doctor cinema
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giovedì 10 gennaio 2019
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un timido ritorno al cinema di genere, ridendo
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"I moschettieri del re - La penultima missione" è un film di cappa e spada con il quale Giovanni Veronesi ha voluto ridisegnare le mitiche figure rese celebri dal romanzo di Dumas.
Davanti a noi, infatti, abbiamo quattro uomini invecchiati dal tempo e che hanno intrapreso strade differenti che li hanno allontanati l'uno dall'altro: D'Artagnan è un allevatore di maiali donnaiolo, Athos è un uomo dedito alla bella vita, Aramis un prete che cerca di fuggire dai fantasmi del passato e Porthos una sorta di eremita che vive una vita vuota in preda all'alcolismo e alla depressione.
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"I moschettieri del re - La penultima missione" è un film di cappa e spada con il quale Giovanni Veronesi ha voluto ridisegnare le mitiche figure rese celebri dal romanzo di Dumas.
Davanti a noi, infatti, abbiamo quattro uomini invecchiati dal tempo e che hanno intrapreso strade differenti che li hanno allontanati l'uno dall'altro: D'Artagnan è un allevatore di maiali donnaiolo, Athos è un uomo dedito alla bella vita, Aramis un prete che cerca di fuggire dai fantasmi del passato e Porthos una sorta di eremita che vive una vita vuota in preda all'alcolismo e alla depressione.
I quattro si riuniranno dietro ordine della regina Anna d'Austria, la quale necessita della loro presenza per contrastare l'avanzata degli Ugonotti e per poter combattere il potere dello spietato Cardinale Mazzarino.
Questa è la premessa al film di Veronesi, che si è avvalso di un cast di prim'ordine: Pierfrancesco Favino è D'Artagnan, Rocco Papaleo è Athos, Sergio Rubini è Aramis, Valerio Mastandrea è Porthos, Margherita Buy veste i panni della regina e poi abbiamo anche Alessandro Haber nei panni di Mazzarino e Matilde Gioli in quelli di un'ancella di corte.
Personalmente non è che avessi chissà quali grandi aspettative riguardo a questa pellicola, che infatti ho visto più per l'assenza di alternative in sala che per interesse vero e proprio. Ma probabilmente proprio questa assenza di aspettative è stata la chiave di volta per trovare in questo film una piccola, gradevole sorpresa.
Veronesi, infatti, ha realizzato un film che non ha ovviamente alcuna pretesa di risultare indimenticabile, nè tantomeno vuole porsi come esempio di film di genere (nonostante sia proprio un film in costume), ma quello che ne viene fuori è una pellicola che si lascia guardare, diverte e alla fine riesce anche a strappare un sorriso emozionato allo spettatore.
Ci sarebbe da parlare dei difetti della pellicola, che da un punto di vista tecnico non offre nulla di interessante: non ci sono particolari spunti registici, così come non c'è molto da dire riguardo a fotografia e montaggio. Piccolo cenno sulla colonna sonora curata da Luca Medici/Checco Zalone: ho apprezzato la scelta di alternare melodie che rimandano ai film ambientati nell'epoca dei Moschettieri (1700 circa... anzi, suppergiù), a canzoni moderne che risultano divertenti nel contesto in cui vengono calate. La sceneggiatura, chiaramente, è scritta su misura degli attori protagonisti, che infatti rappresentano il punto forte della pellicola.
Favino è un esilarante D'Artagnan, con il suo modo di parlare francesizzante e con gli errori di dizione che lo rendono ammaliante, divertente e quasi caricaturale. Forse il migliore del cast.
Mastandrea, a mio parere, si pone subito sotto. Non che abbia regalato chissà quale prova stratosferica, siamo davanti al solito Mastandrea: quasi svogliato, sarcastico, con le sue battute pungenti accompagnate dalla cadenza romanesca che lo rendono irresistibile. Il suo Porthos è ben realizzato.
