Nonostante i tentativi di rivalutazione alla luce dei capolavori successivi, questo film continua a sembrare uno dei più pasticciati e deboli nella filmografia di Bergman.
Il prologo e la chiusura, ben calibrati sul tema di un Diavolo che domina sulla Terra lasciandola così com’è, non reggono l’intero corpo centrale del film con una trama che procede troppo rapida e confusionaria e priva di quei dialoghi che diventeranno il marchio di fabbrica dei grandi capolavori dello svedese, qui più che mai necessari a sostenere un tema così ambizioso.
Si salvano solo la figura ben tratteggiata di Brigitta e un paio di sequenze oniriche.
Necessario per i bergmaniani che vogliono trovare piccolissime anticipazioni del genio che sarà e dei temi a lui più cari, trascurabilissimo per gli altri.
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Nonostante i tentativi di rivalutazione alla luce dei capolavori successivi, questo film continua a sembrare uno dei più pasticciati e deboli nella filmografia di Bergman.
Il prologo e la chiusura, ben calibrati sul tema di un Diavolo che domina sulla Terra lasciandola così com’è, non reggono l’intero corpo centrale del film con una trama che procede troppo rapida e confusionaria e priva di quei dialoghi che diventeranno il marchio di fabbrica dei grandi capolavori dello svedese, qui più che mai necessari a sostenere un tema così ambizioso.
Si salvano solo la figura ben tratteggiata di Brigitta e un paio di sequenze oniriche.
Necessario per i bergmaniani che vogliono trovare piccolissime anticipazioni del genio che sarà e dei temi a lui più cari, trascurabilissimo per gli altri.
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