cinemafricabo
|
domenica 2 luglio 2023
|
classico avati, questa volta non convince
|
|
|
|
Malinconia, lentezza, morte, Bologna, musica, storie ordinarie ma al tempo stesso uniche. E' questa la poetica del cinema di Pupi Avati di tanti piccoli grandi gioielli come Regalo di Natale, La seconda notte di nozze, Un Matrimonio e altri ancora.
In questo caso però gli ingredienti sono mal amalgamati e la torta è venuta male. Dispiace vedere Bologna così maltrattata, ripresa di sfuggita o con trucchi cinematografici elementari, con riprese ripetute e immotivate delle 2 Torri e dei classici portici. La malinconia pervade tutto i lfilm, ma qui si trasforma in tristezza e per di più fine a se' stessa e mal rappresentata: nel film tutti piangono ma non si vede mai una lacriima.
[+]
Malinconia, lentezza, morte, Bologna, musica, storie ordinarie ma al tempo stesso uniche. E' questa la poetica del cinema di Pupi Avati di tanti piccoli grandi gioielli come Regalo di Natale, La seconda notte di nozze, Un Matrimonio e altri ancora.
In questo caso però gli ingredienti sono mal amalgamati e la torta è venuta male. Dispiace vedere Bologna così maltrattata, ripresa di sfuggita o con trucchi cinematografici elementari, con riprese ripetute e immotivate delle 2 Torri e dei classici portici. La malinconia pervade tutto i lfilm, ma qui si trasforma in tristezza e per di più fine a se' stessa e mal rappresentata: nel film tutti piangono ma non si vede mai una lacriima. Il tema musciale è di Sergio Cammariere (per fortuna non è degli Stato Sociale..), è un bel pezzo, al tempo stesso è un deja vu che rimanda a mille altri brani, un pezzo antico e un po' stantio, per di più viene riproposto continuamente durante tutto il film.
La quattordicesima domenica del tempo ordinario in definitiva è una storie alla Pupi Avati, ma, a differenza di altre sue opere, resta sempre in superficie, mai uno scatto, mai una sintesi, mai si cerca un approfondimento. In definitiva una narrazione elementare, gli eventi si succedono uno di seguito all'altro e anche quando la vicenda "salta" dal passato al presente o viceversa è solo perchè la scena immediatamente precedente richiedeva una conferma da quella successiva.
La storia è quella di due amici che si ritrovano dopo essersi persi di vista, a causa del tempo che passa, della vita e di una donna. E' una storia classica ma non sarebbe questo un problema: il fatto è che ad ogni inquadratura manca qualcosa, rimane un dubbio.
Cosa hanno fatto i personaggi tra loro? Come mai Marzio ha una vita al tempo stesso abbiente e fallimentare ? Qual'è il passato della giovane Sandra ? E che ne è stato di lei, prima di vederla ricomparire per caso al funerale di Samuele ? Si può sapere qualche cosa di più di Samuele tranne che suonava e poi ha iniziato a lavorare in banca ?
Anche la maestria di Avati nel dirigere gli attori più disparati, a questo giro ha fatto cilecca: in particolare Lodo Guenzi non ha nulla, ma proprio nulla di attoriale, non recita, non convince, il dubbio sul perchè gli sia stato affidato un ruolo, per di più da protagonista,è il vero mistero del film.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a cinemafricabo »
[ - ] lascia un commento a cinemafricabo »
|
|
d'accordo? |
|
gabriella
|
domenica 21 maggio 2023
|
sogni interrotti
|
|
|
|
La vecchia gelateria a Bologna all’angolo tra via Saragozza e via Audinot , dove s’incontravano Marzio e Samuele per parlare di musica, dove era avvenuto il primo incontro tra Marzio e Sandra, non esiste più, ora c’è soltanto l’immagine stremata di volti avvizziti e animi feriti, le cose belle sono andate via , tanto tempo fa, i sogni non si sono realizzati come sperato. Siamo negli anni 70 quando Marzio e Sandra celebrano il loro matrimonio, nella quattordicesima domenica del periodo liturgico del tempo ordinario ( periodo nel quale si era sposato lo stesso Pupi Avati), data che darà il titolo a un brano che Marzio e Samuele hanno inciso sperando di affermarsi come musicisti, invece va tutto a rotoli, matrimonio e carriera.
