Il condominio dei cuori infranti |
||||||||||||||
Un film di Samuel Benchetrit.
Con Isabelle Huppert, Gustave Kervern, Valeria Bruni Tedeschi, Tassadit Mandi.
continua»
Titolo originale Asphalte.
Commedia drammatica,
Ratings: Kids+13,
durata 100 min.
- Francia, Gran Bretagna 2015.
- Cinema
uscita giovedì 24 marzo 2016.
MYMONETRO
Il condominio dei cuori infranti
valutazione media:
3,32
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
|
||||||||||||||
|
||||||||||||||
|
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Cemento armato...la grande cittàdi gianleo67Feedback: 61482 | altri commenti e recensioni di gianleo67 |
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||
martedì 30 gennaio 2018 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Storie si intrecciano in un condomino alla periferia di una città francese: un infartuato ha la improrogabile necessità di utilizzare l'ascensore per il quale non ha voluto pagare, un astronauta della NASA precipita sul tetto dell'edificio e viene adottato da una ospitale immigrata algerina col figlio in carcere, un adolescente svogliato si interessa alla matura attrice che ha traslocato da poco nell'appartamento vicino, una timida e riservata infermiera di notte riceve le avances dell'inquilino convalescente di cui sopra. Per tutti verrà il tempo di salutarsi o consolidare un rapporto nato dal caso e dalle necessità di un breve momento o di tutta una vita.
Samuel Benchetrit attinge dal primo dei cinque volumi del suo romanzo autobiografico Les Chroniques de l'Asphalte, per questa tragicommedia dell'incomunicabilità che si muove leggera sul filo del nonsense, trasportata dal refolo dei venti atlantici che lambiscono l'entroterra francese e dalle ali di una nostalgia della giovinezza che si fa memoria di fantasticherie cinematografiche da tradurre nel prodotto finito, concreto e astratto allo stesso tempo, fatto di parole da sfogliare o di immagini da trasmettere ai posteri. Nella comunità ridotta nei compartimenti stagni di un condominio-dormitorio ballardiano ed in cerca della remota occasione di un improbabile contatto umano, il gap tecnologico (ascensore, telefono, macchine fotografiche, televisore, mezzi di trasporto) non influisce sulla qualità di relazioni sociali (salvo favorirle per un arbitrario e casuale gioco combinatorio) laddove le differenze di linguaggio, cultura, interessi, età ed estrazione sociale sembrano paradossalmente mediate dal ricorso a prosaici strumenti di comunicazione di massa (la tivù, la serialità, il cinema d'essai) quale universale codifica idiomatica nella desolata periferia di una babele globalizzata. Il meltin-pot di una nazione multiculturale in cui l'effetto collaterale di una antica cultura colonialista ha prodotto la desolazione di una banlieu di diseredati abbandonati a se stessi (un figlio in carcere, uno che non vede mai la madre, uno che le è sopravvissuto in completa solitudine) ma anche di una insospettabile ricchezza umana, pronta a manifestarsi alla prima occasione utile sotto forma di una spontanea e gratuita generosità, piuttosto che di un interesse sentimentale che sembra approfittare di qualunque appiglio pur di non sprofondare nella noia e nella solitudine della vita. Su tutto, la morale universale di una valorizzazione delle differenze come superamento della reciproca diffidenza e quale viatico indispensabile per una rinnovata condivisione di valori e sentimenti, fanno di questa piccola commedia dello straniamento sociale un oggetto utile per navigare a vista in un presente che sembra confondere la memoria di un luogo senza tempo e la realtà di una condizione esistenziale che pare potersi estendere un po' a tutti i luoghi ed a tutti i tempi.
Infinite le vicissitudini realizzative superate grazie alla solerte abnegazione del produttore Julien Madon ed ancor più quelle di casting, risolte grazie alla partecipazione di una straordinaria Isabelle Huppert, prototipo di tormentate attrici francesi morte giovani (Dominique Laffin, Juliet Berto, Christine Pascal) e della tenerezza stralunata di un Michael Pitt, disceso dal firmamento hollywoodianodirettamente sulla croisette del 68° Festival di Cannes. Nomination come miglior adattamento ai Cesar 2016.
Cemento armato la grande città
senti la vita che se ne va...
[+] lascia un commento a gianleo67 »
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Ultimi commenti e recensioni di gianleo67:
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Recensioni & Opinionisti |
Premi |
Multimedia | Shop & Showtime |
Pubblico (per gradimento)
1° | writer58 2° | fabiofeli 3° | robroma66 4° | ninoraffa 5° | lbavassano 6° | zarar 7° | maurizio meres 8° | enrico danelli 9° | giajr 10° | vanessa zarastro 11° | 12° | alex2044 13° | fabrizio54 14° | mtonino 15° | francesco2 16° | nerone bianchi 17° | gianleo67 18° | fabrizio54 19° | soleilmoon 20° | flyanto 21° | fellino_01 |
Cesar (1) Articoli & News |
Link esterni
Sito ufficiale |