enzo70
|
giovedì 3 dicembre 2020
|
film picaresco, molto intelligente
|
|
|
|
Uno dei migliori film del cinema italiano degli ultimi anni. Fresco, irreverente, intelligente. Un film sicuramente di carattere picaresco, una commedia all’italiana talmente sopra le righe da fare genere a sé. Ma partiamo dalla trama. Il sindaco del piccolo paese di Acitrullo, Piero Peluria, con appena 16 abitanti ha un problema: il paese sta morendo, più della moria delle vacche poté l’esodo degli abitanti. Ma la morte della contessa Ugalda Martiro in Cazzati gli offre l’occasione della vita: simulare un omicidio e trasformare Acitrullo in una meta del turismo dell’orrore. E così con la complicità del fratello organizza la truffa e in men che non si dica il piccolo paese riprende vita; ma non l’anima.
[+]
Uno dei migliori film del cinema italiano degli ultimi anni. Fresco, irreverente, intelligente. Un film sicuramente di carattere picaresco, una commedia all’italiana talmente sopra le righe da fare genere a sé. Ma partiamo dalla trama. Il sindaco del piccolo paese di Acitrullo, Piero Peluria, con appena 16 abitanti ha un problema: il paese sta morendo, più della moria delle vacche poté l’esodo degli abitanti. Ma la morte della contessa Ugalda Martiro in Cazzati gli offre l’occasione della vita: simulare un omicidio e trasformare Acitrullo in una meta del turismo dell’orrore. E così con la complicità del fratello organizza la truffa e in men che non si dica il piccolo paese riprende vita; ma non l’anima. La trama è simpatica ma quello che rende questo film davvero molto ma molto gradevole sono le invenzioni cinematografiche sempre paradossali, ma mai banali o volgari. Sembra una storia della compagnia della forca di Magnus portata sullo schermo. E ottima anche interpretazione degli attori che aiutano a dare questo bel film una dimensione quasi artigianale. Non so come è il vino, ma ad Acitrullo c’è un buon cinema. Consigliatissimo.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a enzo70 »
[ - ] lascia un commento a enzo70 »
|
|
d'accordo? |
|
onufrio
|
venerdì 7 giugno 2019
|
maronno che film!
|
|
|
|
Per gli amanti di Maccio Capatonda questa commedia è una perla da rivedere volentieri, impregnata di comicità demenziale ma al tempo stesso condita da una satira ben calcata sul tema della Tv del Dolore, la caricatura degli eventi tragici ed il bisogno di spettacolarizzazione dell'evento da parte dei Media è purtroppo una verità attualissima, Maccio ci gioca sopra, lo fa con presunta leggerezza, ma il messaggio che lancia, pur nel totale divertimento, è chiarissimo. La commedia riesce a far ridere grazie alla presenza di validi personaggi secondari e ad una sceneggiatura ben architettata e non superficiale. Film da non sottovalutare. Una menzione speciale va a San Ceppato!
|
|
[+] lascia un commento a onufrio »
[ - ] lascia un commento a onufrio »
|
|
d'accordo? |
|
fabiuz62
|
sabato 13 ottobre 2018
|
un film sorprendente
|
|
|
|
Ho cominciato a guardare questo film con un po’ di "preoccupazione", ma devo dire che presto mi sono ricreduto. Solo apparentemente demenziale, è una fucina di spunti comici. Alla Capatonda, certo, ma non si può non ridere..!!! E comunque anche la trama non è poi così banale. Guardatelo e godetevelo..!!!
