carloalberto
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martedì 8 dicembre 2020
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poco più di un film tv
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Remake di un film thailandese, prodotto da una join venture nippo-americana, girato, con attori statunitensi, da un regista giapponese specializzato in film horror, Masayuki Ochiai, Ombre dal passato è un prodotto commerciale di mediocre fattura, frutto dell’ibridazione osmotica tra sottoculture cinematografiche di genere, per il consumo di quella fetta di pubblico transazionale amante del terrore a buon mercato e oramai addomesticato nel cliché, sfruttato fino alla noia, della ragazzina demoniaca dagli occhi a mandorla, in questo caso, a differenza della serie dei Ring, priva della lunga chioma nera a coprire la faccia ed avvezza a saltar fuori dalle vecchie polaroid invece che dagli schermi del televisore.
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Remake di un film thailandese, prodotto da una join venture nippo-americana, girato, con attori statunitensi, da un regista giapponese specializzato in film horror, Masayuki Ochiai, Ombre dal passato è un prodotto commerciale di mediocre fattura, frutto dell’ibridazione osmotica tra sottoculture cinematografiche di genere, per il consumo di quella fetta di pubblico transazionale amante del terrore a buon mercato e oramai addomesticato nel cliché, sfruttato fino alla noia, della ragazzina demoniaca dagli occhi a mandorla, in questo caso, a differenza della serie dei Ring, priva della lunga chioma nera a coprire la faccia ed avvezza a saltar fuori dalle vecchie polaroid invece che dagli schermi del televisore.
Penalizzato da uno stile di ripresa televisivo e complice anche la recitazione da serial tv della protagonista, Rachael Taylor, il film non riesce a creare l’atmosfera di suspense necessaria per inserire efficacemente le sequenze che dovrebbero risultare più spaventose, così che frammenti di horror e scene in cui l’angoscia fa un timido capolino punteggiano una trama scialba appena drammatizzata da un colpo di scena, subito edulcorato per non disturbare l’animus compito e perbenista dello spettatore medio di questi spettacoli da tunnel dell’orrore del luna park dell’industria dello spettacolo globalizzato.
Il finale, peraltro fotocopiato dall’originale orientale Shutter, che dovrebbe risultare sconvolgente nelle intenzioni dell’autore, si perde nel mare magnum della banalità delle immagini che lo precedono.
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toty bottalla
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venerdì 23 dicembre 2016
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horror giustizialista che non convince!
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Ben & Jane si sposano ma Ben non è quel buon ragazzo che sembra e Megumi dall'aldilà si vendica...Ochiai dirige bene una storia thriller che rimane però incastrata in un clichè consolidato, visto e rivisto, in alcune scene in cui i protagonisti sono faccia a faccia si può notare come stiano per scoppiare a ridere, lacune rimediate al montaggio che certo non aiutano a spaventare platee assetate di brivido, oltre a questo credo che al film manchi un coinvolgimento corale di spessore e personalità all'interno del cast, un film che vedi e cancelli. Saluti.
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fiocri
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martedì 19 maggio 2015
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consiglio
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Io lo consiglio, do 5 stelle solo perchè molti ne hanno dato 1 e non merita. è un horror da 3 stelle.
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contrammiraglio
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domenica 13 gennaio 2013
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meglio non guardarlo
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Un film dell'orrore che annoia è come un comico che non fa ridere: orripilante!
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ultimoboyscout
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giovedì 16 settembre 2010
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una macchinetta terribile!
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Gli orientali riescono ad avere sguardi davvero inquietanti, forse per questo molti film del genere sono appunto di produzione orientale oppure hanno uomini e soprattutto donne con gli occhi a mandorla come protagonisti. Il film mi è piaciuto, mi hanno convinto le interpretazioni e la storia è piacevole e avvincente fino alla fine. Carina anche la theme song.
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cronix1981
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sabato 31 luglio 2010
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scontato
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Un film di poche pretese. Un horror incompiuto. Queste le principali caratteristiche di Shutter - Ombre dal passato. Remake dell'omonimo film del 2004, questa pellicola si distingue, appunto, per la pochezza del contenuto. Una trama piuttosto scialba e scontata: un osservatore attento e smaliziato capisce la colpevolezza del marito già dopo 20 minuti. Ma non è solo questo il principale difetto. Infatti i momenti di puro horror sembrano latitare, e concentrarsi in pochissime scene. Non certo aiuta l'interpretazione dei protagonisti, eccenzion fatta per Megumi Okina che è perfettamente calata nei panni del proprio personaggio.
