enzo70
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martedì 29 dicembre 2020
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un intenso omaggio ai liverpool
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Jack Malik è un musicista, ma non ha un grande talento. Non riesce a trovare le parole e la musica per affermarsi e per andare oltre la continua serie di insuccessi. Ma un bel giorno si sveglia e scopre che nessuno, tranne lui ed una coppia che incontrerà nel seguito, conosce le parole e la musica delle canzoni dei Beatles. E sulle note di let it be e yellow submarine Jack Malik diventa il nuovo idolo musicale della scena. Ma rispetto agli echi delle sirene del successo, del denaro prevalgono il senso di dignità e l’amore per la sua manager Ellie che lo inducono a dire la verità e a riconoscere ai Beatles la paternità di quella musica. Alla fine un grandissimo omaggio ai quattro scarafaggi di Liverpool.
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Jack Malik è un musicista, ma non ha un grande talento. Non riesce a trovare le parole e la musica per affermarsi e per andare oltre la continua serie di insuccessi. Ma un bel giorno si sveglia e scopre che nessuno, tranne lui ed una coppia che incontrerà nel seguito, conosce le parole e la musica delle canzoni dei Beatles. E sulle note di let it be e yellow submarine Jack Malik diventa il nuovo idolo musicale della scena. Ma rispetto agli echi delle sirene del successo, del denaro prevalgono il senso di dignità e l’amore per la sua manager Ellie che lo inducono a dire la verità e a riconoscere ai Beatles la paternità di quella musica. Alla fine un grandissimo omaggio ai quattro scarafaggi di Liverpool.
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mirkotommasicinema
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martedì 8 dicembre 2020
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avvenente
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Musicista fallito un bel giorno si sveglia e scopre che i Beatles non sono mai esistiti ! La premessa affascina, lo sviluppo è altrettanto ardimentoso e avvenente.
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belliteam
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lunedì 16 novembre 2020
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a tutto beatlesmania
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Anni luce lontano da trainspotting, Danny Boyle gira un grande omaggio ai Fab4 partendo da un blackout planetario, che cancella dalla memoria del mondo intero la musica dei Beatles, tranne che ad un mediocre musicista, il quale poi sfruttera' questa situazione per acquisire notorieta' e successo...
Film leggero, che ci da' la possibilita' di riascoltare pezzi evergreen del quartetto di Liverpool con anche una simpatica e ironica chicca, di un cameo di Ed Sheeran.
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elgatoloco
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giovedì 23 luglio 2020
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un po''fantastico, ma per intero musiclae
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"Yesterday"(Danny Boyle, 2019, storia di Jack Barth, sceneggiatura di Richard Curtis), film vagamente"fantastico"(il cantaturoe-magazziniere, dapprima noto solo in ambito locale, che propone"Yesterday"e qualcosa d'altro dei"Beatles", dopo un incidente-è stato travolto da un cambion-non ricorda essere stati i"Beatles"o meglio Mc Cartney e Lennon, talora Harrison, quasi mai lo scadente batterista"rimpiazzo"Ringo Starr autore delle musiche, salvo poi un"repechage"mnestico)è più che altro un'occasione per riproporre in brani beatlesiani, in un mondo(quello immaginato da Barth e realizzato da Boyle)che sembra di aver perso la memoria del quartetto di Liverpool, con l'occasione di qualche attempato"aficionado".
