claudio2013
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sabato 8 aprile 2006
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cruise chevalier
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Carissima redazione,
Vi scrivo per segnalarvi un problema :
lo scorso hanno Roberto Chevalier è stato licenziato.. non doppiando così Tom Cruise nella Guerra dei mondi...
prima che il film venisse doppiato da Riccardo Rossi ..mi sono imbattuto in una lotta contro la responsabile dell'accaduto : Claudia Gwirtzman
ecco cosa ha detto lo stesso Chevalier a proposito :
«E’ stata Claudia Gwirtzman, supervisor della Dreamworks che produce La guerra dei mondi , a non volermi: sostiene che sono troppo vecchio per Tom e poi trova giusto fargli cambiare voce in ogni film»
«Naturalmente sono dispiaciutissimo.Anche se anagraficamente sono più anziano di Cruise, le mie corde vocali non rivelano la differenza.
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Carissima redazione,
Vi scrivo per segnalarvi un problema :
lo scorso hanno Roberto Chevalier è stato licenziato.. non doppiando così Tom Cruise nella Guerra dei mondi...
prima che il film venisse doppiato da Riccardo Rossi ..mi sono imbattuto in una lotta contro la responsabile dell'accaduto : Claudia Gwirtzman
ecco cosa ha detto lo stesso Chevalier a proposito :
«E’ stata Claudia Gwirtzman, supervisor della Dreamworks che produce La guerra dei mondi , a non volermi: sostiene che sono troppo vecchio per Tom e poi trova giusto fargli cambiare voce in ogni film»
«Naturalmente sono dispiaciutissimo.Anche se anagraficamente sono più anziano di Cruise, le mie corde vocali non rivelano la differenza. E al personaggio ho dato l’anima, come ben sanno gli spettatori e lo stesso Cruise che si complimentò con me a Taormina nel 2000, quando vinsi il mio secondo Nastro d’argento proprio per il doppiaggio di Magnolia . In quell’occasione Tom mi volle accanto a sé per presentare Mission impossible 2 . E siccome aveva saputo che ero stato tenuto fuori da Eyes Wide Shut , mi disse: se capita un’altra volta, avvertimi».
ho scritto a chiunque e dappertutto , giornali, case di produzioni italiane e americane ect ect....
non ho avuto nessun esito positivo: Chevalier licenziato, Cruise doppiato da Rossi(che è un ottimo doppiatore) ma in questo caso fuori lungo, rovinando il film di Spielberg inguardabile al cinema che solo successivamente ho gustato in lingua originale dal dvd!!!
E' passato un anno e le cose non sono cambiate...adesso, dopo le numerose critiche non solo mie sul doppiaggio de la Guerra dei mondi, la UIP continua a perseverare!!!
Il prossimo Mission Impossible, il terzo, non si sa' ancora da chi ma stando a quello che dice la UIP, non sara' doppiato da Chevalier!!!
Ma si puo' essere così dementi ?????
Mission Impossible, primo e secondo doppiati da Chevalier ed il terzo ........ ?????
Si conclude una trilogia...ma che senso logico ha questo ?????????
io come migliaia di fan italiani rivogliamo l'unica vera voce ...il grande Chevalier deve tornare a doppiare Tom Cruise... perchè modificare un qualcosa che va già benissimo???
Se ne sentiva il bisogno?
Gli spettatori friggevano forse sulle poltrone dei cinema in attesa impaziente di questo cambiamento?
Eppure lo hanno fatto, in base a logiche in cui neanche voglio entrare.
Roberto Chevalier ha un timbro giovane, dinamico che combacia perfettamente con l’immagine di Tom Cruise ed una voce ci aiuta a sognare: cambiandola, ci impediscono di continuare a farlo nello stesso modo. Non solo. Una voce è legata a una persona per tutta la vita. Soltanto immaginare di sentir parlar qualcuno che conosciamo bene con una voce diversa odorerebbe subito di inspiegabile.
