Questo film italiano è volutamente ispirato a Star Wars dal quale riprende molti aspetti, a cominciare dalla ambientazione: le vicissitudini dei protagonisti sono localizzata in un tempo e in un universo indefinito popolato dalle creature fantastiche più disparate, da robot antropomorfi, da protagonisti dotati di poteri misteriosi e spade laser, e dove le flotte imperiali si spostano da un angolo all'altro della galassia con salti nell'iperspazio. Il rischio di scadere in una sterile imitazione commerciale del capolavoro di George Lucas viene però sapientemente evitato da numerose trovate e dialoghi che vertono sull'autoironia e il parodistico, spesso volutamente fumettistici oppure stereotipati. Ne risulta una pellicola spassosa e allo stesso tempo avventurosa che non annoia e trascina lo spettatore in una fiaba moderna. Moderna a cominciare dal personaggio principale, l'avventuriera Stella Star, che seppure svestita (il suo guardaroba in molte scene è ridotto a un bikini in pelle nera con ai piedi improbabili stivaloni) risulta un personaggio che si allontana notevolmente dello stereotipo dell'eroina femminile di quegli anni. Stella star non è una graziosa principessa da salvare (come in Star Wars), bensì è una cinica fuorilegge, che approfitta delle circostanze favorevoli per fuggire dalla sua prigione senza preoccuparsi della sorte dei propri compagni ribelli (presi di mira dal fuoco delle guardie), che accetta la missione affidatagli dall'imperatore per opportunismo, che si eccita alla prospettiva dello scontro e che al contempo rimane indifferente, quasi irritata, alla vista degli uomini morti per il freddo sul pianeta ghiacciato (quelli che doveva portare in salvo). Ed alla fine sarà lei, dopo il defilamento dei protagonisti maschili, a condurre lo scontro finale contro la nave ammiraglia (a forma di artiglio mobile!) del Conte Zarth Arn (il cattivissimo animato dalla sete di potere assoluto e acconciato come dracula). Gli altri personaggi sono pure essi tutt'altro che eroi o cavalieri Jedi. Il coprotagonista maschile, il pilota di astronave Akton, dotato di spada laser e poteri soprannaturali, è tutto diverso da un timorato e quasi religioso Skywalker. Akton è un fuorilegge, senza maestri o limiti, che si trastulla con i suoi poteri per divertimento o per sfuggire alla cattura, aderendo ad un suo personale codice morale libero, tanto che sceglie di volta in volta le leggi da infrangere e quelle che ha il dovere di rispettare a costo di mentire. Il figlio dell'imperatore e ammiraglio della nave scomparsa, che verrà ritrovato dai due sul pianeta del Conte, ad uno sguardo più profondo appare un vile e viziato, che abbatte uomini delle caverne a decine finché dotato di armi laser, per poi non muovere più un dito, lasciando duellare Akton da solo contro i robot. L'imperatore galattico è circondato da un aura nobile ma risulta un debole, circondato da traditori e incompetenti. Guiderà l'assalto contro le astronavi del suo rivale (cogliendolo di sorpresa) riuscendo a perdere. Nella storia l'unico protagonista senza macchia è il fedele robot Elle, un autentico buono con le sembianze di un cattivo (ricorda vagamente Darth Fainer). Insomma, uno Star Wars sì, ma diverso, a tratti Carpenteriano, con effetti speciali caserecci che saggiamente puntano a ricreare un universo fumettestico e fiabesco piuttosto che arrischiarsi sullo scivoloso terreno del realismo, risultando pertanto godibili, supportati dalla superlativa colonna sonora.
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