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"Yesterday"(Danny Boyle, 2019, storia di Jack Barth, sceneggiatura di Richard Curtis), film vagamente"fantastico"(il cantaturoe-magazziniere, dapprima noto solo in ambito locale, che propone"Yesterday"e qualcosa d'altro dei"Beatles", dopo un incidente-è stato travolto da un cambion-non ricorda essere stati i"Beatles"o meglio Mc Cartney e Lennon, talora Harrison, quasi mai lo scadente batterista"rimpiazzo"Ringo Starr autore delle musiche, salvo poi un"repechage"mnestico)è più che altro un'occasione per riproporre in brani beatlesiani, in un mondo(quello immaginato da Barth e realizzato da Boyle)che sembra di aver perso la memoria del quartetto di Liverpool, con l'occasione di qualche attempato"aficionado"... L'interprete Himesh Patel, britannico di origini indiane, rende bene il peronsaggio, "stando al gioco", ossia gestendo il suo personaggio come se realmente avesse perso(quasi, in realtà)la memloria dei"Beatles", addirittua riscontrandone-ricercandone la genesi su"Wkipedia", mentre l'interprete musicale (che non è Patel)tende a scegliere soprattutto il reperotrio più melodico della famosa band, salvo lasciarsi andare a tratti a un ritmo molto rockegiato, quasi fosse una sorta di "risarcimento"per un melodismo eccessivo. UNo di quei film, "sommamente inutili",ma certamente piaacevoli, volti un po'a riscoprire il mito beatlesiano, forse ritenuto un po'"al tramonto"(anche se a livello statistico, ossia di vendite e di ascolti, le cose sembrano stare diversamente), che anche la fimografia dell'Untied Kingsdom riscopre e pratica, da qualche anno, con notevole continuità, dato che sembra passato il tempo del cinema come arte, dove Ken Russell, in qualche modo, ne era quasi un"ultimo alfiere"e dove il cinema politico è considerato sempre ristretto a una nicchia, non troppo nutrita, per la verità. OLtre a Patel, certamente "in parte", anche l'interprete principale femminile, Lily James, è certamente brava e adatta al ruolo, dove sorge la considerazione seguente: nel finale, quando il cantante "abdica"al suo fantomatico ruolo autorale, riconoscendo l'autoralità mc cartneyana- lennoniana(prevalentemente), rinunciando al copyright, clamorosamente e dichiarando di voler sposare la sua findanzata, è quasi una presa d'atto del"principio di realtà"versus quello di piacere(dunque sogno, illusione), ceranco però di salvare il meglio di quanto il principio di piacere , comunque, sa offrite... El Gato
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sergiofi
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venerdì 12 giugno 2020
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yesterday, storia di un clone
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“Yesterday” è un’elegia dei Beatles? Forse, ma non c’era certo bisogno di questo film per confermarne la magia e l’ineludibilità della loro presenza nel panorama della scena musicale globale. Un mondo senza i Fab Four che senso potrebbe avere, oggi come ieri e come domani? Le loro canzoni ci accompagnano lungo le circa due ore di durata del film. Anche per questo, è davvero impossibile annoiarsi.
Ma “Yesterday” non è solo Beatles. È anche la storia di un insuccesso cronico che diventa un (improbabile e avariato) successo cosmico. Di un marketing aggressivo e spersonalizzante. Di un’amicizia che, come spesso accade, era già amore.
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“Yesterday” è un’elegia dei Beatles? Forse, ma non c’era certo bisogno di questo film per confermarne la magia e l’ineludibilità della loro presenza nel panorama della scena musicale globale. Un mondo senza i Fab Four che senso potrebbe avere, oggi come ieri e come domani? Le loro canzoni ci accompagnano lungo le circa due ore di durata del film. Anche per questo, è davvero impossibile annoiarsi.
Ma “Yesterday” non è solo Beatles. È anche la storia di un insuccesso cronico che diventa un (improbabile e avariato) successo cosmico. Di un marketing aggressivo e spersonalizzante. Di un’amicizia che, come spesso accade, era già amore. Troppi temi da infilare in uno stesso script, forse, senza correre il rischio di lasciarne qualcuno indietro.
Il risultato finale è molto più che buono. “Yesterday” è divertente, cinico, tenero, empatico, coinvolgente. Non un capolavoro, ovviamente. Ma un prodotto di ottima confezione, questo si. La prova provata che il successo non diventa sempre e comunque il mostro che tutto divora. Che può essere anche messo da parte, se la vita che si decide di vivere è di gran lunga migliore di quella che la notorietà (per di più immeritata) potrebbe regalare.