Papaleo e Rubini forse sono i meno incisivi tra i moschettieri, anche se nell'ambito dell'intero cast ho trovato nella Buy il punto debole maggiore (il suo personaggio, probabilmente, non le ha permesso di mettere in risalto la sua indiscussa bravura).
La chimica che si crea tra gli attori si percepisce, sembrano divertirsi essi stessi e questo arriva allo spettatore, che lentamente si lascia condurre dalla storia.
Qualche parola sul finale la spenderò fra pochissimo, in una breve parte spoiler. Ma vi dico già adesso che, nonostante abbia letto critiche al riguardo, io l'ho apprezzato. Siamo pur sempre davanti ad una commedia italiana senza grandi pretese, quindi a mio parere è un finale che ci sta.
Nel complesso, quindi, ciò che ne viene fuori è una pellicola godibile, in grado di intrattenere e divertire. Non mancano alcune battute scadenti, sia chiaro, ma secondo me vengono abilmente mascherate da tanti altri momenti esilaranti e coinvolgenti. E poi, come detto, è sempre un piacere vedere tutti insieme degli attori bravi come quelli presenti in questo film. Un buon film!
Allora, di seguito farò una breve considerazione sul finale, quindi chi non dovesse ancora aver visto il film può interrompere qui la lettura ed eventualmente riprenderla dopo averlo visionato.
Chi invece avesse curiosità di sapere la mia opinione sul finale può continuare.
Ci siamo?
Bene.
Procediamo con lo spoiler.
Il film si conclude con una sorta di ritorno al presente: siamo in una casa dei giorni nostri, durante una veglia funebre. Abbiamo un bambino che si trova nella sua cameretta e viene chiamato per dare l'ultimo saluto allo zio prima della chiusura della bara. In quel momento ci rendiamo conto che tutti i suoi parenti non sono altro che i protagonisti della storia alla quale abbiamo assistito. Capiamo, quindi, che tutto ciò che abbiamo visto altro non è che il frutto della fantasia del bambino, che ha immaginato il tutto per poter "sfuggire" alla tristezza del momento.
In molti hanno criticato questo finale perchè si distacca nettamente dal tono farsesco, ironico della pellicola. A mio parere, invece, è un finale più che buono. Come già detto prima, Veronesi non vuole in alcun modo porsi come capostipite di una rivoluzione del genere di cappa e spada, nè tantomeno la storia si prestava a chissà quali grandi spunti originali. Sono personaggi visti e rivisti, in ogni salsa. Per questa ragione, quindi, il "plot twist" finale riesce a inserirsi perfettamente nella storia e non fa altro che chiudere un cerchio che si apre fin dall'inizio con dei personaggi che parlano con dialetti diversi, hanno modi di fare che non sono tipici del '700, utilizzano modi di dire moderni. Se inizialmente lo spettatore accetta tutto questo come se fosse una sorta di rivisitazione della storia, alla fine comprende appieno ciò che ha visto e ne trova una giustificazione narrativa: D'Artagnan/Favino parla in quel modo perchè il personaggio reale è stato due anni in Francia; Porthos/Mastandrea è depresso e avvilito perchè il personaggio è realmente tossicodipendente; Aramis/Rubini è realmente un prete e così via...
Insomma, una pellicola che mi ha convinto e che ha saputo intrattenermi e divertirmi.
Ve la consiglio per passare un paio d'ore spensierate!
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alexlaby
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martedì 1 gennaio 2019
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qualche sorriso e finale da cancellare
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Il film è simpatico perché sono simpatici gli attori, ma le battute sono scontate e condite dalla solita parolaccia. Trama debolissima e finale mieloso che vuol sorprendere, appiccicato lì per cercare di rendere il film natalizio e per sognatori. L'idea denota una mancanza di idee su come finire un film che doveva più nettamente comico anche nel finale e senza altre trovate pretenziose.
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ansku
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giovedì 3 gennaio 2019
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finalmente un film di cui citeremo le battute.
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Un film totalmente da godere. Di quei flm di cui dopo tempo citi le battute.
Scansonato il giusto, con un cast perfettamente adeguato ai ruoli, un buon ritmo ed un'idea di fondo non originale ma perfettamente applicata.