Non ho pregiudizi sui remake degli horror orientali, però devo dire che questo è uno dei tanti film di questo genere di cui se ne sarebbe volentieri fatto a meno.
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Un film di poche pretese. Un horror incompiuto. Queste le principali caratteristiche di Shutter - Ombre dal passato. Remake dell'omonimo film del 2004, questa pellicola si distingue, appunto, per la pochezza del contenuto. Una trama piuttosto scialba e scontata: un osservatore attento e smaliziato capisce la colpevolezza del marito già dopo 20 minuti. Ma non è solo questo il principale difetto. Infatti i momenti di puro horror sembrano latitare, e concentrarsi in pochissime scene. Non certo aiuta l'interpretazione dei protagonisti, eccenzion fatta per Megumi Okina che è perfettamente calata nei panni del proprio personaggio.
Non ho pregiudizi sui remake degli horror orientali, però devo dire che questo è uno dei tanti film di questo genere di cui se ne sarebbe volentieri fatto a meno.
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fluturnenia
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sabato 6 giugno 2009
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fatevi un salasso
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Fermo restando che la maggior parte delle versioni così dette occidentalizzate di film dagli occhi a mandorla sn effettivamente prodotti di scarsa qualità e il film in questione nn n'è esente, è il caso di fare qualche sottolineatura.
Sia messo per iscritto anzi a verbale davanti agli uomini e a Dio: 1) i remake di pellicole orientali sn delle boiate pazzesche 2) i registi che si prestano a farli capiscono 'na mazza 3) le produzioni occidentali pensano solo ai guadagni e nn alla bontà delle storie di cui nn gliene frega assolutamente 'na sega 4) gli unici veri inventori e possessori di tradizioni che annoverano vaste scelte di fantasmi e mostri spaventosi sn solo ed esclusivamente gli abitanti delle terre del sol levante.
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Fermo restando che la maggior parte delle versioni così dette occidentalizzate di film dagli occhi a mandorla sn effettivamente prodotti di scarsa qualità e il film in questione nn n'è esente, è il caso di fare qualche sottolineatura.
Sia messo per iscritto anzi a verbale davanti agli uomini e a Dio: 1) i remake di pellicole orientali sn delle boiate pazzesche 2) i registi che si prestano a farli capiscono 'na mazza 3) le produzioni occidentali pensano solo ai guadagni e nn alla bontà delle storie di cui nn gliene frega assolutamente 'na sega 4) gli unici veri inventori e possessori di tradizioni che annoverano vaste scelte di fantasmi e mostri spaventosi sn solo ed esclusivamente gli abitanti delle terre del sol levante. Tutti gli altri sn solo degli sporchi copioni privi di idee e vuoti di sentimenti. 5) il mondo occidentale è una schifezza pregno e intriso di perversione e senza dignità. Solo i musi gialli hanno un cuore.
Ovviamente stavo scherzando. A tutti quelli che passano le giornate a rafffazzonare critiche distruttive contro tutto e tutti: C'avete davvero rotto le @@, almeno per quanto riguarda le mie è sicuro. Brutti o belli che siano, fotocopiati o meno nn me ne può fregar de meno. Io mi limito a guardare e ad apprezzare se è il caso di farlo, altrimenti getto nel pattume e mi esimo dal rappezzare dozzinali riflessioni di carattere social-psicologico nell'intento di dimostrare al mondo, anzi all'universo, profonde e radicali motivazioni di disprezzo e spregio nei confronti del cinema occidentale reo di appropiarsi indebitamente di cose e fatti che appartengono ad altri. mettete da parte la vstra saccenza e informatevi meglio sulle tradizioni dei nostri luoghi. Scoprirete che la + grossa differenza tra le nostre e le loro paure risiede nel modo di viverle e raccontarle e nn nella natura oggettiva di esse. Chi si prende la briga puntualmente di smarronarci con la vera spiritualità degli orrori made in Japan & co. dice solo una marea di cagate. Studiatevi filosofia orientale e poi venite a parlare. Il punto di partenza è lo stesso è il percorso delle cose che cambia xkè il fine che si vuole raggiungere è differente. Ma la paura e chi la incute resta sempre e comunque la medesima entità: ossia l'uomo. Sono forse lor signori uomini migliori? ma nemmeno peggiori direi. Sn uomini, siamo uomini. Tranne Vladimir Luxuria, ovviamente!
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marilu
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giovedì 9 ottobre 2008
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a parer mio
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dony 64
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venerdì 3 ottobre 2008
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filmfotocopia
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Hanno fotocopiato il film da Shutter aggiugendo attori americani.Presumo che l'idea sia banale.Comunque nel complesso voto piu' che discreto(6+)
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