Arrival |
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Un film di Denis Villeneuve.
Con Amy Adams, Jeremy Renner, Forest Whitaker, Michael Stuhlbarg, Tzi Ma.
continua»
Titolo originale Arrival.
Fantascienza,
Ratings: Kids+13,
durata 116 min.
- USA 2016.
- Warner Bros Italia
uscita giovedì 19 gennaio 2017.
MYMONETRO
Arrival
valutazione media:
3,42
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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No borderdi enricodanelliFeedback: 6332 | altri commenti e recensioni di enricodanelli |
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domenica 12 febbraio 2017 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
"Nessuna divisione, nessuna separazione" recitava una canzone del 2016. Il senso del film è questo. Gli espedienti della tecnica cinematografica (alcuni riusciti, altri molto meno) e la fantasiosa sceneggiatura (infarcita di scienza e tecnica, che, se fini a se stesse, nel film vengono ampiamente sbeffeggiate) servono per far passare il messaggio principale: la condivisione dei problemi porta ad una soluzione e ad un arricchimento della razza umana. La divisione porta all'auto-distruzione. In tempi di muri ai confini, Brexit (non a caso la nave aliena in Europa atterra in Gran Bretagna), respingimenti, xenofobia dilagante il messaggio è ovviamente politico e rivolto ai grandi della terra così come a tutti noi. Le specificità scientifiche del film sono ben svolte e perfino comprensibili ad uno non addetto ai lavori, ma rimangono confinate nella fantasia se non per l'importanza dell'interazione linguaggio-modo di pensare-azioni conseguenti, tema nel film ben svolto. La circolarità del tempo (cui l'uomo arriverebbe dopo la modifica del linguaggio, così come ha fatto Luise nel film) dà un ulteriore senso al film, ma più che un dono appare una dannazione per l'uomo costretto a conoscere il suo futuro. Il film è pure anch'esso circolare: la prima scena è quella finale (l'interno della casa di Luise con due bicchieri di vino sul tavolo davanti alla finestra sul lago), ma per ricordarci che la morale non è sulla circolarità del tempo o del linguaggio, ma sull'arrivo del diverso e i problemi che esso pone e l'arricchimento che può dare, il titolo del film (arrivo) è alla fine del film stesso (fabula docet). Peccato che nel film ci siano alcuni elementi grossolani (la arcaica rappresentazione degli alieni come eptapodi e i suoni lugubri e angoscianti già sentiti e risentiti nella "Guerra dei mondi") e richiami artificiosi ad atmosfere malikiane, elementi per cui non si può definirlo un capolavoro. Film politicamente corretto nel 2016 quando è stato girato, giustamente scorretto e controcorrente oggi, nel 2017.
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