Un film che può mettere insieme, e non è facile, un pubblico molto diverso, per gusti cimematrografici ed età, lasciando tutti alrettanto soddisfatti.
In realtà il film strizza l'occhio ai nati negli anni 60/70: per l'età dei protagonisti, per la citazione a film che hanno segnato questa generazione, da Frankenstein Junor a Non ci resta che piangere, da Brancaleone ad Amici Miei. Se gli integralisti cinefili vogliono storcere il naso lo facciano: rimarrà sempre un gran film.
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Un film totalmente da godere. Di quei flm di cui dopo tempo citi le battute.
Scansonato il giusto, con un cast perfettamente adeguato ai ruoli, un buon ritmo ed un'idea di fondo non originale ma perfettamente applicata.
Un film che può mettere insieme, e non è facile, un pubblico molto diverso, per gusti cimematrografici ed età, lasciando tutti alrettanto soddisfatti.
In realtà il film strizza l'occhio ai nati negli anni 60/70: per l'età dei protagonisti, per la citazione a film che hanno segnato questa generazione, da Frankenstein Junor a Non ci resta che piangere, da Brancaleone ad Amici Miei. Se gli integralisti cinefili vogliono storcere il naso lo facciano: rimarrà sempre un gran film.
Insomma, da tempoi non ridevo così di gusto e non sentivo rifere così di gusto attorno a me. E questio senza che si sia ricorso alla comicità pecoreccia di un certo cinema italiano, né si sia andati a fare facili remake di film comici francesci, che spesso funzionano.
Bravi, bravi bravi a regista, sceneggiatore, attori.
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neldot
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sabato 11 giugno 2022
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pessimo cinema
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Un chiaro esempio di ciò che non dovrebbe essere il cinema italiano, la presuntuosa imitazione di qualcosa che non si capisce e non si può aspirare neanche ad imitare in tono serio, figuriamoci in una farsa poco originale e presuntuosa. Se credete sia saggio sprecare con un copione simile attori talentuosi (che comunque non sono purtroppo in grado di salvarlo) allora tanto meglio tornare ai rutti e alle puzzette dei film di Pierino, ma Monicelli e Dumas non li nominate neanche per scherzo...
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michelecamero
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mercoledì 2 gennaio 2019
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il meglio lo danno la basilicata e gli attori.
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Evidentemente c’era in giro una certa nostalgia dei film in costume, quelli alla Luigi Magni o alla Monicelli dell’Armata Brancaleone, sul cui sentiero probabilmente Veronesi aveva inteso incamminarsi senza tuttavia ottenere i risultati sperati. Ne viene fuori un film al quale non riesce al meglio di introdursi nel panorama della commedia all’italiana nonostante muova al riso in più momenti grazie alle capacità degli interpreti. Trova il meglio di sé infatti, oltre che nella bellissima scenografia, rubata alla Basilicata rurale e sconosciuta e nella cura estetica dei costumi, specialmente nella bravura degli attori (tutti, inclusa Matilde Gioli una piacevole sorpresa) anche se, alla lunga, lo slam di Favino potrebbe stancare, risultando sicuramente più accettabile la pugliesità di Rubini (il mazz, mazz per dire secco è esilarante anche per un barese).
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Evidentemente c’era in giro una certa nostalgia dei film in costume, quelli alla Luigi Magni o alla Monicelli dell’Armata Brancaleone, sul cui sentiero probabilmente Veronesi aveva inteso incamminarsi senza tuttavia ottenere i risultati sperati. Ne viene fuori un film al quale non riesce al meglio di introdursi nel panorama della commedia all’italiana nonostante muova al riso in più momenti grazie alle capacità degli interpreti. Trova il meglio di sé infatti, oltre che nella bellissima scenografia, rubata alla Basilicata rurale e sconosciuta e nella cura estetica dei costumi, specialmente nella bravura degli attori (tutti, inclusa Matilde Gioli una piacevole sorpresa) anche se, alla lunga, lo slam di Favino potrebbe stancare, risultando sicuramente più accettabile la pugliesità di Rubini (il mazz, mazz per dire secco è esilarante anche per un barese). Finale emblematico perché incomprensibile, non richiesto e poco pertinente.
