figliounico
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venerdì 1 marzo 2024
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perfetta ma fredda ricostruzione storica
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Daniel Vigne nel 1982 traspone con dovizia di particolari anche scenografici in un film più interessante che affascinante, che, sebbene pluripremiato con tre Cesar, rimane una fredda ricostruzione storica senza pathos, uno dei primi furti di identità documentati della storia d’Occidente accaduto nel 1500 in Francia e riportato nello scritto Arrest memorable del 1561 da uno dei giudici, Jean de Coras, chiamato a pronunciarsi all’epoca dei fatti sul caso giudiziario. Un giovane Depardieu bene interpreta la parte dell’astuto contadino alfabetizzato Arnaud du Tilh che si finge Martin Guerre, allontanatosi dieci anni prima dal suo villaggio per un diverbio avuto con suo padre, riuscendo ad ingannare per tre anni un’intera comunità e soprattutto la moglie del vero Martin, Bertrande, impersonata da Nathalie Baye.
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Daniel Vigne nel 1982 traspone con dovizia di particolari anche scenografici in un film più interessante che affascinante, che, sebbene pluripremiato con tre Cesar, rimane una fredda ricostruzione storica senza pathos, uno dei primi furti di identità documentati della storia d’Occidente accaduto nel 1500 in Francia e riportato nello scritto Arrest memorable del 1561 da uno dei giudici, Jean de Coras, chiamato a pronunciarsi all’epoca dei fatti sul caso giudiziario. Un giovane Depardieu bene interpreta la parte dell’astuto contadino alfabetizzato Arnaud du Tilh che si finge Martin Guerre, allontanatosi dieci anni prima dal suo villaggio per un diverbio avuto con suo padre, riuscendo ad ingannare per tre anni un’intera comunità e soprattutto la moglie del vero Martin, Bertrande, impersonata da Nathalie Baye. Vigne per il soggetto prende spunto dal romanzo della poetessa americana Janet Lewis nel 1941, La moglie di Martin Guerre, ma si attiene con scrupolo alle fonti e richiede per la sceneggiatura, da lui scritta con Jean-Claude Carriere, la consulenza della storica Natalie Zemon Davis. La storia, seppur alla lontana, ne ricorda un’altra avvenuta in Italia nel primo dopoguerra circa quattrocento anni dopo e trasposta cinematograficamente ne’ Lo smemorato di Collegno del 1962 diretto da Sergio Corbucci, un film che nonostante l’imperfezione dello stile, imparagonabile con quello di Vigne, è più coinvolgente dal punto di vista emotivo anche grazie alla magnifica interpretazione di Totò.
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googie53
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giovedì 21 agosto 2008
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ottimo film
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Ottimo film, grande Depardieu, scenografia di tutto rispetto.
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honestabe
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giovedì 20 settembre 2007
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finalmente un film storico ben fatto
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Da un caso celebre della Francia di metà Cinquecento (una sostituzione di persona accettata dalla moglie e da tutti i parenti e compaesani poi smascherata dal ritorno del vero Martin Guerre: ma allora che cos'è l'identità?), al quale anche Sciascia dedico' un libro, e' stato tratto un film di rara accuratezza storica, che ha avuto la consulenza di una studiosa statunitense, Natalie Zemon Davis, specialista proprio di questa vicenda (si veda il suo libro tradotto da Einaudi). Ottimo cast, con Depardieu in parte e Nathalie Baye moglie consenziente all'imbroglio che scopre nell'impostore un marito migliore di quello autentico. In una particina, e tutt'altro che da duro, Tcheky Kario. Manca forse della spettacolarità del remake "Sommersby", ma è infinitamente più esatto e credibile.
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honestabe
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giovedì 20 settembre 2007
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per una volta un film davvero storico
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L'evento (una sostituzione di persona nella Francia rurale del Sud alla meta' del Cinquecento: una donna finge di riconoscere il marito andato via da casa da anni in un simpatico impostore, che alla fine viene fortuitamente smascherato e impiccato) e' stato raccontato piu' volte, dal magistrato Jean de Coras all'epoca dei fatti sino a Leonardo Sciascia ai giorni nostri. Natalie Zemon Davis, storica statunitense, gli ha dedicato un bel libro, edito in Italia da Einaudi, e ha fatto da consulente per il film.
La ricostruzione d'ambiente e' credibile e curatissima, come raramente accade per un film storico: si vede che in questo caso e' stato davvero consultato uno storico di mestiere. Gli attori (Gerard Depardieu, Natalie Baye) sono bravi.
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L'evento (una sostituzione di persona nella Francia rurale del Sud alla meta' del Cinquecento: una donna finge di riconoscere il marito andato via da casa da anni in un simpatico impostore, che alla fine viene fortuitamente smascherato e impiccato) e' stato raccontato piu' volte, dal magistrato Jean de Coras all'epoca dei fatti sino a Leonardo Sciascia ai giorni nostri. Natalie Zemon Davis, storica statunitense, gli ha dedicato un bel libro, edito in Italia da Einaudi, e ha fatto da consulente per il film.
La ricostruzione d'ambiente e' credibile e curatissima, come raramente accade per un film storico: si vede che in questo caso e' stato davvero consultato uno storico di mestiere. Gli attori (Gerard Depardieu, Natalie Baye) sono bravi. Tra i personaggi di contorno Tcheky Kario quasi irriconoscibile nella parte di un campagnolo un po' naif, lontanissimo dai personaggi duri ai quali ci ha poi abituato.
Il film manca di azione? Forse un po'. Il remake statunitense "Sommersby" cercava di esplorare un po' di piu' le motivazioni dell'impostore, mentre questo film si colloca piuttosto dal punto di vista della moglie, Bertrande. Ma nell'insieme mi pare una riuscita.
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