[+]
La vecchia gelateria a Bologna all’angolo tra via Saragozza e via Audinot , dove s’incontravano Marzio e Samuele per parlare di musica, dove era avvenuto il primo incontro tra Marzio e Sandra, non esiste più, ora c’è soltanto l’immagine stremata di volti avvizziti e animi feriti, le cose belle sono andate via , tanto tempo fa, i sogni non si sono realizzati come sperato. Siamo negli anni 70 quando Marzio e Sandra celebrano il loro matrimonio, nella quattordicesima domenica del periodo liturgico del tempo ordinario ( periodo nel quale si era sposato lo stesso Pupi Avati), data che darà il titolo a un brano che Marzio e Samuele hanno inciso sperando di affermarsi come musicisti, invece va tutto a rotoli, matrimonio e carriera. I venti contrari che sferzano le vite dei protagonisti sono rincorse continuamente dal leitmotiv del brano di Marzio, “le cose belle sono andate via ,lasciandomi nel buio della vita”, forse con troppa insistenza, creando un clima disperato di rassegnazione e arrendevolezza. Marzio rimane aggrappato al suo sogno , crogiolandosi nel fallimento , senza mai crescere veramente , preferisce vivere con i fantasmi di un passato che avventurarsi nel presente, forse perché il presente è la solitudine, l’amarezza, senza considerare che forse sarebbe meglio ridipingere di blu le pareti di casa, e riprovare a vivere. Devo dire che il film non mi è dispiaciuto, anche se , musicalmente parlando, non ho trovato la melodia che mi sarei aspettata, c’è molta nostalgia, molta malinconia, ma manca il giusto accordo, ci sono elementi lasciati in sospeso, non approfonditi ( Sandra al concorso di bellezza dice di non avere conosciuto il padre e che la madre non l’aveva desiderata), inoltre non si capisce ben cosa abbia fatto in tanti anni, visto che non ha una casa propria ma vive ospite da conoscenti. Sulla recitazione poi non tutto è fluido, Gabriele Lavia tradisce le sue origini teatrali e ne appesantisce l’ascolto, decisamente più in ruolo un’inedita Edvige Fenech e il Marzio giovane che riescono a trasmettere con efficacia le fragiltà e le debolezze che ogni età si porta appresso , perché i.n fondo, quel ricordo felice del chiosco di gelati, è ancora nascosto in qualche angolo del cuore.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a gabriella »
[ - ] lascia un commento a gabriella »
|
|
d'accordo? |
|
luciano sibio
|
sabato 19 agosto 2023
|
geniale la scena della doccia con la fenech
|
|
|
|
Il film parte che sembra una ricostruzione biografica di Pupi Avati, una sorta di testamento storia con omaggio alla propria consorte e il grande amore che li ha legati per una vita.
E direi che la cosa ci stava pure bene quasi ad omaggio di un nostro simpatico regista nostrano oramai 85enne.che tutti abbiamo amato e visto almeno una volta.
Ma ho la sensazaione che la storia abbia man mano preso la mano al regista, come era logico che succedesse avendo Pupi Avati per tutta la sua vita raccontato storie.
E il film da biografico è diventato una vera e propria storia d'amore con una donna finita male. e una vera e propria storia di amiciza profonda verso il suo migliore amico egualmente naufragata.
[+]
Il film parte che sembra una ricostruzione biografica di Pupi Avati, una sorta di testamento storia con omaggio alla propria consorte e il grande amore che li ha legati per una vita.
E direi che la cosa ci stava pure bene quasi ad omaggio di un nostro simpatico regista nostrano oramai 85enne.che tutti abbiamo amato e visto almeno una volta.
Ma ho la sensazaione che la storia abbia man mano preso la mano al regista, come era logico che succedesse avendo Pupi Avati per tutta la sua vita raccontato storie.
E il film da biografico è diventato una vera e propria storia d'amore con una donna finita male. e una vera e propria storia di amiciza profonda verso il suo migliore amico egualmente naufragata.
La storia ha soddisfatto però a sprazzi.
Secondo me è stata trascurata la figura della Fenech che ricompare nella vita del protagonista, francamente senza un vero aggancio organico con la storia, non dimenticando che Bologna non è Newyork dove due persone che si lasciano poi non si incontrano più per tutta la vita.Geniale invece la scena della doccia anche se non tutti la possono capire.
Ma solo lo spettatore maschile della mia età proverà un certo non dimenticato fremito adolescenziale, che verrà ben presto riportato alla triste realtà del tempo.Triste realtà che cancella e ottunde come un sordo colpo di martello sul rubinetto della doccia certi fremiti del tutto inusuali a certe età.
Infine Lavia si muove come in teatro e fa mancare quella naturalezza e realisticità recitativa che invece non manca agli attori giovani e che peraltro meglio si addice a questa storia basata su amarcord e con tanto di voce fuori campo.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a luciano sibio »
[ - ] lascia un commento a luciano sibio »
|
|
d'accordo? |
|
|