ralphscott
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sabato 29 marzo 2014
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il diavolo di provincia
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Film molto interessante,innanzitutto perché girato da King Vidor,autore di capolavori come "La Folla" e di altre personalissime pellicole come "La fonte meravigliosa". Il retaggio é quello del cinema muto:il regista fa parlare le immagini,alcune metaforiche sono efficacissime. Cito la "ragazza" provinciale che scappa terrorizzata dai marciapiedi della metropoli ostile,dopo averla idealizzata per una vita. La stessa Rosa che carezza il visone dell'ospite,volando con la mente lontano da una realtà che vorrebbe annullare. Ancora,nell'ultima indimenticabile scena,quando trasfigurata arranca verso il treno - che per anni si recava ad osservare con incanto - senza mai raggiungerlo,in preda alla malattia che pare liquefarle il viso quanto più si avvicina all'odiata fornace.
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Film molto interessante,innanzitutto perché girato da King Vidor,autore di capolavori come "La Folla" e di altre personalissime pellicole come "La fonte meravigliosa". Il retaggio é quello del cinema muto:il regista fa parlare le immagini,alcune metaforiche sono efficacissime. Cito la "ragazza" provinciale che scappa terrorizzata dai marciapiedi della metropoli ostile,dopo averla idealizzata per una vita. La stessa Rosa che carezza il visone dell'ospite,volando con la mente lontano da una realtà che vorrebbe annullare. Ancora,nell'ultima indimenticabile scena,quando trasfigurata arranca verso il treno - che per anni si recava ad osservare con incanto - senza mai raggiungerlo,in preda alla malattia che pare liquefarle il viso quanto più si avvicina all'odiata fornace. Protagonista assoluta una gigantesca Bette Davis,bellezza (?) sfiorita che accentra su di se gli strali,l'invidia e le incomprensioni di una mansueta comunità di provincia,incapace di percepire il fuoco che brucia dentro la Sig.ra Molino,consorte del medico condotto. E cosa dovrebbe mai voler di più dalla vita? L'ambiziosa dice e ripete più volte che potrebbe essere altrove,protagonista di ben altra vita,ma lo spettatore non può crederle nemmeno per un istante. Film quasi scolastico nella trama,ma con incredibili momenti di pathos.
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annalinagrasso
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giovedì 8 aprile 2010
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eccezzionale bette davis
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“Nessuno è buono come Bette Davis quando fa la cattiva”, questo fu uno degli slogan di lancio per il film “Beyond the forest”, distribuito in Italia con il titolo di “Peccato”( tratto dal romanzo di Stuart Engstrand); e di certo la Davis( premio Oscar nel 1936 con “Schiavo d’amore, e nel 1938 con “Figlia del vento”) era strepitosa nell’interpretare ruoli non convenzionali, adatti al suo temperamento. Come in questo film,dove è Rosa Molino, una Madame Bovary di una cittadina del Wisconsin, sposata con un bravo medico; e, come Emma è scontenta della propria vita, annoiata, vuole evadere, andare “al di là del bosco”del paese in cui vive, per questo va a Chicago, con i soldi dei pazienti di suo marito, per amore di un industriale.
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“Nessuno è buono come Bette Davis quando fa la cattiva”, questo fu uno degli slogan di lancio per il film “Beyond the forest”, distribuito in Italia con il titolo di “Peccato”( tratto dal romanzo di Stuart Engstrand); e di certo la Davis( premio Oscar nel 1936 con “Schiavo d’amore, e nel 1938 con “Figlia del vento”) era strepitosa nell’interpretare ruoli non convenzionali, adatti al suo temperamento. Come in questo film,dove è Rosa Molino, una Madame Bovary di una cittadina del Wisconsin, sposata con un bravo medico; e, come Emma è scontenta della propria vita, annoiata, vuole evadere, andare “al di là del bosco”del paese in cui vive, per questo va a Chicago, con i soldi dei pazienti di suo marito, per amore di un industriale. Tradisce quindi suo marito, commette un aborto e un omicidio prima di ammalarsi di peritonite e concludere in maniera tragica la sua esistenza.
“Peccato” è un film noir, sotto il segno dell’eccesso, dominato dal chiaroscuro, (grazie alla fotografia di Robert Burks),dell’esasperazione,di genuina sostanza e potenza nel descrivere l’isterismo della protagonista che sembra diventare un tutt’uno con l’atmosfera soffocante e fumosa della cupa cittadina in cui vive, che è riconducibile ad altri grandi esempi di noir come “L’uomo che non c’era”di Joel Coen e “La fiamma del peccato”di Billy Wilder. Da sottolineare la celebre musica della canzone “Chicago” di Fred Fisher e ovviamente la straordinaria bravura recitativa della superba e vulcanica Bette Davis che offusca gli altri due interpreti maschili Cotten e Brian e che, nonostante i difetti strutturali e il suo non godere di una buona reputazione sin dalla prima visione del 1949, contribuisce a rendere “Peccato” uno di quei film che catalizza l’attenzione su di sé per tutta la sua durata senza annoiare mai.
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