|
|
[+] lascia un commento a fabiuz62 »
[ - ] lascia un commento a fabiuz62 »
|
|
d'accordo? |
|
woody62
|
domenica 20 maggio 2018
|
geniale dileggio della tv del dolore
|
|
|
|
Capatonda-Ballerina: un duo comico irresistibile per una commedia tra demenziale e surreale che sbertuccia e dissacra i riti quotidiani della “TV del dolore” con la sua corte di esperti, criminologi, avvocati ed opinionisti un tanto al chilo. E che dire del “turismo dell'orrore” più esecrabile delle tragedie di cui si nutre. Il tutto corredato da colpi di genio e battute esilaranti che da tempo mancavano nella nostra “commedia all'italiana”. La storia del sindaco di Acitrullo, minuscolo paese sui monti d'Abruzzo, costretto ad “inventarsi” un omicidio inesistente pur di elevare la sua comunità agli “onori” della cronaca, trae spunto dal circo mediatico inscenato ad Avetrana, a Cogne, a Novi Ligure.
[+]
Capatonda-Ballerina: un duo comico irresistibile per una commedia tra demenziale e surreale che sbertuccia e dissacra i riti quotidiani della “TV del dolore” con la sua corte di esperti, criminologi, avvocati ed opinionisti un tanto al chilo. E che dire del “turismo dell'orrore” più esecrabile delle tragedie di cui si nutre. Il tutto corredato da colpi di genio e battute esilaranti che da tempo mancavano nella nostra “commedia all'italiana”. La storia del sindaco di Acitrullo, minuscolo paese sui monti d'Abruzzo, costretto ad “inventarsi” un omicidio inesistente pur di elevare la sua comunità agli “onori” della cronaca, trae spunto dal circo mediatico inscenato ad Avetrana, a Cogne, a Novi Ligure. L'arrivo della troupe di “Chi l'acciso” , condotta da una perfida ed eccellente Ferilli (la giornalista Spruzzone), porta ad Acitrullo una pletora di giornalisti, curiosi, turisti dell'orrido. La ricerca spasmodica del fantomatico assassino, (grande l'idea del televoto “scegli il killer tra i sospettati”) con gli abitanti del paese che si accusano a vicenda, fa ricredere Capatonda, Perfino suo fratello – complice nell'inscenare il finto omicidio – si fa quasi convincere dalla TV che l'assassino è proprio il sindaco Peluria. Allora forse era meglio prima, quando il borgo di Acitrullo era isolato e fuori dal mondo. Come detto Capatonda e Ballerina sono a loro agio nel rappresentare personaggi al limite dell'idiozia, ma con paradossali momenti di acute invenzioni e lucida comicità (la banda musicale che supporta Internet, “San Ceppato” protettore del paese, gli esempi strampalati di Marino Peluria). Belli i cameo di Nino Frassica, eremita che vive ai bordi del paese e Lorenza Guerrieri, la “contessa” morta che ispira il film. Insomma un B movie – per budget e pretese – migliore di molte commedie di seria A.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a woody62 »
[ - ] lascia un commento a woody62 »
|
|
d'accordo? |
|
|
domenica 4 febbraio 2018
|
incredibile
|
|
|
|
|
|
[+] lascia un commento a »
[ - ] lascia un commento a »
|
|
d'accordo? |
|
liuk!
|
lunedì 26 giugno 2017
|
zero
|
|
|
|
Pellicola in cui si prendono in giro le persone poco istruite, i contadini, i paesani. Grottesco fino ai massimi livelli di stupidità, a tal punto che i due protagonisti bevono la loro urina. Ed a quel punto ho spento. Tra i peggiori lavori che io abbia mai visto.
|
|
[+] lascia un commento a liuk! »
[ - ] lascia un commento a liuk! »
|
|
d'accordo? |
|
raffo83
|
mercoledì 5 aprile 2017
|
buona l'idea, bravi gli attori, pessima la regia
|
|
|
|
Può una commedia ricca di buone idee risultare nel complesso bruttina e poco godibile? Sì, se a sorreggerla non c'è una regia in grado di organizzarne gli spunti più efficaci in un racconto armonioso e coerente. In questo senso Omicidio all'italiana, "seconda opera prima" del maestro Maccio Capatonda (come forse direbbe lui), potrebbe diventare quasi un caso studio: invenzioni comiche di per sé notevoli, una sceneggiatura ben curata e una recitazione valida si sbriciolano senza il legante di una direzione esperta, dando vita a un impasto poco riuscito, deludente sotto il profilo della resa emozionale a dispetto di una meticolosa rifinitura tecnica che pure va riconosciuta.