Oramai tutti identifichiamo Tom Cruise con la voce di Roberto Chevalier, che, personalmente non considero assolutamente una voce "vecchia" o eccessivamente "matura".
a questo proposito c'è addirittura chi propone di organizzare una petizione che ridia a Tom la "sua voce" !!!!!!!!!!!!!
Chiunque volesse sfogarsi o commentare o saperne di + sull' accaduto puo' farlo nel seguente forum : http://www.forumfree.net/?t=3575225&st=30#entry76049909
Volevo suggerirvi di studiare il caso e farne un servizio... MAGARI UNA BELLA INTERVISTA AL GRANDE ROBERTO CHEVALIER!!!
in attesa di una vostra risposta vi saluto cordialmente
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(di claudio2013)
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rick
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martedì 13 novembre 2007
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la missione è davvero impossibile
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Per la terza volta Tom "sorriso smagliante" Cruise si cala nei panni di Ethan Hunt, l'agente dell'IMF (Impossible Mission Force) che si ritrova a salvare il mondo intero dalla minaccia di un pericoloso trafficante d'armi.
In questo episodio il notro Ethan è sposato con Julia, un'infermiera che ignora la sua doppia identità e, benché avesse in programma di ritirarsi a vita privata con la moglie, tornerà in azione per salvare una sua vecchia allieva (che poi è l'incipit che funge da scusa alle successive acrobazie e missioni)
Stavolta il ruolo del villain è toccato a Philip Seymour Hoffman, spietato trafficante d'armi che contrappone la sua fisicità burrosa e la sua espressione malvagia al fisico supertonico di Tom e ai suoi (continui) sorrisi.
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Per la terza volta Tom "sorriso smagliante" Cruise si cala nei panni di Ethan Hunt, l'agente dell'IMF (Impossible Mission Force) che si ritrova a salvare il mondo intero dalla minaccia di un pericoloso trafficante d'armi.
In questo episodio il notro Ethan è sposato con Julia, un'infermiera che ignora la sua doppia identità e, benché avesse in programma di ritirarsi a vita privata con la moglie, tornerà in azione per salvare una sua vecchia allieva (che poi è l'incipit che funge da scusa alle successive acrobazie e missioni)
Stavolta il ruolo del villain è toccato a Philip Seymour Hoffman, spietato trafficante d'armi che contrappone la sua fisicità burrosa e la sua espressione malvagia al fisico supertonico di Tom e ai suoi (continui) sorrisi.
Ormai la saga dà evidenti segni di vecchiaia, sicuramente l'azione non manca ed è di prima qualità, ottime sono le scene che vedono agire in tempi brevissimi Ethan e i suoi compari (vecchi e nuovi) per violare il sistema di sicurezza di turno (che sia di un palazzo pieno di personaggi governativi o il vaticano), interessanti i gadgets ipertecnologici ma tutto ciò non riesce a cancellare la vecchiaia della saga.
La "Zampa di lepre", un nome in codice per chissà quale arma di distruzione, il solito agente traditore... Sono tutti punti deboli.
Quasi si sconfina nella farsa quando nel film, in seguito ad una mirabolante acrobazia di Tom riuscita nonostante le probabilità fossero tutte contro di lui Luther Stikil dice candidamente "Tanto si sapeva"
Ma tra palazzi impenetrabili da violare, minacce senza nome (o con un nome ridicolo, vedi "Zampa di lepre"), azione iperspericolata (forse troppo) e quant'altro non si riesce comunque a far ringiovanire un pò questa saga, che ormai, tra "Chimere" e "zampe di lepre", sconfina in altri generi tentando di tenersi a galla.
Peccato solo per Philip Seymour Hoffman, grande attore, sprecato nel ruolo di mero villain ipercattivo (che fa minacce anche quando è legato e in bilico su un baratro!) che oltretutto incontra la propria fine in un modo ridicolo.