L’accoppiata Boyle-Curtis era in grado di fare molto di più, va detto. Ma il cinema non è la tv. Il tempo è tiranno. Dentro le due ore bisogna farci stare tutto. Anche in uno spazio così ristretto, in “Yesterday” questo accade. Alcuni lati restano oscuri, ma la storia non sembra soffrirne più di tanto. Non è il prodotto ‘usa e getta’ che alcuni ci hanno visto. Si lascia ricordare con piacevolezza e ti fa venire voglia di rivederlo. Cosa volere di più da un film, dal cinema?
Himesh Patel (al suo debutto cinematografico) e la deliziosa Lily James occupano i loro spazi con impeccabile bravura. Si calano nelle parti con naturalezza disarmante. Kate Mc Kinnon, nel ruolo di una manager d’assalto, offre un cameo imperdibile. Ed Sheeran, con qualche impaccio, impersona se stesso.
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telor
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martedì 4 febbraio 2020
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quattro o cinque stelle?
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Certamente 5 stelle per le canzoni che hanno “impastato” la mia adolescenza emotiva e che, al riconoscimento anche di una sola nota “chiave” di un brano, riprendono il sopravvento!
Ma quattro stelle certamente ci sono tutte per il film nel suo insieme.
Tanto per cominciare, per un mix non facile da comporre: celebrazione di un mito, storia d’amore sottotono ma profonda, ricostruzione storica con vari flashes che -appunto- appaiono e scompaiono, citazioni dal mondo reale e musicale dei Baronetti di Liverpool.
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Certamente 5 stelle per le canzoni che hanno “impastato” la mia adolescenza emotiva e che, al riconoscimento anche di una sola nota “chiave” di un brano, riprendono il sopravvento!
Ma quattro stelle certamente ci sono tutte per il film nel suo insieme.
Tanto per cominciare, per un mix non facile da comporre: celebrazione di un mito, storia d’amore sottotono ma profonda, ricostruzione storica con vari flashes che -appunto- appaiono e scompaiono, citazioni dal mondo reale e musicale dei Baronetti di Liverpool.
Le citazioni quindi, la prima proprio ad inizio del film e che connota il momento dell’impossibile accadimento: il crescendo strumentale di A Day In The Life che, camuffato all’inizio ma poi riconoscibile, segna il momento del black-out mondiale che fa "sparire" i Beatles dalla scena mondiale.
Ancora oltre: le scritte a lettere maiuscole che scorrono sulle immagini di luoghi Beatlesiani; gli accorgimenti o gli spunti che furono utilizzati negli arrangiamenti originali; lo “sbaglio” di Rocky che apre la porta sul “vero” tetto di Savile Row invece che sulla terrazza dell’hotel fronte-mare.
E ancora, per la poesia dell’incontro con un John Lennon che, non essendo mai stato un Beatle, all’età di 78 anni vive da solo in un cadente cottage sulla riva dell’oceano, dopo una vita di lavoro per i mari, forse facendo il cameriere di bordo come fece il padre nella realtà.
Insomma, 4 stelle ci sono tutte, e quella finale la assegnerei per lo spirito degli anni ’60 e ’70 che il film ha saputo evocare. Non grazie alla irresistibile sequenza delle canzoni (cosa facile, come nei films: Bohemian Rhapsody e Rocketman). No, regista e sceneggiatore lo hanno fatto scegliendo di chiudere il racconto con una scelta aperta alla soluzione del “noi” piuttosto che quella dello “io”, vera essenza di quegli anni.
Spero che non sia per questo motivo che il film non abbia riscosso il successo di pubblico che meriterebbe ... perché se così fosse, sarebbe la prova che “sentiamo” diversamente da allora, e non credo proprio che ciò sia un bene.
