taty23
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lunedì 30 settembre 2019
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una commedia musicale con un’idea intrigante
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La magia della musica dei Beatles nel nuovo film diretto da Danny Boyle.
In Yesterday l’aspirante cantautore Jack Malik(Himesh Patel) cerca di sfondare nel mondo della musica, con scarso successo, anche se la sua manager ed amica Ellie (Lily James) lo incoraggia a seguire i propri sogni.
Durante un blackout globale Jack viene investito da un autobus, dopo essersi ripreso, canta casualmente “Yesterday” davanti i suoi amici e si rende conto che nessuno di loro ha mai sentito parlare dei Beatles.
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La magia della musica dei Beatles nel nuovo film diretto da Danny Boyle.
In Yesterday l’aspirante cantautore Jack Malik(Himesh Patel) cerca di sfondare nel mondo della musica, con scarso successo, anche se la sua manager ed amica Ellie (Lily James) lo incoraggia a seguire i propri sogni.
Durante un blackout globale Jack viene investito da un autobus, dopo essersi ripreso, canta casualmente “Yesterday” davanti i suoi amici e si rende conto che nessuno di loro ha mai sentito parlare dei Beatles.
Dopo una breve ricerca e dopo aver capito che il mondo non conosce la band, decide di far passare le loro canzoni per sue.
Yesterday – Una commedia musicale con un’idea intrigante
Danny Boyle dirige la pellicola Yesterday mettendosi al servizio della sceneggiatura di Richard Curtis(Love Actually), infatti la cifra stilistica del regista si nota soltanto in qualche scena.
Una narrazione che si sviluppa su più livelli e mette in evidenza due storie che da parallele si intrecciano. Il ritmo rimane fluido e quelle poche falle sulla sceneggiatura vengono risolte con espedienti comici. Alcune scene funzionano più di altre e soprattutto una, punta al cuore nostalgico dello spettatore.
L’idea su cui si basava la sceneggiatura era molto affascinante, forse lo sviluppo è stato più semplicistico del dovuto, volendo puntare più a confezionare una commedia romantica e classicheggiante che sfruttare appieno l’idea in sé. Nel complesso però viene confezionata una storia convincente ed appassionante.
La scelta del titolo tratto dalla discografia dei Beatles risulta funzionale alla narrazione del film e continua la tradizione dei titoli delle pellicole legati ad artisti.
Molto interessante invece il concetto sul come le canzoni dei Beatles si possano adattare al giorno d’oggi. Come queste come possano diventare famose con l’utilizzo dei media, avendo lo stesso impatto sul pubblico. Infatti il punto focale del film rimane la musica ed il rapporto che ogni persona ha con essa.
Himesh Patel e Lily James si calano nei panni dei due protagonisti caratterizzando con freschezza il rapporto di lunga data tra Jack ed Ellie. Invece il cantante Ed Sheeran interpreta sé stesso creando una bell’alchimia nelle scene che condivide con il personaggio di Jack, soprattutto nei momenti dei duetti.
In conclusione
Il film Yesterday porta sullo schermo una storia briosa, coinvolgente, con il tipico stile della commedia British a cui Richard Curtis ci ha abituato. Una pellicola che intrattiene, con le performance del protagonista che trascinano e che si portano appresso l’eredità di una band immortale come quella dei Beatles.
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giuseppe artusi
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martedì 8 ottobre 2019
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cosa saremmo senza le canzonette?
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Le canzonette provvedono ad una buona parte della nostra educazione sentimentale: nessun dubbio. È a questo che servono, e ad un bel po’ di altre cose: ci raccontano di noi; ciò che siamo, ciò che vorremmo essere. E poi sono i segnalibro della nostra esistenza, fissano, segnano i nostri momenti. Poi ognuno ha le sue canzonette, nessun dubbio nemmeno su questo. E naturalmente ci sono canzonette e cantanti che significano più di altre e altri per un bel po’ più di gente; niente di strano.
Senza le canzonette le nostre vite sarebbero ben più povere, come lo sarebbero senza i romanzi, senza i film, e magari senza i quadri; è un fatto.
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Le canzonette provvedono ad una buona parte della nostra educazione sentimentale: nessun dubbio. È a questo che servono, e ad un bel po’ di altre cose: ci raccontano di noi; ciò che siamo, ciò che vorremmo essere. E poi sono i segnalibro della nostra esistenza, fissano, segnano i nostri momenti. Poi ognuno ha le sue canzonette, nessun dubbio nemmeno su questo. E naturalmente ci sono canzonette e cantanti che significano più di altre e altri per un bel po’ più di gente; niente di strano.