Per adesso la saga ce la fa ancora in qualche mondo, pur con visibili stiracchiamenti e rattoppamenti, lascia (ovviamente) le porte aperte al prossimo episodio (dove magari ci diranno cos'è questa fantomatica "Zampa di lepre") ma la formula si sta esaurendo e, se è bastata a stento a questo terzo episodio, non sarà sufficiente per il quarto.
Voto= 2 Stelle e 1/2
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andreabnz
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giovedì 11 maggio 2006
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l'eroe e'stanco?
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E’ tornato l’agente Ethan Hunt con tutta la forza adrenalinica delle sue missioni sempre più impossibili. Alla luce di questo nuovo episodio si può dire che la saga comincia a mostrare un po’ la corda dal momento che in questo film vengono riproposte trame e situazioni già viste nei due episodi precedenti. La serie resta comunque più godibile di quella di Bond e dell’analista Jack Ryan di Clancy grazie ad un Cruise sempre in ottima forma, sufficientemente espressivo e completamente calato nel ruolo. Dunque anche in questa missione possiamo citare vari dejavù a cominciare dal tema portante della storia ovvero l’ennesima minaccia chimica oggetto di mire del solito trafficante maniacale e potentissimo immanicato con le stanze del potere.
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E’ tornato l’agente Ethan Hunt con tutta la forza adrenalinica delle sue missioni sempre più impossibili. Alla luce di questo nuovo episodio si può dire che la saga comincia a mostrare un po’ la corda dal momento che in questo film vengono riproposte trame e situazioni già viste nei due episodi precedenti. La serie resta comunque più godibile di quella di Bond e dell’analista Jack Ryan di Clancy grazie ad un Cruise sempre in ottima forma, sufficientemente espressivo e completamente calato nel ruolo. Dunque anche in questa missione possiamo citare vari dejavù a cominciare dal tema portante della storia ovvero l’ennesima minaccia chimica oggetto di mire del solito trafficante maniacale e potentissimo immanicato con le stanze del potere. Oggi il pericolo si cela sotto forma di una non ben specificata ma micidiale sostanza denominata “zampa di lepre”, quella che in MI2 era il virus Chimera. Anche in MI3 Hunt è chiamato a salvare in tempi strettissimi l’amata Julia un tema già incontrato in MI2 con Nyha. C’è anche il solito salto nel vuoto notturno di Ethan da un grattacielo, oggi impreziosito da geometrie che lo portano a rimbalzare come una palla da biliardo tra i palazzi di Shangai, mentre nella location italiana viene riproposto l’atterraggio silenzioso a due centimetri dal suolo con l’immancabile gancio d’acciaio reso immortale in MI1. In MI3 scene come la rincorsa disperata di Ethan alla fatidica ampolla in mezzo al traffico di Shangai, evoca la stessa caccia alla fiala dell’antidoto vista in MI2. Anche in questo episodio, come in MI2, l’assistente del cattivo di turno viene ucciso al posto del protagonista buono: in MI2 era Hugh a morire al posto di Ethan, qui è Melissa a soccombere al posto di Julia (cambiano leggermente i moventi, cinismo vendicativo contro ricatto calcolato). Qualche cliché tipico degli sceneggiatori americani è riproposto anche qui partendo dalla storia (il solito marcio che ammorba i servizi segreti), al cast (melting pot politically corret), al Laurence Fishburne (che ricorda molto il James Earl Jones visto in Patriot Games) dirigente duro e senza scrupoli ma in fondo dal cuore tenero.
