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Premettendo che si tratta di un film per addetti ai lavori e appassionati di "Cime tempestose" , cinematograficamente parlando si deve prendere atto di una modesta opera prima con uso eccessivo di primi piani e qualche efficace trovata scenica.La metafora della maschera, con richiami esoterici, il rituale dello spiare dall'esterno delle finestre, poi al centro della storia di Kathy e Heatcliff nel romanzo che Emily ci lascia, sono tra le poche cose da salvare del film.Una sceneggiatura molto ma molto liberamente tratta dalla biografia della Bronte, un fotografia essenziale e un richiamo ossessivo alla pioggia che tutto bagna, purifica,ricopre, non bastano a sostenere una primadonna eccessiva nello strabuzzare gli occhi e comprimari di poco spessore.L' operazione é comunque apprezzabile per lo sforzo di introdurre lo spettatore al miracolo del romanticismo ed alla bellezza della poesia che ammanta l' intero plot nobilitandone taluni passaggi. Sulla scia di Bright Star da una parte e piccole donne dall'altra insieme ad laltre pellicole per amanti della letteratura inglese di età romantica. Rivedibile ( non nel senso che bisogna pagare una seconda volta per vederlo) .Poteva dare di più,
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daniela curti
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lunedì 17 luglio 2023
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falso storico fjnale
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Parto dalla fine: Emily Brontë non ha avuto il piacere di vedersi pubblicata con il suo nome,in un tempo che voleva ancora autori e non autrici. Pseudonimo maschile inevitabile.
Inoltre non si hanno testimonianze di un coinvolgimento passionale, men che meno sessuale, della protagonista nella realtà: ne'' con un vicario ne'' con altri. Quindi un altro falso storico.
Non credo nemmeno potesse aver avuto accesso all''oppio ( o laudano ) da cui Branwell purtroppo era dipendente, ma qui posso essere meno tranchante.
Cosa invece mi è piaciuto è la fredda atmosfera in casa Brontë,vittoriana e provinciale, e l''anima che la sapiente fotografia ha dato alla brughiera.
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Parto dalla fine: Emily Brontë non ha avuto il piacere di vedersi pubblicata con il suo nome,in un tempo che voleva ancora autori e non autrici. Pseudonimo maschile inevitabile.
Inoltre non si hanno testimonianze di un coinvolgimento passionale, men che meno sessuale, della protagonista nella realtà: ne'' con un vicario ne'' con altri. Quindi un altro falso storico.
Non credo nemmeno potesse aver avuto accesso all''oppio ( o laudano ) da cui Branwell purtroppo era dipendente, ma qui posso essere meno tranchante.
Cosa invece mi è piaciuto è la fredda atmosfera in casa Brontë,vittoriana e provinciale, e l''anima che la sapiente fotografia ha dato alla brughiera. Come Emily nel suo romanzo. E brava la protagonista.
Credo dovrò leggere The Life of Charlotte Brontë, di Mrs Gaskell, per trovare le tracce da cui la regista è partita x creare le sue plausibili inesattezze storiche.
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