Senza le canzonette le nostre vite sarebbero ben più povere, come lo sarebbero senza i romanzi, senza i film, e magari senza i quadri; è un fatto. Solo che spesso ce ne dimentichiamo, o semplicemente sottovalutiamo la questione, dandola per scontata.
Ma mettiamo, per assurdo, che le canzonette sparissero, che non siano mai esistiti certi autori: che ne sarebbe delle nostre esistenze? Metti che non siano mai esistiti i Beatles: chi avrebbe cantato in modo tanto mirabile certe situazioni, certi sentimenti? Dovremmo immaginare un mondo distopico, apparentemente uguale a quel che conosciamo: sarebbe DAVVERO uguale?
Ecco, è quel che fa questo delizioso film: racconta il mondo senza i Beatles. Una idea a suo modo geniale, pure se non molto lontana a quella che ha ispirato Ritorno al futuro e La vita è meravigliosa; sarà un caso, due capolavori che hanno fatto riflettere intere generazioni… Per funzionare, per farci render conto di cosa sarebbe, serve naturalmente un protagonista la cui agnizione del prima/dopo/invece guidi la nostra, facendo accadere nel mondo dell’“invece” ciò che non è mai accaduto, ossia cantando quelle canzoni che nessuno ha mai scritto e cantato. Ad essere interessante non è ciò che accade nel mondo “diverso”, ma è ciò che accade a noi, perché è di noi (e A noi) che il film parla.
Così, come il protagonista intona “per la prima volta” “Yesterday” o “Eleanor Rigby” è davvero come se le sentissimo per la prima volta, o meglio, come se ci sentissimo raccontare qualcosa di noi che abbiamo dimenticato di sapere. “Ostrananie” è il termine usato dai formalisti russi, gente che sapeva il fatto suo: straniamento, il guardarsi dal di fuori, come protagonisti di una storia che è sì la nostra, ma non ci appartiene. Ed allora è impossibile non commuoversi.
Perché sì, paradossi, equivoci, “false” citazioni fanno divertire, ma la sostanza è ben altrimenti drammatica. Semplicemente, senza i Beatles (e magari senza Harry Potter, la Coca Cola e le sigarette), non saremmo ciò che siamo, e questo è a suo modo angosciante. Chi, e cosa siamo noi davvero? E allora, quando il pubblico acclama Jack, il protagonista, e le sue “nuove” canzoni sentiamo che ad essere acclamati sono i nostri sentimenti, le nostre emozioni, e insomma tutto ciò che PER NOI quelle canzoni rappresentano; e questo è a suo modo molto consolatorio.
Ed è il senso profondo e nascosto della storia: qualcuno DEVE cantarci, perché se spariscono i Beatles, o chiunque altro abbia cantato le NOSTRE canzonette, a sparire è anche una parte di noi.
E la fine di tutto non può essere che la più liberatoria e strepitosa versione di “Ob-la-di Ob-la-da” mai sentita: cantata da un coro scolastico, come ha da essere, perché, come ben ci insegnò Eraclito, la vita è un fanciullo che gioca, spostando i pezzi sulla scacchiera; la nostra esistenza è guidata dal gioco di un bambino.
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(di antonio montefalcone)
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[+] yesterday, non solo beatles
(di sergiofi)
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telor
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martedì 4 febbraio 2020
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quattro o cinque stelle?
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Certamente 5 stelle per le canzoni che hanno “impastato” la mia adolescenza emotiva e che, al riconoscimento anche di una sola nota “chiave” di un brano, riprendono il sopravvento!
Ma quattro stelle certamente ci sono tutte per il film nel suo insieme.
Tanto per cominciare, per un mix non facile da comporre: celebrazione di un mito, storia d’amore sottotono ma profonda, ricostruzione storica con vari flashes che -appunto- appaiono e scompaiono, citazioni dal mondo reale e musicale dei Baronetti di Liverpool.
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Certamente 5 stelle per le canzoni che hanno “impastato” la mia adolescenza emotiva e che, al riconoscimento anche di una sola nota “chiave” di un brano, riprendono il sopravvento!
Ma quattro stelle certamente ci sono tutte per il film nel suo insieme.