Ma allora cosa c’è di nuovo in questo MI3? Qualcosa c’è e non è male. Troviamo personaggi più maturi, un Hunt messo in crisi dall’amore (vero) diviso tra senso del dovere e sentimenti che rivela contrasti che lo rendono più umano, c’è un Ving (Luther Stickell) più maturo meno divertente ma sempre sufficientemente ironico, scene di stunt automobilistico straordinare (anche se già viste in decine di film da Terminator a Matrix passando per Speed), i led di tensione ed emozione sono a livelli molto alti, i colpi di scena anche se con esiti più o meno prevedibili, sono ben organizzati. Di contro mancano quelle atmosfere intriganti e romantiche messe a sfondo del rapporto tra Nyha ed Ethan che John Woo aveva saputo creare in MI2, mancano musiche coinvolgenti (in MI2 erano insuperabili), il look di Cruise è meno accattivante rispetto a MI2 che ripropone un’immagine molto simile a quella vista in MI1. Di fatto MI3 è un film meno noioso (anzi tutt’altro) rispetto al primo firmato Brian De Palma, ma un gradino sotto il secondo, forse proprio perché mancano idee particolarmente innovative che possano definirlo un film originale e comunque migliore del precedente. Alla fine Ethan Hunt è un eroe che ricorda molto il Martin Riggs (Mel Gibson) visto in Arma Letale: la felicità è qualcuno a casa che ti aspetta e la vera missione impossibile sarà far si che l’amore duri almeno fino al quarto episodio.
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antonello villani
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giovedì 11 maggio 2006
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cruise e compagni nella terza missione impossibile
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Ancora una missione impossibile per l'agente Ethan Hunt. Questa volta il caposquadra della “Impossible Mission Force” deve liberare la moglie dalle mani di un criminale con deliri d’onnipotenza. Sì, perchè il nostro eroe si è accasato con un'infermiera che non sospetta nemmeno lontanamente la professione del marito spacciatosi per un tranquillo rappresentante in giro per gli States. Dietro la macchina da presa J.J. Abrams, nei panni dell'agente speciale il sempreverde Tom Cruise che a quarantatre anni suonati pare non abbia alcuna intenzione di passare il testimone: l'ex Top Gun salta da un grattacielo all'altro, sfiora l'asfalto affacciato da una macchina in corsa, si arrampica su muri, si getta col paracadute.
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Ancora una missione impossibile per l'agente Ethan Hunt. Questa volta il caposquadra della “Impossible Mission Force” deve liberare la moglie dalle mani di un criminale con deliri d’onnipotenza. Sì, perchè il nostro eroe si è accasato con un'infermiera che non sospetta nemmeno lontanamente la professione del marito spacciatosi per un tranquillo rappresentante in giro per gli States. Dietro la macchina da presa J.J. Abrams, nei panni dell'agente speciale il sempreverde Tom Cruise che a quarantatre anni suonati pare non abbia alcuna intenzione di passare il testimone: l'ex Top Gun salta da un grattacielo all'altro, sfiora l'asfalto affacciato da una macchina in corsa, si arrampica su muri, si getta col paracadute. E come nei precedenti episodi la star non ha neppure voluto controfigure. Al seguito un team che elude persino la sorveglianza del Vaticano, un pazzo d'ordinanza -inquietante il Premio Oscar Philip Seymour Hoffman nella parte del cattivo- ed il classico doppiogiochista che non ne vuole sapere di doveri governativi. In tanto fracasso Cruise sorprende per le sue doti interpretative passando dall'azione al dramma attraverso le torture tecnologiche di un folle che vuole dominare il mondo, mentre il colpo di scena finale spiazza chi aveva “individuato” la talpa già nei primi venti minuti. Il regista televisivo J.J. Abrams scivola nel finale tutto rose e fiori, ma il suo film appare più che convincente anche quando spinge il piede sull'acceleratore con la maschera del cattivo tagliata al laser e qualche inseguimento da mozzare il fiato. Trama intricata, ritmo alle stelle ed effetti speciali, "Mission Impossible III" possiede tutte le carte per piacere al pubblico: l'azione prima di tutto, poi il mistero e l'avventura di un film che passa da un continente all'altro attraverso le vie dello spionaggio; Berlino, Roma, Shangai e persino una location d’eccezione come la Reggia di Caserta viste nei monitor sempre più sofisticati di computer che fanno autentici miracoli. Una sola raccomandazione per chi decide di andare al cinema: non chiamateli prodotti di serie B, si farebbe torto ad un genere che sta conquistando sempre più la simpatia di pubblico e critica. Gli scettici si ricrederanno, potete scommetterci.