[+]
Può una commedia ricca di buone idee risultare nel complesso bruttina e poco godibile? Sì, se a sorreggerla non c'è una regia in grado di organizzarne gli spunti più efficaci in un racconto armonioso e coerente. In questo senso Omicidio all'italiana, "seconda opera prima" del maestro Maccio Capatonda (come forse direbbe lui), potrebbe diventare quasi un caso studio: invenzioni comiche di per sé notevoli, una sceneggiatura ben curata e una recitazione valida si sbriciolano senza il legante di una direzione esperta, dando vita a un impasto poco riuscito, deludente sotto il profilo della resa emozionale a dispetto di una meticolosa rifinitura tecnica che pure va riconosciuta. Diversi critici hanno individuato con precisione i punti deboli del film: la mancanza di ritmo, un didascalismo a tratti esasperato e, non da ultimo, la scelta di un bersaglio – la tv dell'orrore – che, seppur approcciato con irriverenza e originalità, finisce quasi per apparire scontato alla smaliziata platea degli aficionados macciani, dopo anni di dibattito politicamente corretto sulla tv spazzatura e sui mali del barbaradursismo, ormai ridotto a tormentone da social network (i meme su Barbarella riecheggiano prepotenti nei primi piani della Ferilli-Spruzzone).
Le numerose gag del film, che pure potrebbero funzionare se isolate in sketch formato youtube (tanto congeniali a Capatonda) e persino su un palcoscenico, nella pellicola hanno l'effetto di apparire posticce, prevedibili, sempre al servizio di una tesi moraleggiante che annacqua il potenziale comico dell'idea originale, già privata di un adeguato sostegno narrativo. I temi affrontati, pur ambiziosi, sono liquidati con troppa semplicità (la questione del rovesciamento tra realtà e rappresentazione, benché in un contesto comico, meritava forse un po' più di profondità, senza per questo pretendere un nuovo Reality alla Garrone). Ne deriva un racconto abbastanza fiacco e noioso, a tratti stucchevole, che non trova il giusto equilibrio tra commedia e satira sociale e, soprattutto, non si adatta – o lo fa solo occasionalmente – ai ritmi della narrazione cinematografica. Resta la simpatia dei personaggi (Herbert su tutti), troppo poco per un'opera presentata come uno degli eventi cinematografici dell'anno.
Il film non ridimensiona il talento comico di Maccio, ma dimostra che la sua ricerca di una formula per trasferire il suo linguaggio comico sul grande schermo non si è ancora compiuta, al contrario di quanto avvenuto per il collega-rivale Zalone. Può sembrare un paradosso che l'attore pugliese, nato come parodista di un cantante neomelodico, sia riuscito con profitto nell'impresa sin dal primo film, mentre Maccio, consacratosi proprio come canzonatore e fustigatore dei peggiori vizi cinematografici, non riesca a fare breccia sul grande schermo. Ma forse il paradosso è solo apparente: Zalone, proprio perché estraneo al mondo del cinema, ci si è accostato in punta di piedi, affidandosi alla mano sapiente di Gennaro Nunziante per innestare le sue gag e la sua ironia in un racconto fluido e organico, che fosse veramente "cinematografico". Forse anche Capatonda avrebbe bisogno di un regista "terzo" che sappia valorizzare la sua comicità adattandola ai ritmi della pellicola lunga?
