carlotta
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venerdì 12 marzo 2004
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ho pianto dall'emozione
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Intenso, commovente, penetrante, emozionante; ho pianto, riso, tremato… un film unico che difficilmente si può dimenticare con una Penelope sconvolgente e un Castellitto così vero da uscire quasi dallo schermo.
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(di anonimo)
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(di mariolina benenati)
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irene simonetti
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mercoledì 13 gennaio 2010
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siamo quello che resta
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E' un film sulla potenza dei sentimenti umani, sulla loro ragion d'essere, sulla vita e sulla morte. "Io non so dove vanno le persone quando muoiono... ma so dove restano": sono queste le parole di Timoteo quando percepisce la gelida corrente della morte che lo riporta ad un passato sopito ma mai dimenticato. Gli amori, quelli veri, sono racchiusi nei nostri fragili cuori... E coloro che sono andati via ci ricordano quanto siamo "vivi".
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tiziana stanzani
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lunedì 15 marzo 2004
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psicostrazio
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Non mi è sembrato un film particolarmente coraggioso, o d’amore,
oppure originale sotto alcuna angolazione: infatti evoca in tutto e per tutto
l’attuale moda cinematografica italiana; lo strazio de La stanza del
figlio, lo smorzamento dell’anima di Luce dei miei occhi,
i meta messaggi di Buongiorno notte, gli sguardi vacui seppur intensi
della famiglia in pezzi di Ricordati di me. Ma con tali premesse, ovvero
i vissuti familiari dei protagonisti, è inevitabile e soprattutto comunissimo
che una donna la quale – da bambina – è stata sottoposta a
incuria o – peggio – a violenze sessuali dal proprio padre, non possa
che scegliere di innamorarsi di un uomo che, al primo incontro, la stupra, cioè
non la vuole, cioè la pone in seconda posizione fin dalle prime battute;
ed è altresì ovvio che un tale uomo – anch’egli trascurato
e abbandonato dalla figura paterna (ovvero dal modello maschile cui ogni figlio
maschio fa automaticamente riferimento fin dai primi passi nel mondo) cerchi scampo
dalla vita “normale” impostagli dalla società, in un’avventura
fuori luogo, trasgressiva e segreta.
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Non mi è sembrato un film particolarmente coraggioso, o d’amore,
oppure originale sotto alcuna angolazione: infatti evoca in tutto e per tutto
l’attuale moda cinematografica italiana; lo strazio de La stanza del
figlio, lo smorzamento dell’anima di Luce dei miei occhi,
i meta messaggi di Buongiorno notte, gli sguardi vacui seppur intensi
della famiglia in pezzi di Ricordati di me. Ma con tali premesse, ovvero
i vissuti familiari dei protagonisti, è inevitabile e soprattutto comunissimo
che una donna la quale – da bambina – è stata sottoposta a
incuria o – peggio – a violenze sessuali dal proprio padre, non possa
che scegliere di innamorarsi di un uomo che, al primo incontro, la stupra, cioè
non la vuole, cioè la pone in seconda posizione fin dalle prime battute;
ed è altresì ovvio che un tale uomo – anch’egli trascurato
e abbandonato dalla figura paterna (ovvero dal modello maschile cui ogni figlio
maschio fa automaticamente riferimento fin dai primi passi nel mondo) cerchi scampo
dalla vita “normale” impostagli dalla società, in un’avventura
fuori luogo, trasgressiva e segreta. Da ciò scaturisce tuttavia il fascino
dei protagonisti, tutti bellissimi e intensi, tutti a loro modo Soli (e luminosi).
E’ un film lancinante, in certi momenti insopportabile come una lama di
coltello che si infila nella carne, in un utero, per molti versi già morto.
E che dire dei figli che ancora oggi nascono per non far morire un rapporto di
coppia? Quale solitudine nasconderà mai questo triste velo di ipocrisia?