Antonello Villani
(Salerno)
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bobtheheat
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mercoledì 17 maggio 2006
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corri tom, corri
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Ricordo che quando vidi il magistrale film "Gli Incredibili" della Pixar pensai subito che poteva essere preso come un vero punto di riferimento anche dagli action movie girati da attori in carne ossa. Sinceramente “Mission Impossibile 3” mi sembra che non abbia assimilato molto bene quella lezione e sia da considerare alla fine l’episodio meno interessante di quelli girati sino ad oggi. Per carita’ il ritmo certo non manca e Tom si getta anima e corpo in questa nuova puntata, La sua atleticita’ , la sua aderenza al personaggio sono notevoli tanto che riesce impensabile pensare ad un altro attore nel ruolo di Ethan Hunt. Con lui James Bond e’ in prepensionamento da tempo. Ma le scene d’azione nonostante il gran lavoro del montaggio, davvero notevole, garantiscono vera adrenalina ad intermittenza.
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Ricordo che quando vidi il magistrale film "Gli Incredibili" della Pixar pensai subito che poteva essere preso come un vero punto di riferimento anche dagli action movie girati da attori in carne ossa. Sinceramente “Mission Impossibile 3” mi sembra che non abbia assimilato molto bene quella lezione e sia da considerare alla fine l’episodio meno interessante di quelli girati sino ad oggi. Per carita’ il ritmo certo non manca e Tom si getta anima e corpo in questa nuova puntata, La sua atleticita’ , la sua aderenza al personaggio sono notevoli tanto che riesce impensabile pensare ad un altro attore nel ruolo di Ethan Hunt. Con lui James Bond e’ in prepensionamento da tempo. Ma le scene d’azione nonostante il gran lavoro del montaggio, davvero notevole, garantiscono vera adrenalina ad intermittenza. Ottima ad esempio la prima parte ma decisamente ridicolo tutto il “momento romano” . Anche perche’ il nuovo regista J.J. Abrams sembra si sia dimenticato dell’importanza …ad esempio…del piano sequenza e la scelta di non far durare le inquadrature piu’ di 2 secondi, di andare quindi nella direzione opposta di De Palma e di spingere all’estremo l’action iperbolico (di altro valore) di John Woo, alla lunga stanca. E se con questo episodio, introducendo anche il matrimonio del nostro super agente speciale, si voleva dare piu’ spazio al lato umano del protagonista, alla sua fragilita’ , bisogna dire che anche qui il risultato non e’ quello che si poteva sperare. Le critiche sull’improbabilita’ piuttosto che all’impossibilita’ di molte scene, mi sembrano invece fuori luogo. Non e’ su questo genere di film che si dovrebbero fare certe osservazioni o quanto meno non credo sia giusto dare troppo peso a certe situazioni. Vedere Tom schivare proiettili, missili e quant’altro e’ parte del gioco e dell’intera serie. Forse qualcuno dimentica la sequenza piu’ che assurda nel finale dell’epiosodio girato da De Palma, con l’inseguimento elicottero/treno addirittura all’interno di un tunnel…Roba da far impallidire Willie Coyote! A tal proposito la battuta migliore del film e’ in fondo quella detta dal granitico Ving Rhames, quando all’ennesima peripezia riuscita, risponde sornione al “ce l’ho fatta” di Tom con un divertente …”Tanto lo sapevamo”… Infastidisce semmai l’epilogo finale. Era necessario chiudere armando sino ai denti anche la brava mogliettina, trasformarla da brava crocerossina in spietata killer omicida? E far vedere, subito dopo l’ennesima strage, i due comportarsi tranquillamente (e dialogare stupidamente) come due innamorati per le vie di Shangai? Inutile poi allestire UN buon cast (Philip Seymour Hoffman,Jonathan Rhys Meyers Laurence Fishburne) , se poi li si costringe a recitare dialoghi spesso imbarazzanti che li rendono poco piu’ che delle figurine. E’ possibile che ad Hollywood siano cosi’ in pochi a saperli scrivere? Che sia cosi’ difficile almeno solo abbozzare dei personaggi? O dobbiamo rassegnarci a vedere e rivedere solo i film di Michael Mann?