[-]
|
|
[+] lascia un commento a raffo83 »
[ - ] lascia un commento a raffo83 »
|
|
d'accordo? |
|
pierdelmonte
|
venerdì 31 marzo 2017
|
evviva il demenziale
|
|
|
|
Film privo di recitazione e trama, pero’ e’ perfetto nella sua prerogativa e cioe’ demenzialità e surrealismo, la carica dei giornalisti e’ sciccheria, il cinismo del turismo dell’orrore esemplare, la pochezza della politica e’ corrosiva. Poi le battute e le trovate praticamente tutte azzeccate. Ottima stramberia cinematografica.
|
|
[+] lascia un commento a pierdelmonte »
[ - ] lascia un commento a pierdelmonte »
|
|
d'accordo? |
|
scavadentro65
|
sabato 25 marzo 2017
|
omicidio che sa di cinico tv
|
|
|
|
Per recensire correttamente un lungometraggio, a mio modesto avviso, occorre non farsi condizionare dai pregiudizi. Ciò però deve valere sia in positivo che in negativo. Ho sempre seguito con molta attenzione la carriera di Capatonda-Marcello Macchia, non sempre condividendo le sue scelte (soprattutto radiofoniche) ma sempre apprezzando la genuinità delle sue performances sia televisive che nell'opera prima cinematografica. Difficile è però mantenere un livello di satira ed ironia costanti nello spazio e nel tempo, elemento che ha mietuto vittime illustri (vedasi Pieraccioni, Aldo Giovanni e Giacomo, Verdone ecc...) che giocoforza nello sfornare prodotti a scadenza annuale forniscono prove di una calante intensità e di una evidente debolezza.
[+]
Per recensire correttamente un lungometraggio, a mio modesto avviso, occorre non farsi condizionare dai pregiudizi. Ciò però deve valere sia in positivo che in negativo. Ho sempre seguito con molta attenzione la carriera di Capatonda-Marcello Macchia, non sempre condividendo le sue scelte (soprattutto radiofoniche) ma sempre apprezzando la genuinità delle sue performances sia televisive che nell'opera prima cinematografica. Difficile è però mantenere un livello di satira ed ironia costanti nello spazio e nel tempo, elemento che ha mietuto vittime illustri (vedasi Pieraccioni, Aldo Giovanni e Giacomo, Verdone ecc...) che giocoforza nello sfornare prodotti a scadenza annuale forniscono prove di una calante intensità e di una evidente debolezza. Ciò accade anche per questa pellicola, pur non priva di divertenti trovate e buona sceneggiatura, ma rea di richiamare troppo profondamente certi spezzoni di cinico tv (Cipri - Maresco). La critica alla televisone del dolore, incarnata dalla diva Ferilli, si dipana con una certa scontatezza, non supportata da discrete gags che personalmente non hanno colpito o sorpreso. Lodevole il tentativo, come al solito volenterosi gli interpreti che appaiono ormai rodati con un cast di attori che Capatonda recluta da anni per realizzare le sue opere. Forse una maggiore attenzione per la fotografia e i tempi filmici (meno primi piani) avrebbe giovato ad un prodotto certamente basico, ma inferiore alle aspettative di un pubblico preparato e "adulto". Conoscendo comunque la poliedricità di Macchia sfornerà certamente un prossimo terzo film di alto livello, che smetirà la mia tiepida recensione.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a scavadentro65 »
[ - ] lascia un commento a scavadentro65 »
|
|
d'accordo? |
|
|
giovedì 23 marzo 2017
|
zero stelle!
|
|
|
|
È stato il secondo film in tutta la mia vita in cui volevo alzarmi ed uscire dalla sala! Il primo é stato "i soliti idioti". Initule cercare di vederci temi importanti ironizzati...ecc ecc.... Non capisco davvero come la critica possa consigliarlo! E non é perché loro sono colti e ci capiscono di film e noi no. Ma semplicemente perché non fa ridere per niente ed é estremamente demenziale!!!
|
|
[+] lascia un commento a »
[ - ] lascia un commento a »
|
|
d'accordo? |
|
|