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felicity
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lunedì 3 febbraio 2020
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un travolgente omaggio alla musica dei beatles
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Una commedia semplice, senza guizzi, troppo spesso scontata e riassumibile nel concetto che le canzoni dei Beatles, anche “inventate” oggi, avrebbero successo.
La sceneggiatura di questo film è priva di senso. Ma quello che è privo di senso nel film non è la premessa iniziale, che fa parte del patto con lo spettatore e quindi viene accettata a priori con tutte le sue folli conseguenze, quello che è privo di senso è la rappresentazione delle dinamiche umane.
I comportamenti dei personaggi non hanno niente a che fare con la realtà, ma neanche seguono le comunque piacevoli e consolidate prassi della commedia. Sono solo privi di senso.
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Una commedia semplice, senza guizzi, troppo spesso scontata e riassumibile nel concetto che le canzoni dei Beatles, anche “inventate” oggi, avrebbero successo.
La sceneggiatura di questo film è priva di senso. Ma quello che è privo di senso nel film non è la premessa iniziale, che fa parte del patto con lo spettatore e quindi viene accettata a priori con tutte le sue folli conseguenze, quello che è privo di senso è la rappresentazione delle dinamiche umane.
I comportamenti dei personaggi non hanno niente a che fare con la realtà, ma neanche seguono le comunque piacevoli e consolidate prassi della commedia. Sono solo privi di senso.
Yesterday intrattiene soprattutto per l’enorme patrimonio musicale che sfodera, offrendo agli spettatori la possibilità di conoscere e ripassare un po’ dei brani più famosi dei Beatles, ma non sfrutta a pieno le potenzialità della divertente premessa e preferisce attraversare le acque sicure della commedia romantica convenzionale.
Può bastare una grande idea per fare un grande film? Probabilmente no.
E Yesterday lo dimostra. Però può bastare per fare un buon film con alcuni momenti che ci portiamo dietro.
Ed è un cinema che conferma che oggi la musica è come la poesia. Quella bella si tramanderà nei secoli.
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afficarlo
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venerdì 24 gennaio 2020
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yesterday forever
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per chi ama ancora i beatles come me un film da vedere, se chiudo gli occhi le canzoni sono forse cantate anche meglio dei veri beatles seppur inimitabili; ho rivisto più volte la scena con Lennon che vale da sola per tutto il film , vale la pena risentire più volte quello che dice il Lennon 78enne sulla vita vissuta da persona sconosciuta .
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sergiofi
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venerdì 27 dicembre 2019
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yesterday, quando il successo può attendere
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Yesterday è un’elegia dei Beatles. Non c’era bisogno di questo film per confermarne la magia, come pure l’ineludibilità della loro esistenza nel panorama della scena musicale globale. Un mondo senza i Fab Four non avrebbe senso. Oggi come ieri. E come domani. Le loro canzoni ci accompagnano lungo circa due ore. Anche per questo, è impossibile anoiarsi.
Ma Yestreday non è solo un film solo sui Beatles. È la storia di un insuccesso cronico che si trasforma in un (avariato) successo cosmico. Di un marketing aggressivo e spersonalizzante. Di un’amicizia che, da sempre, era solo amore. Forse troppi temi da infilare in uno stesso script, senza lasciarne qualcuno indietro.
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Yesterday è un’elegia dei Beatles. Non c’era bisogno di questo film per confermarne la magia, come pure l’ineludibilità della loro esistenza nel panorama della scena musicale globale. Un mondo senza i Fab Four non avrebbe senso. Oggi come ieri. E come domani. Le loro canzoni ci accompagnano lungo circa due ore. Anche per questo, è impossibile anoiarsi.