MiCam
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fabiuz62
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mercoledì 2 gennaio 2019
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film molto divertente..!!!
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Un film molto, molto divertente. Ha molto divertito non solo me, ma tutta la sala. Grande prova di Favino, ma anche i suoi compari sono degni di nota.
È una commedia con trovate strepitose da vedere senza la pretesa (come traspare da molte recensioni un po’ snob) di vedere un capolavoro.
Il voto giusto sarebbe stato quattro stelle, ho dato la quinta per far media con i "distruttori".....
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(di ruger357mgm)
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alexcold83
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domenica 21 aprile 2019
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discreto fino al primo tempo, poi un disastro...
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Confermo il giudizio negativo di molti recensori: si salvano un pò di battute comiche iniziali e i paesaggi magnifici, praticamente un pò tutto il primo tempo va benone, poi il film si perde in girotondi inutili e il finale sconclusionato e tragico rovina tutto. Le battute possono pure andar bene nell'ottica di un film commedia senza pretese e gli attori in molte scene sembrano persino divertirsi fra loro nel prendere in giro il classico di Dumas con una discreta dose di italianità. Bella anche l'interpretazione del cast femminile, dalla impeccabile Buy alla divertentissima Gioli, fino ad un certo punto il film compie la sua missione di intrattenere con discrete dosi di buonumore.
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Confermo il giudizio negativo di molti recensori: si salvano un pò di battute comiche iniziali e i paesaggi magnifici, praticamente un pò tutto il primo tempo va benone, poi il film si perde in girotondi inutili e il finale sconclusionato e tragico rovina tutto. Le battute possono pure andar bene nell'ottica di un film commedia senza pretese e gli attori in molte scene sembrano persino divertirsi fra loro nel prendere in giro il classico di Dumas con una discreta dose di italianità. Bella anche l'interpretazione del cast femminile, dalla impeccabile Buy alla divertentissima Gioli, fino ad un certo punto il film compie la sua missione di intrattenere con discrete dosi di buonumore. A metà del secondo tempo non si capisce cosa sia accaduto a chi produceva il film: colpo di sole del regista? Impegni improvvisi del cast? Finale agghiacciante "alla lost", veramente brutto e senza alcun senso, un colpo di scena "neorealistico" che cancella tutto il buonumore delle scene precedenti e fa uscire lo spettatore decisamente immalinconito e indispettito. Film da visione in tv senza troppe pretese, assolutamente non da cinema, e forse i motivi dello scarso pubblico nelle sale andrebbero ricercati nel mandare nelle sale film dal finale assurdo come questo: la gente con 10 euro di biglietto vorrebbe ridere e svagarsi non essere mandata in depressione...
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ruger357mgm
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domenica 30 dicembre 2018
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da querela
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...perchè esprimere una qualunque forma di giudizio su questa discutibile pellicola originerebbe, a carico del recensore, un contenzioso giudiziario che per turpiloquio,modalità e forma lo vedrebbe immancabilmente soccombente. Si fa prima a dire cosa questo film non è : non è un film di cappa e spada, giacché gli stunt e l'uso delle armi di scena sono poco più che pretesti; non è una commedia all'italiana e non c'è bisogno di scomodare,dove si trova, il fantasma sornione di Monicelli,in altre recensioni ingiustamente tirato in ballo,é sufficiente precisare che la buon'anima di Aquilante, indimenticabile mulo giallo adibito a cavalcatura del fiero Branca e solo equino del cinema italiano degno di essere citato col suo nome,manco fosse il Tornado di Zorro, si rivolta nella tomba vedendo come i suoi simili,per imitarlo,vengono indegnamente utilizzati; non è un film in costume dato che i costumi, le armi da fuoco, le scenografie non corrispondono a quelle dell'epoca; non è un libero adattamento da Dumas, data l'inconsistenza della inesistente trama e la nessuna aderenza del plot ad una qualunque delle opere del geniale papà di D'Artagnan e soci.