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sir. auron
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mercoledì 27 dicembre 2006
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la recensione del film (raccolta da questo sito)
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Da sempre esiste un cinema d'autore e un cinema commerciale (leggi Hollywood), il primo buono, il secondo cattivo. Ma come molti registi del passato hanno dimostrato, è possibile realizzare un film che sia simultaneamente un oggetto culturale e un prodotto industriale. Mission Impossible III è questo film. Prodotto dalla Cruise/Wagner, interpretato da Tom Cruise e diretto dall'autore rivelazione J.J. Abrams, la terza missione dell’agente Ethan Hunt è compiuta: il "buono e il cattivo" coesistono per rendere desiderabile la visione. Ma il manicheismo del film non si limita alla sola produzione commerciale, per l'agente Hunt, Abrams concepisce un cattivo mai così cattivo, che come un "bravo" si opporrà alla felice riuscita del suo matrimonio.
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Da sempre esiste un cinema d'autore e un cinema commerciale (leggi Hollywood), il primo buono, il secondo cattivo. Ma come molti registi del passato hanno dimostrato, è possibile realizzare un film che sia simultaneamente un oggetto culturale e un prodotto industriale. Mission Impossible III è questo film. Prodotto dalla Cruise/Wagner, interpretato da Tom Cruise e diretto dall'autore rivelazione J.J. Abrams, la terza missione dell’agente Ethan Hunt è compiuta: il "buono e il cattivo" coesistono per rendere desiderabile la visione. Ma il manicheismo del film non si limita alla sola produzione commerciale, per l'agente Hunt, Abrams concepisce un cattivo mai così cattivo, che come un "bravo" si opporrà alla felice riuscita del suo matrimonio. Perché Ethan si è ritirato a vita privata per sposare Julia, che ignora la sua vera identità. Ma certi vizi sono duri a morire e alla vigilia della cerimonia di fidanzamento è chiamato dall'Impossible Mission Force a soccorrere una collega scomparsa. Sarà l'inizio della fine della tranquillità domestica, abbandonata per mete esotiche: Berlino, Roma, Shangai, che prestano la loro bellezza architettonica alle evoluzioni funamboliche della squadra di Hunt.
Alle mille vite di cui pare godere il felino agente di Cruise si contrappone la fisicità burrosa e sofisticata di Philip Seymour Hoffman, uno spietato trafficante ossessionato da quello che Hitchcock chiamava un Mac Guffin, un pretesto che diventa motore della storia. L'oggetto in questione è una "zampa di coniglio" che pare contenere una fantomatica arma chimica, di assoluta importanza per i personaggi e in grado di catalizzare l'interesse dello spettatore. Archiviata la missione "in giallo" di De Palma e rimossa quella "action" di John Woo, la terza riduzione è telegenica, e suoni come una virtù trattandosi della trasposizione di un telefilm.
L'"episodio" di Abrams, come un serial televisivo, contiene e anticipa gli ingredienti della quarta puntata. Il regista, creatore del mondo perduto di Lost, combina l'azione con l'emozione: garantendo la prima col lavoro prezioso di Vic Armstrong, regista della seconda unità e coordinatore delle sequenze più spettacolari, e introducendo la seconda con una regia introspettiva interrotta da flashback. Come in Lost il cinema di Abrams torna indietro nel tempo e col tempo per ricostruire la vita dei suoi personaggi proiettati in una realtà aleatoria e temibile. Per sapere come sopravvivere basterà comprare un biglietto di sola andata per Xitang, un paese di pescatori a due ore da Shangai, dove scoprirete che niente è quello che sembra ma tutto alla fine è decifrabile e plausibile.