Come non pagare infine questa montagna di bugie con un dolore orrendo quale la
possibilità di perdere questa figlia, dopo aver perso l’unico amore
della propria vita? La scarpa sfuggita alla bara, feticcio inutile abbandonato
all’oblio della speranza, chiuderà il film in un’amarezza che
se non altro ci ricorda che soffrire è inutile, che amare è ancora
più inutile, perché tanto si muore lo stesso, e poi si viene dimenticati
quando il nostro fantasma non serve più a nessuno. Castellitto sconvolge
per la sporcizia del personaggio che dipinge in modo sublime: una tipologia maschile
più comune di quanto si voglia pensare. Sembrano tutti sudici in questa
pellicola, che in realtà è pulitissima.
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linus
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domenica 22 giugno 2008
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al cinema vanno anche gli atei
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Non ricordo di essere uscito spossato dal cinema mentre sono assai più infastidito dal moralismo bigotto e strisciante, quello della peggiore tradizione cattolica per intenderci, di cui sono intrise tutte le recensioni tratte dal Fumagalli-Cotta. E' proprio necessario (checchè ne dica Dostoevskij) trasformare ogni film in una paraboletta in cui il bene trionfa, magari sotto le insegne vaticane, invece che accontentarsi di una realtà cruda e fastidiosa, ma appunto per questo, assai più reale? E, soprattutto, perché alla regia deve necessariamente essere demandato il compito di stabilire cosa è male e cose è bene? Possibile che ogni scena di sesso debba essere censurata perché tanto la si può sublimare con "un eufemismo"? Tanto vale, allora, leggersi la sceneggiatura ed oscurare le immagini.
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Non ricordo di essere uscito spossato dal cinema mentre sono assai più infastidito dal moralismo bigotto e strisciante, quello della peggiore tradizione cattolica per intenderci, di cui sono intrise tutte le recensioni tratte dal Fumagalli-Cotta. E' proprio necessario (checchè ne dica Dostoevskij) trasformare ogni film in una paraboletta in cui il bene trionfa, magari sotto le insegne vaticane, invece che accontentarsi di una realtà cruda e fastidiosa, ma appunto per questo, assai più reale? E, soprattutto, perché alla regia deve necessariamente essere demandato il compito di stabilire cosa è male e cose è bene? Possibile che ogni scena di sesso debba essere censurata perché tanto la si può sublimare con "un eufemismo"? Tanto vale, allora, leggersi la sceneggiatura ed oscurare le immagini. E' più onesto.
E poi, guai anche solo ipotizzare che Dio non esista: oltre ad andare all'inferno, si getta lo spettatore nello sconforto (sic!) e proiettando l'ombra satanica del dubbio sulla prova scientifica che, come tutti sappiamo, Dio esiste e si intende di cinema. Mi chiedo quale genere di film sia gradito a siffatto duo di moderni inquisitori...
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annalisa
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giovedì 25 marzo 2004
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immagini assordanti
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é un pugno nello stomaco a coloro che fluttuano nella normalità della quotidianità, ignorando la follia, il dolore, la passione che si celano dietro gli sguardi di uomini e donne normali, quotidiane; dietro le finestre di belle case dai tendaggi coprenti; nelle vite di gente "arrivata" o "disperata".
Un film in cui lo squallore di un amore incomprensibile viene meravigliosamente raccontato per immagini quasi sempre silenziose, ma assordanti.
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cri
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giovedì 18 marzo 2004
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intenso
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Premetto che avendo letto il libro è stato per me come visualizzare e trasportare le emozioni ricevute dalle parole lette alle immagini.
In molti casi risulta essere un esercizio difficile non deludere il lettore con la trasposizione cinematografica.
Questo ritengo sia un grande merito del regista oltre che interprete superbo.
In una parola lo definirei assolutamente INTENSO.
