico. Infine, ancora senza un perché, assistiamo alla degenerazione di Alberto da Giussano verso il delirio e la crescente sete di vendetta (che confonderà per "libertà") fino al gran finale in cui affronterà l'esercito imperiale tra pacchiane scene in rallenti, primi piani caotici, sguardi e movenze mal recitate, momenti splatter col sangue penosamente aggiunto al computer. Oltre alla disastrosa sceneggiatura e alla cattiva recitazione tutto il film risente di una regia e di una fotografia che non coinvolge e non convince, in stile Elisa di Rivombrosa per non dire di peggio.
La pellicola che aspirava alla fama di kolossal sull'impronta di Braveheart risulta invece un ridicolo scimmiottamento degli stessi. tutto ciò e ancora più avvilente se si pensa che il costo di questo film è stato elevatissimo, che sono stati spesi anche soldi pubblici per realizzarlo e che è stato promosso e presentato come un imperdibile capolavoro dalle personalità politiche di massimo rilievo quando ci sarebbero film nazionali molto più significativi (ma, ahiloro, non di interesse politico) che vengono snobbati. Per me è un vero schifo.

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massimo49 martedì 12 luglio 2011
la conquista dei media alla base del potere.
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92%

Come spesso succede, questi saccenti militanti travestiti da 'radical chic' vedono tutti i minimi dettagli per stroncare un lavoro creativo originale non in linea con il progetto politico e non vedono abnormi 'bidoni' di film 'politicamente corretti'... Esempi? L'osannato e conformista 'La ragazza nel lago' dove, casualmente, l'unica figura positiva, in un mare di freddezza nordica, è il commisario napoletano (poteva essere diversamente?) Toni Servillo... Svegliatevi, guardatevi attorno e meditate sul gelo che circonda la nostra Italietta all'estero, dove il regime dei media non funziona.

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