toty bottalla
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sabato 12 novembre 2016
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thriller sonnecchiante con buon finale!
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Una giovane arredatrice va ad abitare da sola nella casa della zia appena morta contro il parere del suo compagno, nel condominio verrà disturbata...Una storia che parte noiosa e senza sussulti, senza fasi caratterizzanti il genere che possano scuoterci in qualche modo, complici interpreti poco espressivi che si muovono in una sceneggiatura che sembra scansare il patos, il finale però scioglie il puzzle con stile riscattando appena il precedente torpore. Saluti.
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elgatoloco
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lunedì 16 novembre 2015
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sempre questione di spazio/spazi
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Josh Klausner ha(in gran parte giustamente)una concezione architettonica del cinema. Anche prendendo alla lettera l'etimologia della parola cinema, per cui esso è=movimento e la definizione deleuziana di"image-mouvement", si tratta comunque di movimento nello spazio, nelle dimensioni spaziali, dove spazio non vuol dire, kantianamente, una categoria diversa dal tempo ma spazio-tempo, appunto. IN gran parte ispirato da"Rear Window"(La finestra sul cortile)di Hitchcock, maestro insuperabile, le"visioni dalla finestra"si riveleranno in gran parte"altro"rispetto al fulcro della vicenda, ribadendo, però, una"questione di spazio", quasi(volendo parafrasare una teoria politica notoriamente dagli esiti tragici e criminali)di"spazio vitale".
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Josh Klausner ha(in gran parte giustamente)una concezione architettonica del cinema. Anche prendendo alla lettera l'etimologia della parola cinema, per cui esso è=movimento e la definizione deleuziana di"image-mouvement", si tratta comunque di movimento nello spazio, nelle dimensioni spaziali, dove spazio non vuol dire, kantianamente, una categoria diversa dal tempo ma spazio-tempo, appunto. IN gran parte ispirato da"Rear Window"(La finestra sul cortile)di Hitchcock, maestro insuperabile, le"visioni dalla finestra"si riveleranno in gran parte"altro"rispetto al fulcro della vicenda, ribadendo, però, una"questione di spazio", quasi(volendo parafrasare una teoria politica notoriamente dagli esiti tragici e criminali)di"spazio vitale". E su ciò si gioca il tutto, talora un po'fragile nel plot(nella prima parte Klausner contamina Hitchcock con il grande polanskiano"Rosemary's Baby",), ma comunque inquietante e perturbante, fino alla"sequenza bloccata"finale... UN'efebica(allora)Juliette Lewis, un WIlliam Hurt e una Shelley Duvall "di grandi tradizioni"e un AUstin Pendleton certamente efficace"si giocano"la vicenda con indubbia intelligenza. El Gato
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hatecraft
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sabato 10 settembre 2011
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sufficienza con riserve per questa pellicola che prende molti spunti ma non ne imbocca nessuno, qualche falla di rito, ma è il mistero del 4 piano a lasciare un po' perplessi. un giallo estivo.
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