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marilyn
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domenica 12 agosto 2007
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la storia di un padre al capezzale della figlia
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"...voglio trovare un senso a questa vita, anche se questa vita un senso non ce l'ha..." Una canzone stupenda e quando mai azzeccata per questo film davvero molto bello.
Castellitto all'apice della sua bravura, riesce ad esprimere con uno sguardo quello che le parole non potrebbero spiegare.
Fantastica la scena di lui che scrive "ho violentato una donna" sulla riva del mare, emblematica ed emozionante la sedia li, vuota, sotto la pioggia.
Da vedere sicuramente.
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massimo
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giovedì 25 marzo 2004
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rappresentativo
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Non ho letto il libro, e ho visto il film senza conoscere l'argomento, ma penso sia molto bello, Castellitto penso sia il nostro "De Niro italiano" a livello interpretativo e rappresentativo (vedi Fausto Coppi, Padre Pio, ecc.) comunque un grande. Penelope Cruz finalmente non valorizzata per la bellezza, ma per il suo talento e la sua grande espressivita'. Brava anche la Gerini, che comunque non ha bisogno di prove. Nel complesso quindi, un bel film da vedere.
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matilde perriera
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mercoledì 24 agosto 2011
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grazie,angela - di matilde perriera e simona russo
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GRAZIE,ANGELA - di Matilde Perriera e Simona Russo – Pioggia incessante, stop non rispettato, macchina davanti al motorino rovesciato, casco aperto in mezzo alla strada, trauma cranico … Di corsa all’ospedale. Timoteo sta operando in una sala dello stesso complesso. Una mano di ghiaccio gli si posa addosso nel vedere scorrergli davanti la barella con la figlia in coma. Angela travolta dal destino, le liti con Claudia Gerini, la madre intransigente, ormai lontane. Di lei è rimasto solo un diario che nasconde i suoi segreti più cari. Sergio Castellitto, regista e attore-padre-chirurgo, non se la sente di affrontare l’operazione. Angela Finocchiaro e Pietro De Silva hanno in mano la chiave per la salvezza, ma la situazione è veramente grave.
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GRAZIE,ANGELA - di Matilde Perriera e Simona Russo – Pioggia incessante, stop non rispettato, macchina davanti al motorino rovesciato, casco aperto in mezzo alla strada, trauma cranico … Di corsa all’ospedale. Timoteo sta operando in una sala dello stesso complesso. Una mano di ghiaccio gli si posa addosso nel vedere scorrergli davanti la barella con la figlia in coma. Angela travolta dal destino, le liti con Claudia Gerini, la madre intransigente, ormai lontane. Di lei è rimasto solo un diario che nasconde i suoi segreti più cari. Sergio Castellitto, regista e attore-padre-chirurgo, non se la sente di affrontare l’operazione. Angela Finocchiaro e Pietro De Silva hanno in mano la chiave per la salvezza, ma la situazione è veramente grave. Ecco che, sulle note di un’intensissima colonna sonora, Timoteo, in un dialogo immaginario con la figlia, ripercorre le esperienze più difficili degli ultimi quindici anni della sua avventura esistenziale … bugie, tradimenti, sbagli, sensi di colpa, svelando una straniata immagine di sé … Guarda alla finestra … Una visione … e rivive la sua travolgente passione per Penelope Cruz, la ragazza di umili origini che ha subito molte angherie, addirittura violentata dal suo stesso padre … Quella borsa? E’ la stessa di sempre!!! Ripensa alla scarpa di camoscio rosso … Qualcuno che, sceso da lassù, gli sta virtualmente stringendo le mani per fargli coraggio? Che conosce il gusto amaro dell’abbandono e della sofferenza? Ripensa alla scarpa di camoscio rosso … Quanti fotogrammi nella mente e nel cuore di un padre, di un marito, di un compagno di