Tanto per cominciare, per un mix non facile da comporre: celebrazione di un mito, storia d’amore sottotono ma profonda, ricostruzione storica con vari flashes che -appunto- appaiono e scompaiono, citazioni dal mondo reale e musicale dei Baronetti di Liverpool.
Le citazioni quindi, la prima proprio ad inizio del film e che connota il momento dell’impossibile accadimento: il crescendo strumentale di A Day In The Life che, camuffato all’inizio ma poi riconoscibile, segna il momento del black-out mondiale che fa "sparire" i Beatles dalla scena mondiale.
Ancora oltre: le scritte a lettere maiuscole che scorrono sulle immagini di luoghi Beatlesiani; gli accorgimenti o gli spunti che furono utilizzati negli arrangiamenti originali; lo “sbaglio” di Rocky che apre la porta sul “vero” tetto di Savile Row invece che sulla terrazza dell’hotel fronte-mare.
E ancora, per la poesia dell’incontro con un John Lennon che, non essendo mai stato un Beatle, all’età di 78 anni vive da solo in un cadente cottage sulla riva dell’oceano, dopo una vita di lavoro per i mari, forse facendo il cameriere di bordo come fece il padre nella realtà.
Insomma, 4 stelle ci sono tutte, e quella finale la assegnerei per lo spirito degli anni ’60 e ’70 che il film ha saputo evocare. Non grazie alla irresistibile sequenza delle canzoni (cosa facile, come nei films: Bohemian Rhapsody e Rocketman). No, regista e sceneggiatore lo hanno fatto scegliendo di chiudere il racconto con una scelta aperta alla soluzione del “noi” piuttosto che quella dello “io”, vera essenza di quegli anni.
Spero che non sia per questo motivo che il film non abbia riscosso il successo di pubblico che meriterebbe ... perché se così fosse, sarebbe la prova che “sentiamo” diversamente da allora, e non credo proprio che ciò sia un bene.
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elgatoloco
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giovedì 23 luglio 2020
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un po''fantastico, ma per intero musiclae
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"Yesterday"(Danny Boyle, 2019, storia di Jack Barth, sceneggiatura di Richard Curtis), film vagamente"fantastico"(il cantaturoe-magazziniere, dapprima noto solo in ambito locale, che propone"Yesterday"e qualcosa d'altro dei"Beatles", dopo un incidente-è stato travolto da un cambion-non ricorda essere stati i"Beatles"o meglio Mc Cartney e Lennon, talora Harrison, quasi mai lo scadente batterista"rimpiazzo"Ringo Starr autore delle musiche, salvo poi un"repechage"mnestico)è più che altro un'occasione per riproporre in brani beatlesiani, in un mondo(quello immaginato da Barth e realizzato da Boyle)che sembra di aver perso la memoria del quartetto di Liverpool, con l'occasione di qualche attempato"aficionado".
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"Yesterday"(Danny Boyle, 2019, storia di Jack Barth, sceneggiatura di Richard Curtis), film vagamente"fantastico"(il cantaturoe-magazziniere, dapprima noto solo in ambito locale, che propone"Yesterday"e qualcosa d'altro dei"Beatles", dopo un incidente-è stato travolto da un cambion-non ricorda essere stati i"Beatles"o meglio Mc Cartney e Lennon, talora Harrison, quasi mai lo scadente batterista"rimpiazzo"Ringo Starr autore delle musiche, salvo poi un"repechage"mnestico)è più che altro un'occasione per riproporre in brani beatlesiani, in un mondo(quello immaginato da Barth e realizzato da Boyle)che sembra di aver perso la memoria del quartetto di Liverpool, con l'occasione di qualche attempato"aficionado"... L'interprete Himesh Patel, britannico di origini indiane, rende bene il peronsaggio, "stando al gioco", ossia gestendo il suo personaggio come se realmente avesse perso(quasi, in realtà)la memloria dei"Beatles", addirittua riscontrandone-ricercandone la genesi su"Wkipedia", mentre l'interprete musicale (che non è Patel)tende a scegliere soprattutto il reperotrio più melodico della famosa band, salvo lasciarsi andare a tratti a un ritmo molto rockegiato, quasi fosse una sorta di "risarcimento"per un melodismo eccessivo. UNo di quei film, "sommamente inutili",ma certamente piaacevoli, volti un po'a riscoprire il mito beatlesiano, forse ritenuto un