The Monster

Nel panorama thriller/horror contemporaneo, Bryan Bertino occupa un posto di assoluto rispetto, soprattutto per 2 suoi film: The Strangers (2008) e The Dark And The Wicked (2020) anche se solo il secondo ha ricevuto plauso quasi universale, a differenza del primo, che rimane però il suo più grande successo commerciale.
In mezzo a questi due lavori c’è un’altra pellicola, questo The Monster.
Meno nota ma, come spesso accade, probabilmente la sua migliore.
Bertino è un regista e sceneggiatore molto abile. Le storie che racconta sono davvero, come sostenuto da certa critica, sottili come un foglio di carta. Ma è proprio per questo motivo che finiscono per esaltare il suo stile, decisamente accurato, al limite del raffinato.
La violenza rappresentata nei suoi film, che sia opera di persone in carne ed ossa (The Strangers) o di misteriose entità (The Dark And The Wicked, The Monster) è totalmente insensata, quasi meccanica e soprattutto ineluttabile.
Siamo molto oltre gli ipotetici modelli di riferimento, come la Clockwork Orange di Kubrick o un qualsiasi film incentrato sul paranormale. Bertino opta per soluzioni narrative che non lasciano spazio a logiche che soddisfino l’ansia dello spettatore di conoscere i perché della storia. Nulla infatti sapremo su origine e i moventi del villain di turno, reale o immaginario che sia. Nulla sulla ragione per cui talune persone, ad un certo punto della loro vita, si trovano a doverlo affrontare, senza aver fatto nulla perché ciò accadesse.
Il mondo di Bertino è una sorta di caos in cui i protagonisti dei suoi film precipitano senza volerlo e non riescono a risollevarsi. Entrando in una dimensione di incubo vero e proprio, da cui non è possibile risvegliarsi. Perché questo caos nella sua irrazionalità appare molto più organizzato delle difese che possono essere approntate per fronteggiarlo.
Da qui uno stile di ripresa e montaggio concentrato più su espressioni e particolari d’ambiente che sull’azione. Che pure in Monster non manca, così come in fondo negli altri suoi film. Ma non è centrale nella  rappresentazione.
Lo sono invece volti e oggetti, spaccati di interni e panorami, dettagli e campi larghi, che si succedono, a volte freneticamente mentre si attende che succeda qualcosa. Che a volte accade, come in questo The Monster, a volte rimane a livello di tensione.
Tutto però dominato da un feroce determinismo: "mia madre dice che i mostri non esistono. Ma si sbaglia. Sono là fuori che ti aspettano e si nascondono" dice la bambina protagonista di The Monster ad inizio e fine film Ed è così, nel mondo di Bertino. 
Che poi è lo stesso di Ripley in lota con l'Alien, al quale molti possono anche avvicinare il mostro di Bertino.
Che però non si trova nello spazio, ma è qui, in mezzo a noi, nel mondo che viviamo ogni giorno. 
Che non andiamo a cercare: ce lo troviamo davanti in un momento qualsiasi della nostra vita, senza essere preparati ad affrontarlo.
E così vince lui, ineluttabilmente.