viaggio!!! Ada, ogni tanto, lo aggiorna sul decorso dell’intervento … tra una pausa e l’altra, gli intermittenti flash-back … e rivede quel pomeriggio d’estate, quando, per un istante, le loro anime si sono sfiorate … La macchina in panne in una borgata di periferia, nessuna cabina telefonica … Italia lo invita a casa sua e gli fa usare il telefono … un bar, qualche bicchiere di troppo, torna a casa della giovane, la violenta ma poi torna a trovarla, e poi ancora, e ancora … Un nuovo sentimento nel cuore, per la prima volta si sente padrone di sé stesso, senza regole, proibizioni, atteggiamenti formali impostigli. Si lascia andare nel precipizio di questo amore perverso ... Giunge Ada … il battito cardiaco si è rallentato … panico … Angela, non ti muovere!!! … si scopre l’amore verso qualcuno solo quando è troppo tardi per dimostrarglielo … non ti muovere!!!” … e la respirazione artificiale attivata dal padre disperato fa risalire la ragazza dal baratro … Timoteo si riaffaccia alla finestra … Quando Italia era rimasta incinta, sospeso e indeciso, le aveva chiesto di abortire, poi ci aveva ripensato, aveva stabilito di lasciare Elsa … l’inizio della fine … Scomparso in silenzio dalla vita di chi l’aveva amato incondizionatamente, aspettandolo per ore e ore, in una devozione totale … La visione è scomparsa … Tante domande a fine proiezione. Quale la funzione dell’angelo nero nelle vesti di Margaret Mazzantini? Perchè passa accanto al padre-amante che splende di una gioia mista alla gratitudine? Castellitto, probabilmente, ha voluto rendere onore alla moglie-scrittrice che, con il suo bestseller omonimo, Premio Strega 2002, gli ha dato il “la”? … E, intanto, Timo ripensa alla scarpa di camoscio rosso gelosamente nascosta nell’armadietto del suo studio, la prende, “gliela” riporta … le spetta di diritto!!!
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intra
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lunedì 25 novembre 2013
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senso o controsenso ?
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In seguito ad un incidente in motorino, Angela, una giovane ragazza di quindici anni, viene portata in ospedale d'urgenza in fin di vita. Il padre , Timoteo, interpretato da Sergio Castellito nel ruolo di un medico chirurgo, si trova a dover assistere impotente e disperato alla delicatissima operazione della figlia. Durante l'attesa angosciante e snervante, Timoteo avra' modo di riflettere e ricordare un passato non ancora dimenticato. Il film a questo punto si trasforma in un lungo flashback che riporta il protagonista verso il ricordo della sua piu' sconvolgente storia d'amore con Italia, una donna fragile e povera che vive in una baracca ai margini della societa', interpretata da una sorprendente Penelope Cruz.
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In seguito ad un incidente in motorino, Angela, una giovane ragazza di quindici anni, viene portata in ospedale d'urgenza in fin di vita. Il padre , Timoteo, interpretato da Sergio Castellito nel ruolo di un medico chirurgo, si trova a dover assistere impotente e disperato alla delicatissima operazione della figlia. Durante l'attesa angosciante e snervante, Timoteo avra' modo di riflettere e ricordare un passato non ancora dimenticato. Il film a questo punto si trasforma in un lungo flashback che riporta il protagonista verso il ricordo della sua piu' sconvolgente storia d'amore con Italia, una donna fragile e povera che vive in una baracca ai margini della societa', interpretata da una sorprendente Penelope Cruz. Una storia d'amore che gli stravolgera' la vita fino a quasi fargliene vivere una doppia: quella di padre e marito impeccabile e quella di amante che desidera fuggire da un matrimonio fatto solo di apparenza, del quale e' ormai stanco. Tratto dal romanzo omonimo "non ti muovere" della compagna di Sergio Castellito, Margaret Mazzantini, un film intenso e molto commovente, capace di scatenare emozioni forti attraverso le confessioni di un uomo che riesce a dire la verita' a se stesso e alla figlia soltanto di fronte ad un grande dolore.
ANITA INTRA
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