po'"al tramonto"(anche se a livello statistico, ossia di vendite e di ascolti, le cose sembrano stare diversamente), che anche la fimografia dell'Untied Kingsdom riscopre e pratica, da qualche anno, con notevole continuità, dato che sembra passato il tempo del cinema come arte, dove Ken Russell, in qualche modo, ne era quasi un"ultimo alfiere"e dove il cinema politico è considerato sempre ristretto a una nicchia, non troppo nutrita, per la verità. OLtre a Patel, certamente "in parte", anche l'interprete principale femminile, Lily James, è certamente brava e adatta al ruolo, dove sorge la considerazione seguente: nel finale, quando il cantante "abdica"al suo fantomatico ruolo autorale, riconoscendo l'autoralità mc cartneyana- lennoniana(prevalentemente), rinunciando al copyright, clamorosamente e dichiarando di voler sposare la sua findanzata, è quasi una presa d'atto del"principio di realtà"versus quello di piacere(dunque sogno, illusione), ceranco però di salvare il meglio di quanto il principio di piacere , comunque, sa offrite... El Gato
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giovanni morandi
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mercoledì 28 settembre 2022
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un''occasione persa per un film sui beatles giovann
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Un'occasione persa (ha commentato l'amico Francesco Cavallin) per fare un "bel film" sulla straordinaria (già di per se) avventura' dei Fab Four, che, almeno finora, nessuno ha avuto "il coraggio" di fare. Certo, il film del 2016 di Howard, "Eight Days A Week" ha documentato, a colori, la parte dei Concerti, con interessanti interviste...ma nulla di più. E nemmeno, a noi beatlemani, può bastare il recente film/ documentario Get Back di Jackson.
Da un' altra parte, il buon film/musical della Taymor-Across The Universe-ha utilizzato ottimi musicisti e riuscite cover, ma anch'essa si rivela molto incompleta e con una trama troppo fantasiosa.
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Un'occasione persa (ha commentato l'amico Francesco Cavallin) per fare un "bel film" sulla straordinaria (già di per se) avventura' dei Fab Four, che, almeno finora, nessuno ha avuto "il coraggio" di fare. Certo, il film del 2016 di Howard, "Eight Days A Week" ha documentato, a colori, la parte dei Concerti, con interessanti interviste...ma nulla di più. E nemmeno, a noi beatlemani, può bastare il recente film/ documentario Get Back di Jackson.
Da un' altra parte, il buon film/musical della Taymor-Across The Universe-ha utilizzato ottimi musicisti e riuscite cover, ma anch'essa si rivela molto incompleta e con una trama troppo fantasiosa. In questo film, più fantascientifico che probabile, si parte da un assurdo, e, nonostante la bravura del protagonista, ci si sforza di cercare, mi ripeto, una specie di "miracolo", mentre sarebbe stato sufficiente raccontare, (cosa avvenuta per molte star) la "straordinaria" avventura dei Beatles, anche con interpreti non musicisti, doppiandoli con le incisioni originali (per i milioni di beatlemani-come me-sarebbe una goduria).
Ma tornando al film, si narrra diJack Malik, un cantautore di Lowestoft in difficoltà. La sua manager e amica d'infanzia Ellie Appleton lo incoraggia a non rinunciare ai suoi sogni. Dopo che Jack è stato investito da un autobus durante un blackout globale, canta Yesterday per i suoi amici e scopre che non hanno mai sentito parlare dei Beatles. Dopo aver realizzato che il mondo non ricorda più la band, Jack inizia a suonare le loro canzoni, facendole passare come proprie.
Ellie fa registrare a Jack una demo con un produttore musicale locale. A seguito di un'esibizione alla televisione locale, Jack è invitato dalla pop star Ed Sheeran ad esibirsi come suo numero di apertura a Mosca. Ellie rifiuta di unirsi a lui, dicendo che è impegnata nel suo lavoro di insegnante, quindi l' amico roadie di Jack, Rocky, viaggia con lui. Dopo il concerto, Sheeran sfida Jack a un duello tra cantautori; perde a "The Long and Winding Road" di Jack. A Los Angeles, l'agente spietato di Sheeran, Debra Hammer lo ingaggia per la sua etichetta e pianifica la sua ascesa alla fama mondiale.