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...perchè esprimere una qualunque forma di giudizio su questa discutibile pellicola originerebbe, a carico del recensore, un contenzioso giudiziario che per turpiloquio,modalità e forma lo vedrebbe immancabilmente soccombente. Si fa prima a dire cosa questo film non è : non è un film di cappa e spada, giacché gli stunt e l'uso delle armi di scena sono poco più che pretesti; non è una commedia all'italiana e non c'è bisogno di scomodare,dove si trova, il fantasma sornione di Monicelli,in altre recensioni ingiustamente tirato in ballo,é sufficiente precisare che la buon'anima di Aquilante, indimenticabile mulo giallo adibito a cavalcatura del fiero Branca e solo equino del cinema italiano degno di essere citato col suo nome,manco fosse il Tornado di Zorro, si rivolta nella tomba vedendo come i suoi simili,per imitarlo,vengono indegnamente utilizzati; non è un film in costume dato che i costumi, le armi da fuoco, le scenografie non corrispondono a quelle dell'epoca; non è un libero adattamento da Dumas, data l'inconsistenza della inesistente trama e la nessuna aderenza del plot ad una qualunque delle opere del geniale papà di D'Artagnan e soci. Le prestazioni dei protagonisti sono insufficienti, superficiali,vuote e prive di anima.Insomma un'operazione messa in piedi per far soldi,abbindolando noi allocchi paganti, facendoci rimpiangere Michael York, Antonella Lualdi, Charlie Sheen, Milla Jovovich e tutti coloro che negli ultimi 70 anni han messo in scena l'immortale storia dei moschettieri.Colonna sonora disdicevole, fotografia e location dilettantistiche,sceneggiatura inesistente.Non si salva nessuno.
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(di shota)
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(di pontello)
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giuseppe
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lunedì 14 gennaio 2019
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film sotto le mie aspettative
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La modalità di conduzione del film, la forma narrativa e la nitidezza ed i tempi delle scene non mi sono piaciuti. Alcune scene sono state sviluppate in modo troppo sbrigativo.
Inoltre la caratterizzazione ha esagerato ad esempio con Favino che utilizza un gergo che alla fine distoglie l'attenzione dall'azione.
Poco incisiva la storia.
Pretestuoso il finale.
Due stelle è tanto.
Ho letto i commenti di risate ecc. ecc., in sala quando sono andato a vederlo c'è stato sporadicamente qualche risolino, ma niente di più.
Margherita Guy soffre come regina, la Gioi porta entusiasmo tutte le volte che appare.
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La modalità di conduzione del film, la forma narrativa e la nitidezza ed i tempi delle scene non mi sono piaciuti. Alcune scene sono state sviluppate in modo troppo sbrigativo.
Inoltre la caratterizzazione ha esagerato ad esempio con Favino che utilizza un gergo che alla fine distoglie l'attenzione dall'azione.
Poco incisiva la storia.
Pretestuoso il finale.
Due stelle è tanto.
Ho letto i commenti di risate ecc. ecc., in sala quando sono andato a vederlo c'è stato sporadicamente qualche risolino, ma niente di più.
Margherita Guy soffre come regina, la Gioi porta entusiasmo tutte le volte che appare. Attori molto presenti, ma ingabbiati in comportamenti riduttivi per la loro statura professionale.
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flaw54
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martedì 1 gennaio 2019
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idea interessante
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Un ritorno alla comicità demenziale de l'armata Brancaleone, anche se non perfettamente riuscito. Il cast è ottimo e forse i 4 dovevano essere lasciati più liberi, soprattutto Mastrandrea che a mio parere è il più adatto per questo tipo di comicità. Bene la Bug in un ruolo finalmente diverso e anche la Violi che volutamente con le sue forzature ci fa capire che è tutto un gioco. Peccato per alcuni momenti di staticità, ma il film potrebbe essere migliorato e ridare vita a questo finale. Piacevole la trovata finale
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