Ma Yestreday non è solo un film solo sui Beatles. È la storia di un insuccesso cronico che si trasforma in un (avariato) successo cosmico. Di un marketing aggressivo e spersonalizzante. Di un’amicizia che, da sempre, era solo amore. Forse troppi temi da infilare in uno stesso script, senza lasciarne qualcuno indietro. E però il risultato finale è più che buono. Yesterday è divertente, cinico, empatico, coinvolgente. Non un capolavoro, forse. Ma di sicuro un prodotto di ottima confezione. La prova provata che il successo non è sempre il mostro sacro che tutto travolge. Che può essere messo da parte, se la vita che ci aspetta è di gran lunga migliore di quella che la notorietà (per di più immeritata) potrebbe regalare.
L’accoppiata Boyle-Curtis avrebbe potuto fare di meglio, certo. Ma il cinema non è la tv. Il tempo è tiranno. Dentro le due ore bisogna farci stare tutto. Anche in uno spazio così ristretto, in questo caso accade. Alcuni lati restano oscuri, ma Yersterday non sembra soffrirne più di tanto. Non è il prodotto ‘usa e getta’ che alcuni ci hanno visto. Si lascia ricordare con piacevolezza, con tenerezza. E tanto basta, quando si parla di film.
Himesh Patel (al suo debutto cinematografico) e la deliziosa Lily James occupano i loro spazi con impeccabile bravura. Si calano nelle parti con naturalezza disarmante. Kate Mc Kinnon, nel ruolo di una manager d’assalto, offre un cameo imperdibile. Ed Sheeran, con qualche impaccio, impersona se stesso.
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sabri92
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sabato 9 novembre 2019
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originale
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Un misterioso blackout globale, della durata di 12 secondi, modifica, almeno in parte, il corso della storia. Difatti, al ritorno della luce, nessuno ha idea cosa sia la Coca-Cola, cosa siano le sigarette, chi siano stati i Beatles. Nessuno, tranne il protagonista: Jack Malick (interpretato da un ottimo Himesh Patel), un chitarrista e cantautore decisamente di scarso successo. Quello appena descritto è l'incipit, molto originale, di Yesterday, film brillante, a tratti divertente e che, pur rimanendo sempre una commedia, in ossequio al suo titolo, vuol anche rappresentare una sorta di omaggio a John Lennon, Paul McCartney, George Harrison e Ringo Star. I quattro ragazzi di Liverpool che, fra il 1960 ed il 1970, furono i componenti di una band immortale nella storia della musica.
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Un misterioso blackout globale, della durata di 12 secondi, modifica, almeno in parte, il corso della storia. Difatti, al ritorno della luce, nessuno ha idea cosa sia la Coca-Cola, cosa siano le sigarette, chi siano stati i Beatles. Nessuno, tranne il protagonista: Jack Malick (interpretato da un ottimo Himesh Patel), un chitarrista e cantautore decisamente di scarso successo. Quello appena descritto è l'incipit, molto originale, di Yesterday, film brillante, a tratti divertente e che, pur rimanendo sempre una commedia, in ossequio al suo titolo, vuol anche rappresentare una sorta di omaggio a John Lennon, Paul McCartney, George Harrison e Ringo Star. I quattro ragazzi di Liverpool che, fra il 1960 ed il 1970, furono i componenti di una band immortale nella storia della musica. I Beatles, naturalmente. Già accennato circa la performance di Himesh Patel, da segnalare la buona regia di Daniel Boyle, meglio conosciuto come Danny, e già noto ai cinefili per Piccoli omicidi tra amici, del 1994, per The Beach, del 2000, ma soprattutto per l'eccellente The Millionaire, del 2008. Da apprezzare anche l'interpretazione di Lily James, nel ruolo di Ellie, l'unica a credere in Jack Malick, e ad incoraggiarne la passione, quando quegli è un vero e proprio signor nessuno. Fra le note dolenti, qualche pausa nel ritmo ed un paio di dialoghi abbastanza monotoni, e quindi noiosi. Per fortuna, nulla di eccessivo, con la conseguenza che Yesterday rimane una pellicola godibile e che merita una valutazione più che discreta.
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