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dave san
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martedì 23 aprile 2013
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azione in modalità "team building"
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Un action-movie che strizza l’occhio a Lost per la fotografia e per il clima tra personaggi. Il regista non è nuovo alla realizzazione di articolati intrecci d’azione. Non è un giustiziere invincibile, qui, a muoversi nella quasi totale autonomia. Abrams sembra propenso a ritrarre squadre organizzate “a maglie”. E’ come se volesse trasmigrare i meccanismi che regolano imprese (o teams in generale), calandoli in situazioni spettacolari. In questo modo gli ingranaggi che muovono l'incarico si presentano cinematograficamente. Il protagonista resta tale ma supportato e attorniato da chi gli copre le spalle o da chi gli spiana la strada. Poco male. Consideriamo come la figura dell’eroe invulnerabile, oggi, sia stata soppiantata da plot tendenzialmente più social.
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Un action-movie che strizza l’occhio a Lost per la fotografia e per il clima tra personaggi. Il regista non è nuovo alla realizzazione di articolati intrecci d’azione. Non è un giustiziere invincibile, qui, a muoversi nella quasi totale autonomia. Abrams sembra propenso a ritrarre squadre organizzate “a maglie”. E’ come se volesse trasmigrare i meccanismi che regolano imprese (o teams in generale), calandoli in situazioni spettacolari. In questo modo gli ingranaggi che muovono l'incarico si presentano cinematograficamente. Il protagonista resta tale ma supportato e attorniato da chi gli copre le spalle o da chi gli spiana la strada. Poco male. Consideriamo come la figura dell’eroe invulnerabile, oggi, sia stata soppiantata da plot tendenzialmente più social. Con buona pace per Rambo o Douglas Quaid (Atto di forza). Il risultato potrebbe sembrare più verosimile o più attuale. La fisicità dell’eroe cede il passo all’organigramma della missione e Cruise si presta per il ruolo, con una fisicità discreta ma nervosa. Immancabili, inoltre, sono gli spassosi parossismi di genere: schianti, esplosioni di ponti o elicotteri che s’incagliano tra pale eoliche. Per il resto tutto funziona rispettando efficacemente i canoni del genere e confermando J.J. (e compagnia) come abili e agili artigiani. Missione Impossibile, compiuta.
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spalla
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martedì 7 luglio 2009
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un po' inferiore al 2 ma di certo meglio del primo
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Non è facile realizzare il terzo film di una serie senza cadere nella ripetitività. Ma il regista sembra esserci in larga parte riuscito. Per raggiungere questo obbiettivo, per la prima volta va a indagare la vita privata dell'agente Hunt, che non sembra così solo una macchina da guerra. Questo comunque non significa che manchi l'azione, che anzi abbonda. Le scene di battaglia sono davvero ben realizzate, l'adrenalina è assicurata. Le ambientazioni sono bellissime, tra cui compare anche, incredibile a dirsi, il Vaticano e gli interpreti, soprattutto il protagonista, sono bravi come sempre. Certo, forse si nota un po' la mancanza della regia di John Woo: le scene d'azione sono un po' più contenute e un tantino meno spettacolari.
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Non è facile realizzare il terzo film di una serie senza cadere nella ripetitività. Ma il regista sembra esserci in larga parte riuscito. Per raggiungere questo obbiettivo, per la prima volta va a indagare la vita privata dell'agente Hunt, che non sembra così solo una macchina da guerra. Questo comunque non significa che manchi l'azione, che anzi abbonda. Le scene di battaglia sono davvero ben realizzate, l'adrenalina è assicurata. Le ambientazioni sono bellissime, tra cui compare anche, incredibile a dirsi, il Vaticano e gli interpreti, soprattutto il protagonista, sono bravi come sempre. Certo, forse si nota un po' la mancanza della regia di John Woo: le scene d'azione sono un po' più contenute e un tantino meno spettacolari. Ma per fortuna, la trama non è intricata come nel primo film, pur risultando ugualmente solida. Un film abbastanza equilibrato direi quindi, e nel complesso riuscito.
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