Alla festa d'addio di Jack, Ellie confessa di essere innamorata di lui da sempre. Sperando di innescare ricordi di altre canzoni dei Beatles, Jack va nella loro città natale di Liverpool, visitando monumenti come Strawberry Field, Penny Lane e "La tomba di Eleanor Rigby". Ellie si unisce a lui a Liverpool e trascorrono una serata da ubriachi e si scambiano un bacio, ma Ellie gli dice che non è interessata a un'avventura di una notte. La mattina dopo, Jack e Rocky inseguono Ellie alla stazione ferroviaria, dove lei si congratula con Jack ma gli dice che non può far parte della sua vita da celebrità. Jack ritorna a Los Angeles, con il cuore spezzato.
L'etichetta discografica si prepara a lanciare l'album di debutto di Jack. I produttori rifiutano i titoli da lui suggeriti, presi dai dischi dei Beatles, e nominano l'album One Man Only, spingendo sul suo talento. Jack li convince a lanciare l'album con un concerto sul tetto a Gorleston. Nel backstage, due fan si avvicinano a lui e gli dicono che sanno che ha plagiato le canzoni, ma lo ringraziano, temendo che la musica se ne sia andata per sempre. Gli danno l'indirizzo di John Lennon, sopravvissuto alla vecchiaia, sotto i riflettori pubblici. Jack chiede a Lennon se ha condotto una vita di successo; Lennon risponde che ha vissuto felicemente con sua moglie. Consiglia a Jack di seguire chi ama e dire sempre la verità.
Sheeran organizza che Jack si esibisca allo stadio di Wembley. Jack confessa alla folla di aver plagiato la musica e di amare Ellie, e che Rocky caricherà le canzoni gratuitamente su Internet, sabotando l'uscita del disco. Jack ed Ellie si sposano e hanno una famiglia insieme, e Jack diventa un insegnante di musica.
Un film "molto strano", tra il musical e la fantascienza. L'improvviso black out collettivo dei Beatles mi fa ricordare quando John Lennon dichiarò che la band era più popolare di Gesù...
Certamente aveva torto, ma, riguardo alla Musica Pop del XX secolo, aveva ragione; forse anche per questo, in questa coproduzione con Russia e Cina (che pare abbia pagato per diritti, su alcuni brani dei Beatles, circa 10 milioni di sterline), verso la fine si "immagina" che John Lennon sia ancora oggi vivo e vegeto...magari !
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felicity
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lunedì 3 febbraio 2020
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un travolgente omaggio alla musica dei beatles
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Una commedia semplice, senza guizzi, troppo spesso scontata e riassumibile nel concetto che le canzoni dei Beatles, anche “inventate” oggi, avrebbero successo.
La sceneggiatura di questo film è priva di senso. Ma quello che è privo di senso nel film non è la premessa iniziale, che fa parte del patto con lo spettatore e quindi viene accettata a priori con tutte le sue folli conseguenze, quello che è privo di senso è la rappresentazione delle dinamiche umane.
I comportamenti dei personaggi non hanno niente a che fare con la realtà, ma neanche seguono le comunque piacevoli e consolidate prassi della commedia. Sono solo privi di senso.
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Una commedia semplice, senza guizzi, troppo spesso scontata e riassumibile nel concetto che le canzoni dei Beatles, anche “inventate” oggi, avrebbero successo.
La sceneggiatura di questo film è priva di senso. Ma quello che è privo di senso nel film non è la premessa iniziale, che fa parte del patto con lo spettatore e quindi viene accettata a priori con tutte le sue folli conseguenze, quello che è privo di senso è la rappresentazione delle dinamiche umane.
I comportamenti dei personaggi non hanno niente a che fare con la realtà, ma neanche seguono le comunque piacevoli e consolidate prassi della commedia. Sono solo privi di senso.
Yesterday intrattiene soprattutto per l’enorme patrimonio musicale che sfodera, offrendo agli spettatori la possibilità di conoscere e ripassare un po’ dei brani più famosi dei Beatles, ma non sfrutta a pieno le potenzialità della divertente premessa e preferisce attraversare le acque sicure della commedia romantica convenzionale.
Può bastare una grande idea per fare un grande film? Probabilmente no.
E Yesterday lo dimostra. Però può bastare per fare un buon film con alcuni momenti che ci portiamo dietro.
Ed è un cinema che conferma che oggi la musica è come la poesia. Quella bella si tramanderà nei secoli.
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