Dopo "I Racconti del Cuscino", Peter Greenaway torna al cinema ancora impregnato di influenze orientali.
"Otto donne e mezzo" è un omaggio a Fellini (mah!) e un film pruriginoso senza essere eccessivo, almeno nelle scene di sesso. La chiave di volta sta, secondo me, in uno dei dialoghi tra padre e figlio: "secondo te un regista usa i suoi film per mettere in scena le sue fantasie erotiche?" "sicuramente sì" - appunto.
Un film girato più per se stesso che per il pubblico, privo, tra l'altro, delle splendide scenografie e delle belle musiche che contraddistinguono il cinema di Greenaway.